Basket

La SAM ad un solo passo dalla finale

Gli uomini di Robbi Gubitosa cercano l'accesso all'atto conclusivo del campionato - Martedì sera alla Riveraine è prevista gara-4 delle semifinali contro l'Union Neuchâtel
©Francesca Agosta
Mattia Meier
29.05.2023 19:51

Solo una partita separa ormai la SAM Massagno dalla prima finale in assoluto. Quaranta minuti per fare la storia del club, quelli che aspettano la squadra della collina martedì sera alla Riveraine, dove cercherà il terzo successo in questa semifinale, quello buono a lasciarsi definitivamente alle spalle Neuchâtel e regalarsi la sfida finale con Friburgo, già all'ultimo atto dopo il successo di sabato a Ginevra che ha mandato definitivamente in vacanza i Lions. Per farlo, serviranno però la testa e gli attributi messi in mostra dopo la sconfitta nella partita inaugurale della serie.

Carattere vincente
Certo viene un po' di rammarico a pensare a quel primo tempo di gara-1, dove di fatto la Spinelli ha lasciato sul campo la vittoria costringendosi così ad allungare la serie. Perché come dimostrato in parte già nei secondi venti minuti di gioco di quel match e ancor più nei due incontri successivi, i ticinesi sono e rimangono la squadra più forte di questo accoppiamento. Un titolo non solo di carta, ma basato sostanzialmente sugli ultimi 100 minuti di gioco.

Saper soffrire
Se alla prima uscita una seconda metà di partita in crescendo non era bastata a portare a casa il risultato, anche per meriti neocastellani comunque, così non è stato in quelle successive. Ad un'ottima gara-2, comandata già dalla palla a due iniziale e finita con l'assoluto dominio della SAM, ha fatto infatti seguito una terza sfida nella quale i ragazzi di Gubitosa hanno dimostrato di saper soffrire e far di necessità virtù, quando costretta dagli eventi in campo. Fattori che devono far parte del DNA di chi vuole vincere, e che la Spinelli ha al momento dimostrato di possedere. Sabato alla Riveraine è partita forte, poi si è spenta e subito dopo riaccesa, ha alzato le barricate quando privata per problemi di falli di due dei suoi interpreti migliori (Bouges e Marko Mladjan), e nel nervoso finale punto a punto ha mantenuto la giusta lucidità per piazzare l'allungo di fatto decisivo.

Pensare che potesse dominare come in gara-2 era impensabile, non fosse altro che per una questione di rispetto dell'avversario, non impossibile ma certo non l'ultimo arrivato. Che agli ultimi attimi di partita sabato ci è però arrivato stanco, con poche idee e infine frustrato, leggasi Ancrum e il colpo gratuito dato a Marko Mladjan a gioco fermo, costatogli l'espulsione. Piccoli segni di cedimento di una squadra forse già andata oltre quanto si aspettava con la qualificazione in semifinale.

La forza dei numeri
Giocando in 6 però, prima o poi il conto rischi di pagarlo. Lasciando andare una partita, come nel secondo incontro, per non sprecare energie, o mancando per l'appunto in lucidità nei momenti decisivi di un'altra. Non che significhi che questa sera Neuchâtel abbia intenzione di cedere il passo facilmente, anzi, con le spalle ormai al muro i ragazzi guidati da Mitar Trivunovic potrebbero trovarsi su un terreno ideale, quello di chi senza aver più niente da perdere può giocare con leggerezza. Ma dall'altra parte troverà come detto un gruppo capace di fare un ulteriore pieno di fiducia e, ci si augura, in grado di sfruttarlo per chiudere la pendenza senza portare la serie nuovamente in Ticino. Facendosi trascinare nel caso ancora una volta da Dusan Mladjan (22.6 punti di media nei tre incroci), leader di un fronte offensivo che dopo gara-1 ha ritrovato varietà di bocche di fuoco, sorretta da una difesa che ha costretto sotto i 70 punti l'attacco neocastellano in gara-2 e gara-3 tenendolo ad un complessivo 38% dal campo, forzando allo stesso tempo qualcosa come ben 35 palle perse in due partite e prendendosi pure il controllo dei tabelloni (16 rimbalzi offensivi nel solo match giocato sabato).

Dalle lacrime ai sorrisi
Numeri che certificano la forza della SAM, capaci di soffocare gli animi di una Riveraine sabato straripante e ridotta alla fine al silenzio, quella stessa sala che solo un anno fa esultava festante mentre la Spinelli piangeva lacrime amare intrise di delusione. 365 giorni dopo sembra tutto cambiato, e in collina sono pronti a trasformare quelle lacrime in larghi sorrisi.