Basket 3x3

«Porto il nome di Lugano nel mondo con l’aiuto di Mike Efevberha»

La scorsa primavera il ticinese Westher Molteni, pioniere e ambasciatore svizzero del basket 3 contro 3, ha creato una nuova squadra basata nella sua città - Rinforzata dall'ex stella dei Tigers, la compagine ha già vinto un Challenger FIBA
Westher Molteni (terzo da sinistra), Mike Efevberha (quarto) e compagni festeggiano la vittoria in Indonesia. © FIBA3x3
Fernando Lavezzo
28.08.2025 06:00

Mike Efevberha è stato uno dei cestisti più spettacolari ammirati in Svizzera. Tra il 2009 e il 2011, ha incantato l’Elvetico con il suo tiro micidiale e le sue schiacciate, trascinando i Tigers alla conquista di due titoli, una Coppa Svizzera e una Coppa della Lega. Quest’estate, a 41 anni, è tornato a indossare la maglia di una squadra ticinese. Quella del Lugano 3x3 creato da Wes Molteni. Ne parliamo con quest’ultimo.

La nuova sfida del pioniere

Pioniere e ambasciatore svizzero del basket 3 contro 3, a 38 anni Westher Molteni continua a girare il mondo con le scarpette in valigia. Nel contempo, prosegue la sua missione per allargare la «community» di questo sport intenso e spettacolare. Anche in Ticino, con il Lugano 3x3, creato la scorsa primavera. «Non ho abbandonato il Team Lausanne, da me fondato insieme a Gilles Martin. Resto uno dei proprietari, ma i tempi erano maturi per costruire una seconda squadra basata nella mia città. Sono sempre in viaggio per partecipare a vari tornei e tra una tappa e l’altra volevo trascorrere più tempo possibile a Lugano, con i miei figli. Inoltre, ho il desiderio di far crescere il movimento del 3x3 nella mia regione, come abbiamo già fatto nel resto del Paese. Per iniziare, serve una squadra trainante, che abbia successo e visibilità, che favorisca l’interesse degli sponsor e l’organizzazione di eventi locali e internazionali. Con il Team Lausanne abbiamo portato il nome della città vodese in 40 Paesi. I nostri tifosi più caldi sono in Asia. Con Lugano possiamo fare altrettanto».

Primi successi

A livello sportivo, l’obiettivo di Wes è stabilizzare il Lugano 3x3 tra i migliori 20 team del ranking FIBA. «Quando un giocatore cambia squadra, porta con sé i suoi punti personali. Esiste infatti una classifica individuale, come nel tennis. Con quelli accumulati da me, il Lugano 3x3 non è partito da zero. Inoltre, sono andato a prendere altri giocatori con un buon punteggio per avere più chance di accedere ai tornei importanti. Da Losanna, è venuto anche l’americano Malik Hluchoweckyj. I nostri punti, sommati, ci hanno subito portati in 19. posizione. Abbiamo debuttato in maggio e da lì è stato un continuo crescendo. In luglio abbiamo vinto il Challenger di Giacarta, in Indonesia. Un’impresa difficile per un team appena nato. Siamo poi arrivati terzi al Master di Losanna, giocando senza cambi a causa di un infortunio e perdendo in semifinale contro i numeri uno al mondo. Insomma, sta andando bene».

Un segnale a Swiss Basket

Basato in Ticino, il Lugano 3x3 è un team di respiro internazionale. Westher Molteni è infatti l’unico giocatore svizzero della squadra. «In questo modo, intendo anche mandare un segnale a Swiss Basket. Mi spiego: nei cicli olimpici di Tokyo 2020 e Parigi 2024, tutti gli attori che si sono impegnati costantemente nel 3x3 non sono stati realmente sostenuti dalla federazione. Tutto quello che è stato ottenuto non è frutto di un progetto di Swiss Basket, bensì del lavoro assiduo di giocatori che si sono dedicati costantemente al 3x3. Siamo noi, attraverso i punti raccolti girando il mondo a nostre spese, a definire il ranking della Svizzera. In questo modo la Nazionale si qualifica a Europei, Mondiali e pre-olimpici. Ma senza gli sforzi dei singoli, il ranking della Nazionale crollerebbe».

Oggi la Svizzera è 17. in classifica e vanta circa un milione e 238 mila punti. Ebbene, Molteni e i tre giocatori svizzeri del Team Lausanne – Gilles Martin, Marco Lehmann e Jonathan Dubas – ne hanno garantiti circa 860 mila. «Ne abbiamo discusso anche con Swiss Olympic, per rivedere la distribuzione delle loro tessere, attraverso le quali si possono avere delle sovvenzioni».

La decisione di avere tanti stranieri nel Lugano 3x3, dunque, nasce anche da qui. «Può sembrare una scelta di rottura, ma il mio scopo è aiutare il movimento a crescere lanciando un segnale forte. Non è una ripicca per la mia esclusione dal torneo pre-olimpico nel 2024, voglio semplicemente che la federazione apra gli occhi. I punti conquistati dai miei compagni del Lugano 3x3 non andranno alla Svizzera. Anche a Losanna, ora, metà squadra è composta da stranieri. Se quest’estate la Svizzera è potuta andare ai Mondiali, dove ha poi conquistare l’argento, è grazie ai punti conquistati da chi gioca il 3x3 tutto l’anno o con una certa costanza. Ma se la federazione non si attiva, in futuro ci saranno problemi».

Una vecchia conoscenza

Nel Lugano 3x3, oltre a Wes e al già citato Malik Hluchoweckyj, ci sono due canadesi, un dominicano, un messicano e, come detto in apertura, l’indimenticato Mike Efevberha. «Gli ho scritto per diversi anni, dicendogli che secondo me il suo profilo era perfetto per il 3 contro 3. Al termine della scorsa stagione, da lui trascorsa a Taiwan, non aveva ancora firmato un contratto. Avendo una casa in Sardegna, ad Alghero, mi ha detto di essere disponibile per provare. Siamo andati insieme a giocare il torneo di Pavia, gli è piaciuto e in occasione del Challenger di Giacarta lo abbiamo inserito stabilmente nel roster. Abbiamo vinto e lui ha giocato alla grande, tanto da essere eletto MVP del torneo. Adesso ha appena ripreso la stagione di 5 contro 5 in Cina, ma ormai il 3x3 lo ha coinvolto totalmente e continuerà anche con noi per questa stagione. Ha 41 anni, ma ha sempre una grande energia e uno spirito competitivo. Il suo tiro da 3, poi, è micidiale».

Iniziative a 360 gradi

Reduci da un torneo a Bordeaux, Wes e il Team Lugano si rimetteranno presto in viaggio: Marocco, Germania, Asia. «I miei giocatori ricevono una partecipazione alle spese, ma sono ovviamente i premi a fare la differenza in termini di guadagni». Le sfide, per il ticinese, vanno ben oltre il campo: «Il mio è un progetto completo. Come detto, per spingerlo serviva una squadra faro. Il prossimo passo sarà iniziare a lavorare con i giovani. Ancora quest’anno, magari già a settembre, vorrei allestire un campo in una piazza di Lugano e proporre una giornata di avvicinamento alla disciplina. Per l’anno prossimo, c’è invece l’idea di portare a Lugano una tappa del tour mondiale, organizzando un Challenger che animi la città per un’intera settimana, coinvolgendo bambini, ragazze, disabili. Ho già in mente qualche bella location, vorrei che fosse in un’area di passaggio, che possa attirare i curiosi. Altri progetti seguiranno. A Losanna abbiamo persino creato una palestra con due campi ufficiali e un’area fitness che affittiamo tramite un’applicazione. L’idea è fare la stessa cosa a Lugano. Mi sto guardando intorno per cercare lo spazio giusto. Ne ho discusso anche con la Città, sempre disponibile ad ascoltare le nostre proposte e a dare una mano».

In questo articolo: