Basket

SAM a caccia del colpaccio

La Spinelli si sposta a Neuchâtel, dove va in scena gara-3 delle semifinali, per cercare di strappare ai neocastellani il match ball - Shannon Bogues: "A Nosedo mi sento come in famiglia, ecco perché voglio dare tutto per questa maglia"
Shannon Bogues in azione durante gara-2 delle semifininali, andata in scena a Nosedo. © Keystone/Francesca Agosta
Mattia Meier
27.05.2023 06:00

Nacogdoches è una cittadina di 30.000 abitanti del profondo est del Texas. Qui prese fortuitamente piede la carriera comica dei fratelli Marx ad inizio ’900, ed è sempre qui, in questo crocevia texano, che «il ragazzo» di Cormac McCarthy, nel suo Meridiano di sangue, incontra per la prima volta il giudice Holden. Nella «città più antica del Texas» nasce anche la storia di Shannon Bogues, il principio di un viaggio che lo porterà una ventina d’anni più tardi in maglia SAM Massagno, oggi a Neuchâtel (18.00) a caccia del «match ball» per la finale.

Educazione e punti di svolta

Un inizio che è in realtà una storia già sentita più volte. Perché il primo amore sportivo di Bogues, classe 1997, è sì una palla, ma dalla forma ovale: «Da ragazzino volevo solo giocare a football. A basket non mi sentivo così bravo. Sul campo verde ero rapido e mi piaceva il gioco fisico, la lotta per ogni pallone. Poi è successo che a 14-15 anni tutti sono diventati grossi, enormi, e io sono rimasto mingherlino. Una differenza troppo grande, stava diventando pericolosa (ride, ndr) e quindi ho virato sulla pallacanestro». Scelta di testa per un ragazzo abituato ad avercela ben salda sulle spalle grazie all’educazione tra le mura di casa, impartita da Shannon Sr., istruttore all’università militare di Nacogdoches: «Papà ha servito il Paese per oltre vent’anni. In casa è sempre stato un “sissignore”, “nossignore”. Non volava una mosca. Per me non è mai stato un problema. Mi ha reso una persona rispettosa. Spesso da ragazzi la gente si complimentava con me e i miei fratelli per la nostra educazione, che mi ha aiutato a essere uno che lavora per raggiungere gli obiettivi e non molla senza averci provato». Un aspetto che si rivelerà fondamentale. Nel 2019 Bogues porta i suoi 190 cm alla Summer League con Phoenix, ma viene tagliato. Una delusione cocente: «Il punto di svolta della mia carriera. Essere messo fuori fu dura, ma il basket come la vita è un viaggio, devi imparare ad affrontarlo. Dopo l’esclusione sono tornato a casa e mi sono infilato in palestra a lavorare. Mi ha motivato a dare ancora di più per essere un giocatore migliore».

Come una famiglia

Un assaggio di NBA arriverà comunque in G-League. Bogues finisce ai Wisconsin Herd, dove nel 2020 gioca, convince e divide lo spogliatoio con gente che ha calcato il parquet del «piano di sopra»: «Eravamo la squadra più forte, un’ottima annata. Avevo spazio e mi sentivo a mio agio. E avere come compagni ragazzi come Thanasis Antetokounmpo, Mason, Bender, che in NBA avevano giocato, mi permise di capire quanta distanza ci fosse tra me e il mio sogno. Non così grande in realtà, ma compresi anche di dover lavorare ancora e ancora. Se ho conosciuto Giannis? È venuto a vedere il fratello. Loro due sono così come li vedi, sempre sorridenti, sempre pieni di energia, non si fermano mai». Poi un discreto anno in Polonia, prima del ritorno in G-League, l’inizio di un periodo complicato: «Ai Capital City non avevo spazio, venni tagliato dopo qualche mese. Andai allora a Cipro giusto per qualche partita a fine stagione 2022 e poi più nulla, fino alla chiamata a gennaio della SAM sembravo non avere mercato. Un momento duro, ma anche questo fa parte del viaggio. Non ho mai pensato di mollare, sono sempre andato in palestra ad allenarmi per farmi trovare pronto, sapevo avrei avuto un’altra possibilità». Arrivata da una collina luganese: «Dove ho trovato un gruppo fantastico. Già dal primo giorno a Massagno mi sembrava di essere qui da sempre, è come una famiglia, mi hanno tutti accolto benissimo. Come puoi non dare tutto per una squadra così. Abbiamo tanta voglia di vincere. Adesso ci aspetta una prova di maturità, con due trasferte difficili, ma se vogliamo avere successo dobbiamo passare attraverso queste cose. Visto come abbiamo reagito a gara-1, dove dopo la sconfitta invece di abbatterci abbiamo lavorato ancora più intensamente arrivando carichi al secondo match, direi che siamo pronti a superare anche questo esame e prenderci il vantaggio nella serie».