SAM Massagno: le nuove prospettive e gli stimoli positivi

Roberto Badaracco chiama, Fabio Regazzi risponde. La tribuna non è quella elettorale, ma quella di una palestra; Nosedo, o se volete il futuro palazzetto dello sport di Lugano. Nessuna alleanza politica, bensì unione di intenti. Nel giorno della doppia conferenza stampa di SAM Massagno e Lugano Tigers, riverbera dal lago alla collina una parola comune; fusione. Nell’aula magna delle scuole elementari di Massagno, la presentazione della stagione sportiva della SAM 2025/2026 si apre con una finestra sul futuro, per bocca del presidente Fabio Regazzi: «Le prospettive del basket svizzero, inteso all’interno dei suoi confini, non sono affatto rosee al momento, tra fallimenti evitati all’ultimo e budget sempre più al ribasso, come nel nostro caso, ma anche passando per esempi più illustri come Friburgo. Certo si può sempre sperare in un magnate, ma le toccate e fuga nello sport non portano a molto, anzi. E allora come presidente mi chiedo se non sia forse il momento di pensare ad una squadra unica, nel luganese e nel cantone, che possa essere competitiva come noi e Lugano al momento non possiamo essere. Per il momento mi limito a buttarla lì, ma è un ragionamento per il futuro che non può non essere affrontato, e di certo non basterà un palazzetto a risolvere certi problemi strutturali». Sasso lanciato, vedremo ora quanto si agiteranno le acque dello stagno.
L’uomo giusto
Dal futuro, Regazzi è poi ritornato al presente, con un breve ritorno al passato recente: «La scorsa stagione non abbiamo raggiunto gli obiettivi prefissati; dare spazio ai giovani, raggiungere almeno una finale in una competizione. Per il nostro 18.esimo anno consecutivo nella massima serie si imponeva un cambiamento, uno scossone, ad iniziare dalla guida tecnica. Con Alain Attallah pensiamo di aver pescato il profilo giusto. Ha esperienza. A Basilea l’anno scorso con mezzi ridotti ha lavorato molto bene. Ha tutto per essere l’uomo giusto per noi».
Una scelta appoggiata, e anzi più che sostenuta, anche dal direttore generale Robbi Gubitosa: «È un allenatore che da avversario e collega ho sempre stimato e rispettato, uno dei pochi con cui non ho litigato (ride ndr.). Ha una grande preparazione. Faccio un esempio; il giorno del nostro primo colloquio, è arrivato con tutto il programma che aveva in testa per la nostra squadra, da qui a fine stagione, una cosa vista raramente. E l’impatto di queste prime settimane sta confermando la positività della scelta».
L’ex coach ha poi ricordato i numeri del movimento giovanile, punto di forza della società della collina: 13 le squadre, 148 i ragazzi iscritti e 98 quelli invece nel minibasket.
Buone sensazioni
La parola è quindi poi passata al nuovo capo allenatore, l’egiziano Alain Attallah: «Sono onorato di essere qui a Massagno. Ci aspettano sfide importanti, c’è tanta voglia di lavorare e fare bene. Il presidente dice che un obiettivo sarà dare minuti ai giovani, io dico che dovranno guadagnarseli, ma aggiungo subito che hanno tutte le qualità per farlo. Anche perché i nostri veterani stanno lavorando bene per integrarli al meglio. I tre americani sono più che interessanti: Adams conosce il nostro campionato, i due rookie si stanno ambientando bene. Siamo solo all’inizio, ma le prime sensazioni sono buone».
Del gruppo svizzero, confermati i fratelli Mladjan, con il ritorno di Nicola Stevanovic. Tra loro non ci sarà Alex Martino (così come Solcà e Koludrovic), figliol prodigo e bandiera massagnese, andato ad appendere le scarpette al chiodo in estate e che verrà omaggiato alla prima casalinga in ottobre. «È un vero peccato, ma rispettiamo la sua scelta. Rimarrà sempre uno della SAM – ha chiuso ancora Regazzi, prima di scandire gli obiettivi stagionali – Far crescere i giovani, e andare il più avanti possibile nelle varie competizioni, senza pressione».