Basket

Solcà e le buone abitudini: «Ma con la SAM sarà battaglia»

Il playmaker ticinese dell’Olympic – in forte dubbio per una botta alla testa – lancia la finale con Massagno: «Giocare queste partite è il nostro obiettivo»
© Ti-Press
Mattia Meier
02.06.2023 06:00

Il mondo è piccolo, e quello del basket rossocrociato forse ancor di più. Nella finale playoff al via domani il valzer degli “ex” tra Massagno e Friburgo è come sempre degno di nota; i fratelli Mladjan e James da una parte, il trio Jankovic – Kovac – Solcà dall'altra. Quest’ultimo però, al pari di un altro ex fuori gioco ormai da tempo, Nikolic, rischia seriamente di non poter prendere parte ai giochi per il titolo.

Questione di abitudine

Un colpo alla testa, ricevuto in allenamento prima della serie con Ginevra, ne mette sfortunatamente a repentaglio la presenza. Una piccola beffa per Solcà, capace di ritagliarsi il suo spazio in maglia burgunda e un passato con addosso i colori della SAM, tra livello giovanile e primi assaggi di serie A: «Purtroppo sono decisamente in forse – ci spiega proprio il ticinese –. Ho preso questa botta in allenamento un paio di settimane fa, e da allora ho spesso fastidiosi mal di testa. In semifinale già in gara-1 ho capito che non ero a mio agio. È un po’ frustrante pensare di non poter scendere in campo in finale». Il playmaker dei friburghesi rischia dunque di dover rimanere a bordo campo mentre i suoi compagni lotteranno per il loro obiettivo. Obiettivo che sulle sponde della Sarine è ormai quello di sempre. Un’abitudine che si trasforma in mentalità e aiuta a togliere pressione: «Sì, anche se pure Massagno ha dalla sua giocatori con esperienza di finali e vittorie. Però è vero, qui a Friburgo arrivare fino a questo punto è in un certo senso il minimo. Siamo abituati a giocare certe partite, non ci facciamo influenzare dalla pressione. Però non vuol dire che arrivare in finale sia una cosa banale per noi; questa è stata una stagione complicata, sono successe diverse cose; infortuni, cambi di giocatori e stranieri, l’addio di Aleksic. Tutte cose che sull’arco di questi mesi siamo stati bravi a gestire, senza che ci distraessero troppo da quanto siamo chiamati a fare sul parquet».

Ultimo giro, ultimo regalo

In effetti l’annata dell'Olympic è andata nettamente in crescendo, soprattutto dopo la fine dell’avventura in Europe Cup: «Come dicevo è stato un campionato non evidente da affrontare – racconta sempre il ragazzo classe 2000 – gli infortuni di inizio stagione non ci hanno permesso di trovare subito la stabilità che cercavamo, e l’impegno in Europa sicuramente qualche energia l’ha tolta. Questo lo abbiamo pagato con l’eliminazione dalla SBL Cup. Ma oggi siamo dove avevamo intenzione di essere da inizio stagione, non è un caso se ci arriviamo con il motore al massimo dei giri». Motore pronto a dare a coach Petar Aleksic un ultimo, glorioso, giro d’onore. Dopo 10 stagioni sulla panchina friburghese e 17 trofei, l’allenatore bosniaco e la società poco più di un mese fa hanno comunicato che al termine della stagione le strade si separeranno: «Una notizia che al nostro interno era nell’aria già da diverso tempo. Lui qui ha vinto tutto quello che c’era da vincere, è sicuramente una figura importante di questa organizzazione, ed è giusto che scelga di fare un nuovo percorso. E noi giocatori vogliamo fargli un bel regalo, permettergli di chiudere al meglio la sua storia con Friburgo».

Non ci sono favoriti

Per riuscire a riempire ulteriormente la bacheca, c’è una finale da vincere e una SAM da battere. Esperienza, talento, profondità: ai campioni in carica non manca nulla. Questo non rende forse i burgundi favoriti?: «Le statistiche dicono 2-2 negli scontri diretti stagionali. Entrambe siamo in forma, entrambe vogliamo difendere il nostro campo cercando allo stesso tempo di vincerne una fuori. Favoriti? Non so rispondere (ride ndr.)». Di sicuro ci sarà da lottare: «Gli incroci con la SAM sono sempre finiti punto a punto, delle belle battaglie. Ci conosciamo ormai bene. A Massagno hanno due fratelli che possono farti male in qualsiasi momento, con Bogues e Williams rappresentano la base della squadra. Dovremo essere bravi a lavorare bene su di loro, cercando di limitarli il più possibile, sapendo che non puoi fermare tutti e tutto ma cercare almeno di rendergli la vita il più difficile possibile. Ovviamente non sarà facile, ma è per questo che lavoriamo e ci faremo trovare il più pronti possibile». Dalla vostra avrete un Kovac in gran spolvero in questi playoff: «Ha chiuso la serie con Monthey, e deciso quella con Ginevra. È decisamente carico, sta girando a mille, sa cosa vuole. Lui come tutto il gruppo».