Basket

«Stiamo migliorando, cresciamo a ogni match»

Secondo Andrea Broggi ai Lugano Tigers, che oggi affronteranno gli Starwings all’Elvetico, serve solo continuare a lavorare sodo per trovare fiducia
Il giovane Andrea Broggi, tornato all’ovile dopo tre anni in Italia, è tra le piacevoli sorprese nelle file dei Lugano Tigers. © cdt/gabriele putzu
Mattia Meier
15.11.2025 06:00

Si prevede pioggia nel fine settimana. In casa Lugano Tigers d’altronde, è già un po’ che piove sul bagnato. La notizia dell’assenza bimestrale di King ha già ormai qualche giorno, eppure ancora brucia. Per una squadra dalla rotazione assai corta e alternative ancor più ridotte, perdere il miglior giocatore, non solo della squadra ma al momento dell’intero campionato, non è certo manna dal cielo. Mannaia, piuttosto. E allora sotto con il mercato, in cerca di sostituti. Non sarà Roberto Kovac, passato per un allenamento dalle parti dell’Elvetico ma alla fine non opzionato, possibile invece assistere ad un ritorno, quello del veterano giramondo del nostro basket Markel Humphrey, attualmente in 1. Lega a Martigny. E però squalificato fino al 6 dicembre. Insomma, un sostituto dall’usato sicuro ma non pronto all’uso. Toccherà dunque a chi rimane provare a smuovere acque e classifica oggi nell’incontro casalingo con gli Starwings. Tra questi, anche Andrea Broggi, rientrato all’ovile dopo tre anni in Italia, e tra le piacevoli soprese del primo turno di campionato.

Una bella sorpresa

«L’infortunio di King non ci voleva. La sua importanza per noi è ormai nota. Al di là delle statistiche, la sua capacità di trovare una soluzione e darci certezze nei momenti difficili o di caos era un fattore non da poco». Parole al miele quelle di Broggi per il compagno statunitense, il migliore di tutti – in campionato – per punti, rimbalzi e valutazione. Simili a quelle in questi due mesi spese dagli spalti per il giovane playmaker bianconero, cresciuto proprio nelle giovanili del club luganese e tornato alla base dopo tre anni a Borgomanero. D’altronde, con 12.9 punti e 4.4 assist in 32’ di media a partita, il ragazzo classe 2005, testa, mani e gambe veloci, di applausi ne ha già strappati parecchi: «Posso essere contento – ci spiega proprio Broggi – Sto giocando tanto, e sto giocando bene, meglio di quanto probabilmente ci si aspettasse. Io però non mi accontento, anzi, da sempre la mia filosofia è quella di lavorare sodo e continuare a migliorare e crescere. Ad esempio al momento posso dire che nel tiro da tre devo essere più incisivo». Prestazioni che hanno sorpreso gli addetti ai lavori dunque, ma anche un po’ il diretto interessato: «Quando sono arrivato qui ero reduce da tre mesi di stop, perdendo così tutta l’estate, il periodo dell’anno dove lavori sui tuoi difetti e provi a migliorare. Quindi sì, qualche dubbio su di me l’avevo anch’io, ho sempre avuto fiducia ma lo ammetto, non ero convinto di riuscire come sto facendo». Merito anche della fiducia riposta da coach Montini: «Mi seguiva già l’anno scorso a Borgomanero, mi ha cercato e convinto a tornare qui, mi dà tanto spazio, sento di avere la sua stima e penso di poter dire che anche lui è contento di come sto giocando».

Di esperienza e coesione

Giocatori che rendono, risultati che non arrivano. Un male endemico, non da quest’anno, del Lugano: «Siamo in crescita, secondo me miglioriamo di partita in partita. È vero, qualche partita l’abbiamo buttata via nel finale, mancando di chiuderle nel quarto periodo, ma queste cose le migliori solo con l’esperienza, imparando proprio dalle sconfitte cosa va fatto per evitarle. Dopodiché, Friburgo a parte, ce la siamo giocata fino in fondo con tutte, così scarsi non siamo, ci manca solo quello step in più». Che l’assenza di King, tra talento e la citata esperienza, potrebbe da un lato ritardare, ma dall’altro anche stimolare. Servirà crescere in fretta, senza mentori cui appoggiarsi. Niente di nuovo per Broggi: «È vero, non c’è forse un “veterano” al quale appoggiarmi per prendere esempio, anche se King e Moses finora non si sono tirati indietro in questo, ma è altrettanto vero che finora ho sempre giocato in squadre giovani. Anche a Borgomanero eravamo tutti ragazzi. Devo dire però che anche se giovani siamo un bel gruppo, tutti si danno da fare, non c’è un vero e proprio leader, si lavora tutti insieme, c’è fiducia reciproca. Siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità».