Tennis

Basta rosso, il semaforo è verde: Alcaraz e Sinner sono alla guida

È iniziata la stagione sull'erba e i primi due giocatori della classifica mondiale restano gli uomini da battere – Djokovic e Nadal potrebbero essere i grandi assenti del prossimo mese, l'outsider numero uno è Hurkacz
©Reuters/Paul Childs
Alex Isenburg
12.06.2024 06:00

Avete presente quando ci si prepara per un grande appuntamento e bisogna togliere i vestiti di lavoro – logori e sciupati – per indossare l’abito delle grandi occasioni? Ecco, per i tennisti è arrivato quel momento, quello dello smoking bianco. È giunta l’ora di scrollarsi la terra rossa di dosso e cambiare le proprie scarpe, perché le suole «a spina di pesce» non sono più utili, ora servono i tacchetti. Il tennis ricco di scambi, sudore e fatica lascia spazio a quello della tradizione, fatto di eleganza e volée. Ci siamo, si gioca sull’erba.

Una prelibatezza

È la superficie più storica e allo stesso tempo la più trascurata. Confinata lì – nel mezzo della stagione – e ridotta a un mesetto di competizioni. Seppur poco presente all’interno del calendario, l’erba porta con sé un fascino innegabile, da ristorante gourmet. Se ne può pregustare una dose ridotta – quasi striminzita – ma sempre di grande qualità. L’ineguagliabile ambiente di classe, poi, eleva il tutto.

Certo, il manto erboso non è più quello di un tempo e così anche gli strumenti di lavoro, tra palline e racchette. Basta guardare una finale di Wimbledon dei tempi recenti e una di trent’anni fa, sembra uno sport diverso. Le difficoltà della superficie – legate soprattutto all’equilibrio precario negli spostamenti e ai rimbalzi irregolari – mettono comunque in affanno una buona parte del circuito. La maggioranza dei giocatori si adatta, gli specialisti si esaltano.

Ci eravamo lasciati così

Finale di uno Slam, quinto set e Carlos Alcaraz in campo. Al termine del confronto – a braccia alzate – il fenomeno iberico solleva una magnifica coppa dorata, sulla cui cima è riposto un ananas. È l’opera d’arte più ambita, quella che ogni tennista sogna più di ogni altra cosa: il trofeo di Wimbledon. Ci eravamo lasciati così, undici mesi fa. Lo scenario che ritroviamo, in sostanza, è il medesimo. Alcaraz nel set decisivo contro Djokovic era appena entrato nella leggenda, pochi giorni fa – in un palcoscenico simile, ma contro un avversario differente – ha ulteriormente rafforzato il suo mito.

Lui, sarà l’uomo da battere, quello da scalzare dal trono. Al suo fianco, il numero uno al mondo, Jannik Sinner. La nuova guardia non parte più dalle retrovie dello schieramento, ma affronta la battaglia dagli avamposti, con i favori del pronostico.

Gli ostacoli

Fino a qualche anno fa, nel mondo del tennis il termine «erba» era sinonimo di Roger Federer e gli unici capaci di limitare il dominio di Sua Maestà sono stati Djokovic e Nadal. Senza di loro, ci sarà qualcuno in grado di ostacolare il cammino di Alcaraz e Sinner? Sembra difficile, sinceramente. Sì, perché i due veterani presumibilmente – visti i rispettivi acciacchi fisici – non effettueranno il cambio di superficie. Il loro obiettivo risponde al nome di Olimpiadi, che si giocheranno su terra battuta in quel di Parigi.

Si parlava di specialisti, già. Purtroppo ce ne sono sempre meno. Sul rapido, allora, si esaltano soprattutto i cosiddetti «big server». Occhio, allora, a chi ha sconfitto Re Roger nella sua ultima apparizione sui prati londinesi, ovverosia Hubert Hurkacz. Il polacco l’anno scorso fu battuto proprio da Djokovic agli ottavi di finale, dimostrandosi una volta di più particolarmente intraprendente su questa superficie. Grandi sorprese potrebbero arrivare da giocatori imprevedibili – ma molto pericolosi – come Struff e Bublik. L’arma principale, il servizio per l’appunto, è un gesto con il quale Medvedev e Zverev riescono a nascondere le loro lacune sui campi verdi, dunque non vanno sottovalutati neanche loro.

Fatta eccezione per i grandi servitori, bisogna monitorare con attenzione Grigor Dimitrov. Lui che, non a caso, è colui che più ricorda le gesta di Roger. Il bulgaro negli ultimi mesi sta giocando a un ottimo livello: potrà diventare un’insidia anche contro la temibilissima gioventù.

La lotta al femminile

Anche tra le donne, in fin dei conti, il campo delle favorite è abbastanza ristretto. Delle «solite» tre, Rybakina è quella che ha dimostrato una maggior affinità con l’erba, ma Swiatek e, soprattutto, Sabalenka non sono lontane. Non vanno poi dimenticate la campionessa di Wimbledon in carica, Marketa Vondrousova, così come Ons Jabeur e Madison Keys. Insomma, lo spettacolo è garantito.