L'intervista

«Che orgoglio le cento panchine in questa piazza»

Tagliato (e superato) il traguardo delle cento panchine con il Mendrisio, mister Stefani si racconta: «Indelebili le emozioni della promozione»
© Flavio Monticelli
Riccardo Vassalli
23.09.2025 06:00

Cento panchine non si improvvisano. Si sognano e si costruiscono giorno dopo giorno con sacrificio e un legame profondo. Amedeo Stefani ha tagliato il traguardo delle cento panchine alla guida del Mendrisio, diventando figura centrale anche nell’identità del club. «È un’emozione forte, che ho realizzato più a freddo che nell’immediato. Cento panchine sono la testimonianza di un percorso, di relazioni costruite ogni giorno e di fiducia reciproca. Non ho mai allenato per arrivare a un numero, ma aver raggiunto questa meta in questa piazza è per me motivo di orgoglio».

Tra le cento panchine, una spicca su tutte: «Se devo sceglierne una rappresentativa, direi il giorno della promozione in Prima Lega. Non solo per il risultato, ma per ciò che rappresentava in quel momento per noi e per tutto il paese. Era il frutto di un lavoro lungo, costruito con umiltà e dedizione. Quel giorno ho visto una squadra vera, compatta, e soprattutto con un’identità chiara. Ma sento che abbiamo ancora delle belle pagine da scrivere».

Il Mendrisio di oggi gravita a metà classifica di Prima Lega. «Alleno un gruppo affamato e con tanta voglia di crescere. I ragazzi lavorano con serietà e sapendosi mettere in discussione. I segnali sono incoraggianti, sia a livello tecnico che di atteggiamento. Quando scendiamo in campo vedo una squadra determinata, compatta e consapevole del valore che ha il lavoro quotidiano sul campo». E il filo conduttore non cambia: il rispetto per la maglia. «Il legame con il club è la nostra forza. Questa stagione è una nuova pagina da scrivere, con la crescita personale e collettiva come priorità».

Tra campo e banca

Allenatore ma anche direttore della Raiffeisen di Mendrisio e Valle di Muggio. Due ruoli impegnativi che si intrecciano con «organizzazione, metodo e tanta passione. In banca come in campo serve visione, capacità decisionale e gestione delle persone. Ma tutto questo non sarebbe possibile senza la mia famiglia. Laura, la mia compagna, è la mia forza silenziosa. Mi sostiene con tanta pazienza e sensibilità. E poi i miei figli: sono la mia energia pura. Senza di loro nulla sarebbe possibile».

Partite diverse, sul lavoro e sul campo, ma appunto con tanti punti in comune. «Certo, in entrambi i settori serve leadership, capacità di ascolto e lucidità. Il mio compito è saper motivare un gruppo, valorizzare i talenti e costruire un’identità collettiva».

All’orizzonte il derby

Tornati da Freienbach con un punto (1-1, in rete Salvatore Guarino), i biancorossoneri di mister Stefani tornano in campo eccezionalmente venerdì sera per il derby di Prima Lega contro il Collina d’Oro. Le due ticinesi arrivano all’appuntamento con otto punti a testa e un ruolino di marcia simile nelle prime sette partite.

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