“Giocare è la parte semplice. Ammiro Prisco e Stagno. E il Melide è una grande famiglia”

Da pilastro della retroguardia a uomo mercato. Nikolin Gjoka ha appeso gli scarpini al chiodo, ma non ha certo detto addio al calcio. Anzi: lo vive oggi da un’altra prospettiva, quella dirigenziale, con la stessa passione e dedizione che lo contraddistinguevano in campo. Da qualche mese è il nuovo direttore sportivo del Melide, e ci ha raccontato le sue prime impressioni in un ruolo che lo affascina, ma che sa essere tutt’altro che semplice.
Nikolin, come sono stati questi primi mesi da direttore sportivo?
“Molto intensi. Sono entrato in tante dinamiche nuove che portano via tanto tempo ed energie. Ora mi rendo conto che giocare sia la parte “semplice” per certi versi.”
È un ruolo che comporta responsabilità. È come te lo aspettavi?
“Credevo che certi meccanismi fossero più semplici. Però, come in tutte le cose nuove, l’inizio è la parte più difficile.”
C’è qualcuno, nella tua carriera da giocatore, che ti ha ispirato in questo nuovo cammino?
“A livello di calcio regionale ticinese mi sono sempre piaciute la capacità di Prisco e Stagno, attualmente al Collina. È un ruolo dove, a mio avviso, devono esserci empatia e molta conoscenza.”
Che valori porta sul campo il tuo Melide?
“Il Melide è una grande famiglia che cerca di rinnovarsi ogni anno con la stessa filosofia: presentare un gioco piacevole agli occhi del pubblico con giocatori giovani, volenterosi e consapevoli di essere in una società sana e senza pressioni.”
Mercato: soddisfatto? Rosa chiusa o c’è ancora margine?
“Siamo contenti di quanto fatto finora. Abbiamo trovato il giusto mix tra giovani e giocatori di esperienza, che comunque sono tutti under 30. Detto questo, abbiamo ancora in pancia 1-2 colpi che potrebbero alzare ulteriormente il livello.”
Che Seconda Lega ti aspetti?
“Credo che sarà un campionato equilibrato, dove al momento non vedo una vera e propria favorita, sinceramente.”