Pro Daro, via al nuovo ciclo targato De Marchi

Mattia De Marchi ha le idee chiare e si è tuffato nel mondo degli attivi con l’entusiasmo di sempre. Da circa dieci giorni guida la Pro Daro in Terza Lega e al timone dei neroazzurri ci resterà anche la prossima stagione, a prescindere dalla categoria. Domenica un ruggito importante: 4-6 in rimonta sul campo del Makedonija e salvezza «lontana» un solo punto. La posizione in classifica non è stata «assolutamente un problema nell’accettare la panchina. La volontà è quella di costruire qualcosa di interessante che possa durare più anni. Il tutto con un occhio di riguardo alla crescita e formazione dei giovani, supportata dal coinvolgimento e l’esperienza dei più esperti in rosa. Si è voluto anticipare un lavoro da intraprendere nel mese di luglio e sicuramente farò e faremo il possibile per provare ad ottenere la salvezza».
Classe 1990, De Marchi ha alle spalle diverse e positive esperienze nel settore allievi. «Dopo quasi un anno sabbatico, ha vinto la voglia di rimettermi in gioco. L’assenza dai campi di calcio iniziava a farsi sentire. L’ambiente Daro ha fatto la differenza, in quanto mi sento apprezzato e voluto bene, fattori importanti per prendere una decisione. Ho vissuto diverse esperienze con i giovani e ho ricevuto in cambio molte soddisfazioni. Sementina, Taverne, Locarno, Bellinzona e lo stesso Pro Daro, senza tralasciare l’ultima e breve esperienza al Team Ticino Femminile. Tutte esperienze che a modo loro mi hanno fatto crescere e migliorare, sia calcisticamente che umanamente».
Come il background dell’allenatore neroazzurro può influenzare in maniera positiva il lavoro con un gruppo di attivi? «Credo che bisogna essere credibili in tutto quello che si propone, a prescindere dalla fascia d’età. Significa sviluppare attività con idee, concetti e divertimento rendendo partecipi i più esperti. Penso possa essere un giusto mix per creare delle basi solide. Mi impegno per portare a Daro un calcio dinamico, fatto di idee e concetti ben definiti con la palla e voglia di riconquistarla rapidamente quando la si perde. Come avvenuto con i ragazzi, vorrei che il Daro possa venire riconosciuto positivamente per quanto propone in campo».
Chi «studia» mister De Marchi? «Ci sono diversi allenatori bravi e competenti da cui si può sempre imparare qualcosa. Restando in Ticino, ho grande stima di Alessandro Minelli, conosciuto durante gli esami B UEFA a Neuchâtel. Con il senno di poi, iniziata questa avventura, non nascondo un leggero rammarico di aver rifiutato la possibilità di allenare con lui a Mendrisio, preferendo proseguire un percorso formativo con i giovani a Bellinzona».