L'intervista

Türkyilmaz: «Nei veterani il gol più bello della carriera»

Kubi si racconta: «Vengo dal calcio regionale e lo seguo ancora con interesse»
Riccardo Vassalli
21.10.2025 06:00

Dal calcio regionale alla Champions League, passando per 62 presenze (e 34 reti) con la maglia della Nazionale Svizzera cucita addosso. Kubilay Türkyilmaz – per tutti «Kubi» - ha segnato in tutti i modi. In tanti stadi, in diverse competizioni e con squadre diverse. Bellinzona, Servette, Bologna, Galatasaray, Grasshoppers, Locarno, Lucerna, ancora Bellinzona, quindi Brescia, Lugano e Lucerna prima di una breve parentesi in granata all’età di 47 anni per la ripartenza della sua squadra del cuore nel calcio regionale. La chiusura di un cerchio perfetta.

Oggi 58enne, Kubi continua a masticare calcio. Non dimentica nemmeno gli inizi. «Vengo dal calcio regionale e lo continuo a seguire. Il mio weekend è sui campi. Ho figli che giocano e quindi il sabato e la domenica li seguo. Il venerdì vado a vedermi qualche partita regionale. Cerco di individuare qualcuno che, messo in un contesto differente, potrebbe fare qualcosa di diverso». Una sorta di talent-scout del nostro calcio. «Qualcuno l’ho già individuato, ma non vi dico chi (ride, ndr). Parliamo di giocatori che sono stati trascurati da realtà più importanti e non hanno beneficiato di una chance. Seguo le partite, ma mi piace vederli anche durante gli allenamenti».

La chiacchierata si sposta sul passato e sugli oltre 200 gol in carriera. Quale il gol che ricorda ancora oggi? «Il bambino di sei anni che sognava una carriera da professionista risponde quelli all’Old Trafford e al Camp Nou in Champions League. Il più bello della mia carriera, però, l’ho fatto con i veterani del Giubiasco».

A livello di personalità, Türkyilmaz non ha mai avuto peli sulla lingua. Con il passare degli anni, però, «qualcosa cambierei con la testa di oggi. Da giocatore ero molto istintivo, ora ragiono di più. Forse avrei un rapporto diverso con la Federazione Svizzera. Mi ero iscritto al diploma da allenatore A mentre lavoravo con i talenti dalla U15 alla U18. Mi fu detto che non potevo iscrivermi senza avere una squadra da allenare. Era gennaio e chiesi di valutare il fatto che lavoravo per loro e che in estate avrei cercato una squadra da allenare. Niente da fare. Ebbi una reazione che oggi forse non avrei avuto».

Come e quanto è cambiato il calcio di oggi rispetto a quello di Kubi? «Quello di una volta mi divertiva di più. Il calciatore era il protagonista, oggi lo sono altre persone». E quello regionale? «C’è più qualità tecnica perché vi troviamo ragazzi che magari hanno indubbie qualità, ma non hanno avuto chance».

Impossibile non chiedergli del Bellinzona. Si rialzerà? «Se gioca come domenica, faccio fatica a pensarlo. Diciamo che sono preoccupato, ma spero che reagiscano». Concludiamo la chiacchierata con Türkyilmaz chiedendogli dove e come segnerebbe un ultimo gol. «Non mi interessa né dove né come. Mi piacerebbe fare un gol con i miei genitori in tribuna. Non ho mai avuto la fortuna di poterlo fare».

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