Calcio

A Wembley la finale dei due mondi: tutto dice Real, eccetto il Borussia

Questa sera a Londa va in scena l'atto conclusivo della Champions League tra la squadra di Carlo Ancelotti e quella di Gregor Kobel
©Andy Rain
Red. Sport
01.06.2024 06:00

Il Real Madrid, una sorta di mostro sacro della Champions League, si presenta alla finalissima di Wembley da strafavorito. Vuoi, appunto, per il suo feeling con la competizione, vuoi per la miriade di stelle che illumina lo spogliatoio dei Blancos. Questa sera - alle 21 - gli spagnoli affrontano il Borussia Dortmund, outsider in tutto e per tutto, a fronte di un budget più povero e una rosa meno attrezzata. I tedeschi, spinti dal collettivo, sognano però di raggiungere l’impensabile.

Insomma: da un lato il club più vincente della storia con quattordici titoli all’attivo, di cui cinque negli ultimi dieci anni, dall’altro una formazione che vuole riscrivere la storia, dopo essere caduta sul più bello proprio a Londra, 11 anni fa, ma anche memore dell’unico e clamoroso successo del 1997.

La missione e il sogno

La formazione diCarloAncelotti punta a tornare sul trono d’Europa al termine di una stagione quasi perfetta, segnata da due sole sconfitte in 54 partite. Quando risuona l’inno della Champions, teatro dei trionfi più belli, il Real riesce inoltre ad acquisire ulteriore forza e credibilità. Non si spiega altrimenti l’eliminazione del Manchester City - campione in carica - allo stadio dei quarti di finale. Così come è lì a dimostrarlo il ritorno della semifinale con il Bayern, ribaltato a un amen dal triplice fischio finale.

Nonostante ciò, il Borussia Dortmund e il suo portiere svizzero Gregor Kobel non intendono calcare il prato di Wembley in punta di piedi. «Giochiamo contro una squadra costruita per vincere la Champions League, la cui missione è vincere la Champions League» ha riconosciuto il tecnico dei tedeschi Edin Terzic. Per poi tuttavia precisare: «Ma quando si ha una missione da compiere, capita di sbagliare. Noi, al contrario, abbiamo un sogno. E ritengo che sia differente. L’allenatore del Borussia sa di che cosa parla. Dopo tutto, i suoi uomini hanno addomesticato il «gruppo della morte» con PSG, Milan e Newcastle, prima di sconfiggere l’Atletico Madrid e - di nuovo - avere la meglio sul PSG di Kylian Mbappé. «Ora, però, ci aspetta il numero uno in assoluto» ha sintetizzato Terzic. «Sono fermamente convinto che in una partita tutto sia possibile e il Borussia ne è la prova».

Ultime volte (o forse no)

A favore del Real Madrid, dicevamo, parla la storia. La corazzata iberica ha vinto le ultime otto finali, mentre l’ultimo fallimento risale al 1981. «La squadra è concentrata e fiduciosa di poter dare il meglio» ha evidenziato in merito mister Ancelotti. «Per giocare la partita più importante della stagione bisogna crederci, sempre rispettando gli avversari perché se sono arrivati fin qui vuol dire che l’hanno meritato». Per l’allenatore italiano, la finale di Champions League si è oramai trasformata in una piacevole consuetudine. Quattro i trofei vinti (due con il Milan, due con il Real), per un record destinato a resistere ancora e ancora. Forse a essere migliorato. «Sono felicissimo di essere qui» ha dichiarato «Carletto». «Non è la prima volta, e spero che non sia l’ultima». Di sicuro sarà invece l’ultimo grande ballo, a livello di club, per Toni Kroos, pronto a lasciare dopo Euro 2024. Luca Modric, da parte sua, potrebbe addirittura festeggiare la sesta Champions in carriera. A simboleggiare il Real Madrid, però, è un altro giocato. A 20 anni, il centrocampista inglese Jude Bellingham suggerisce sia la potenza sportiva, sia la potenza finanziaria del Real, capace di mettere sul piatto oltre 100 milioni di euro per ingaggiarlo. Questa sera a Wembley, non a caso, si scontreranno due mondi e solo uno trionferà. Sarà ancora una volta il Real? O il Borussia Dortmund, 27 anni dopo