Il caso

Allenamenti a porte chiuse: l’Inter fa disperare i tifosi ticinesi

A Cornaredo le sedute dei nerazzurri non saranno aperte al pubblico – La parola a Leo Vinelli, presidente dell’Inter Club JZ4: «Ci dispiace, è come avvicinarsi a un sogno ma non poterlo toccare»
Leo Vinelli, al centro con la maglia azzurra, assieme ai soci del suo Inter Club prima di un derby a San Siro.
Marcello Pelizzari
14.06.2019 16:43

Inter a Lugano: che meraviglia. Sì, ma gli allenamenti saranno a porte chiuse. Una beffa. Soprattutto per i tanti tifosi nerazzurri che vivono in Ticino. «Certo, ci dispiace» spiega Leo Vinelli, presidente dell’Inter Club JZ4 di Cadenazzo. Con 400 soci, il sodalizio sopracenerino è il più grande della Svizzera. «Dobbiamo capire, però, che il calcio è un lavoro e l’Inter ha tutto il diritto di allenarsi senza tifosi attorno. Ripeto, il dispiacere c’è e non lo nascondo. È come essere vicini ad un sogno e non poterlo toccare. Però non è detta l’ultima parola. So che sia la società sia il coordinamento degli Inter Club faranno di tutto per venire incontro a noi tifosi».

Il Ticino è terra di interisti. Oltre al Club di Vinelli ce n’è uno a Locarno e un altro a Lugano. «Il nostro è stato ribattezzato JZ4 pochi anni fa, in onore del capitano Javier Zanetti ultima grande bandiera. Ai tempi ci chiamavamo ‘‘Non mollare mai’’. È un po’ il motto dell’interismo, tant’è che avevo chiamato così anche il bar dove ci radunavamo a Cadenazzo. Ora quel bar si chiama Leilo. Lì abbiamo vissuto tutte le gioie dell’Inter e anche il Mondiale del 2006».

A Vinelli chiediamo anche un parere su Antonio Conte, che a Lugano farà il suo esordio sulla panchina dell’Inter. L’ex condottiero della Juve per anni è stato il principale nemico del popolo interista. «Purtroppo il calcio è cambiato» prosegue il presidente. «Non ci sono più le bandiere di una volta. Il nostro Zanetti, il grande Maldini, Totti. Antonio Conte è un eterno rivale, non mi è mai piaciuto a dirla tutta. Ma era il miglior allenatore sulla piazza. E siccome il calcio ormai è un’industria, se vuoi vincere per forza di cose devi prendere il meglio. In quanto interisti accogliamo Antonio per quello che è: un grande allenatore. Rispettiamo il suo passato, ma non dimentichiamo che è stato per anni un uomo Juventus».

A tenere banco è anche Mauro Icardi. Marotta, ad esempio, è stato sollecitato più volte sulla questione: l’argentino a Lugano ci sarà oppure no? Leo Vinelli crede che la frattura fra club e giocatore sia insanabile: «La situazione venutasi a creare è troppo complicata. Mi dispiace se Mauro dovesse andarsene. Io mi ero innamorato di lui, era entrato nel cuore della gente. Io spero che questo strappo si possa ricucire. Magari mister Conte è la persona ideale perché ciò accada. Ma la vedo dura».

In chiusura, spazio ancora alle sedute a porte chiuse: «Noi sosterremo sempre l’Inter e non ci metteremo certo a fare polemica su una questione in fondo marginale» la chiosa di Vinelli. «Sono convinto, inoltre, che una soluzione per noi Inter Club alla fine si troverà. E poi c’è l’amichevole contro il Lugano: saremo presenti in massa a Cornaredo».