Calcio

Andrey Ukrainets e il vento dell’Est

L’azionista di maggioranza del Chiasso ha finalmente un volto e un nome – Bignotti: «È amico di Novoselskiy ma il Lugano non ci governa»
L’allenatore del Chiasso Andrea Manzo con il «patron» Andrey Ukrainets. (FC Chiasso)
Marcello Pelizzari
17.01.2019 06:00

CHIASSO - Eccolo, l’uomo forte alle spalle del Chiasso. Si chiama Andrey Ukrainets e arriva da Est. È uscito allo scoperto martedì sera. All’improvviso. Azionista di maggioranza della Soccer Future SA – la società anonima che detiene il 63% del capitale azionario del club –, l’amico di Leonid Novoselskiy ha incontrato dirigenti, staff e giocatori. Chiamatela pure toccata e fuga. «Ma vi prego, basta fare dietrologia» dice Nicola Bignotti, direttore generale dei rossoblù.

Ukrainets risulta essere il direttore finanziario della Gradient, holding russa creata da Novoselskiy. Sul sito ufficiale del Chiasso non nasconde il legame con il presidente del settore giovanile del Lugano. Anzi, dice di avere investito al Riva IV «su consiglio del mio grande amico Leonid Novoselskiy». A suo tempo, Ukrainets aveva fornito le necessarie garanzie affinché il Chiasso strappasse in seconda istanza la licenza di gioco per la stagione corrente.

«Come mai si è palesato solo ora? Prima aveva impegni lavorativi» racconta ancora Bignotti. «Non aveva senso fare il suo nome mentre era lontano. Voleva presentarsi da tempo. È arrivata l’occasione giusta». Ukrainets si è confrontato con Bignotti, il presidente Maurizio Cattaneo e l’avvocato Nicola Gianoli (amministratore della Soccer Future) circa il dossier licenza, un tema storicamente spinoso in Via Primo Agosto. La macchina per ottenere il nullaosta dalla Swiss Football League per l’annata 2019-20 è partita. E le basi adesso sarebbero molto più solide. «Avevo incontrato Ukrainets la prima volta mesi fa, proprio in concomitanza con il discorso licenza. Ora ci siamo conosciuti meglio, ma non ero preoccupato. La Swiss Football League conosce molto bene il nostro azionista di maggioranza. Ha un dossier di venti pagine, preparato da specialisti del settore. Il fatto che sia venuto a Chiasso e che abbia chiesto anche un incontro con il CEO della Lega Claudius Schäfer, beh, è positivo. Significa che siamo di fronte ad una persona appassionata e professionale. Ukrainets è venuto a farci visita in un momento particolare. Ha voluto dare il suo contributo in vista del ritorno, che si preannuncia molto difficile per noi».

A proposito di dietrologia, Bignotti allontana anche le speculazioni circa il ruolo di Novoselskiy a Chiasso. Una presenza silenziosa ma definita ingombrante dai tifosi. «Ukrainets ha parlato di Novoselskiy e viceversa. Loro due si conoscono, sono legati da un’amicizia storica. Non c’è nulla di strano. Vedono il calcio alla stessa maniera. Il nostro rapporto con il Lugano? Costruttivo. Ma noi siamo una società e loro un’altra. Non siamo governati da Cornaredo. C’è, lo ripeto, un rapporto costruttivo. Non capisco perché la cosa debba essere vista in termini negativi».

Intanto il mercato rossoblù ha fatto storcere il naso ai frequentatori del Riva IV. Contestata in particolare la partenza di Kabacalman, andato a rinforzare una diretta concorrente per non retrocedere. «Kabacalman è lo stesso giocatore che i tifosi avevano definito una riserva poco tempo fa» precisa Bignotti. «Ora i tifosi si lamentano perché è finito al Rapperswil. La nostra strategia non è cambiata: il rispetto del budget è essenziale. Se chi si lamenta vuole contribuire agli acquisti, come accade a Rapperswil con alcuni privati, ben venga. Ma non vedo la coda fuori dalla porta. Noi siamo soddisfatti del nostro mercato».