Arigoni e Vladi inadeguati, si salva Papadopoulos

Prima un paio di parate facili. Al 69’, invece, non riesce a rimediare alla frittata difensiva. Infine tenta di evitare in tutti i modi il 2-0.

Non commette particolari errori. E però, superata la mediana, non salta una volta l’uomo e non crea alcun pericolo.

Non è un difensore che infonde particolare sicurezza. E vien da chiedersi se non toccasse a lui rimanere appiccicato a Beyer, che invece manda in rete Dzonlagic senza alcun tipo di disturbo.

Difensore centrale, esterno, attaccante, tiratore scelto. Il greco indossa più maschere, provando a mostrare la via ai compagni. L’azione che porta all’1-0, però, sorprende anche lui.

Su di lui - anche su di lui - grava il peccato capitale costato la partita contro l’YB. Beh, non riesce a farsi perdonare. Anzi, soffre, e parecchio, la personalità di Dzonlagic. Dzonlagic che per altro tiene in gioco - in correità con Zanotti - sulla rete bernese.

Fa il compitino. E nemmeno così bene, considerati i diversi interventi in ritardo e i tanti appoggi scontati.

Certo, a impostare con maggiore qualità e fantasia dovrebbe essere il ceco. Che però balbetta per 45’, prima di salire finalmente di tono. Ma sempre in punta di piedi.

A corrente alternata. Il che, contro un Bienne sportivamente disperato, non basta affatto.

Nel primo tempo gioca a nascondino. Nella ripresa uno spunto e poi la doccia anticipata.

Dopo tante panchine sembra voler spaccare il mondo. Sembra, appunto, perché Ndema se lo divora per tutto l’incontro.

Avrebbe potuto e dovuto fare male in molteplici frangenti. Non ci riesce e, purtroppo, non è una novità. Semplicemente, il numero 9 si conferma inadeguato. Speriamo che anche la società, una volta per tutte, se ne sia accorta.

Il suo impatto sulla gara è nullo. Cartellino rosso a parte.

Della sua posizione infelice in occasione del vantaggio dei padroni di casa abbiamo accennato. La grande spinta, nel finale, non fa tuttavia la differenza.

C’è poco da reclamare. Perché le chance per pareggiare i conti le ha, eccome, ma non dispone nemmeno della furbizia per evitare di scivolare grossolanamente in fuorigioco.

Nel quadro dell’arrembaggio conclusivo non si tira indietro, sbattendo tuttavia contro un palo clamoroso.

Tradisce pure l’ex Chicago. Con un colpo di testa da due passi che Radtke tramuta in un mezzo miracolo.

Mister Coppa Svizzera la combina davvero grossa. D’accordo l’indecifrabilità della competizione e le sue insidie, e però se il Bienne riesce a cancellare due categorie di differenza è a causa della sufficienza e delle scarsissime idee portate in campo dalla sua squadra.