Reazioni

«Avanti così e saremo grandi»

Fabio Celestini promuove il Lugano e sull’arbitraggio dice: «Squadre come la nostra sono tartassate, altre invece restano impunite»
L’allenatore del Lugano Fabio Celestini. (Foto Zocchetti)
Marcello Pelizzari
10.03.2019 21:36

Soddisfazione. E un pizzico di rammarico. Il Lugano e la sua gente si godono il punto conquistato con il Basilea, frutto di cuore, coraggio e (finalmente) gioco. Allo stesso tempo, i bianconeri hanno lasciato il campo con una sensazione: è mancato poco, anzi pochissimo perché i renani cadessero.

Fabio Celestini in sede di analisi mostra il sorriso dei giorni migliori. «Il risultato in questi casi è marginale» afferma con filosofia. Al mister interessavano prima di tutto lo spirito e la prestazione. È stato accontentato su entrambi i fronti. «Abbiamo fatto una grande partita» spiega l’ex Losanna senza usare giri di parole. Già, a caldo l’impressione è esattamente questa. Il Lugano ha dimostrato di avere attributi e qualità, organizzazione e fantasia, genio e sregolatezza. Ha subito a freddo il vantaggio rossoblù, eppure non si è scomposto. Prendendo anzi le redini del match e indirizzandolo su binari più congeniali, fra possesso palla e imbucate. Proprio un inserimento dalle retrovie – nello specifico del capitano Sabbatini, al terzo centro nelle ultime cinque gare – ha permesso ai luganesi di pareggiare.

Uno a uno, con i padroni di casa che (taccuino delle occasioni alla mano) hanno creduto e cercato di più la vittoria. Anche nel finale di partita, quando il pareggio sembrava accontentare gli ospiti. Non è stata, forse, una sfida memorabile. Di sicuro la formazione di Marcel Koller l’ha interpretata male, limitandosi al compitino. Si è fatto preferire allora un Lugano coraggioso, come detto, e intraprendente. Capace di spingere con Yao (uscito per infortunio, si parla di forte contusione) e Lavanchy, di sfruttare un Sabbatini «todocampista» e, in definitiva, di far valere un tasso tecnico se non superiore quantomeno uguale all’avversario.

Dagli arbitri non mi aspetto mai nulla. Ci sono squadre come la nostra che vengono tartassate, altre invece restano impunite. Io però non posso pensare anche a queste cose

Un Lugano che, a livello di episodi, non è stato fortunato: pensiamo al secondo giallo non dato a Stocker o ad Alexander Gerndt atterrato in area mentre stava concludendo a rete. «Dagli arbitri non mi aspetto mai nulla» dice al riguardo Celestini. «Ci sono squadre come la nostra che vengono tartassate, altre invece restano impunite. Io però non posso pensare anche a queste cose».

Il mister ha avuto le sue belle gatte da pelare in queste settimane. Ora, però, dopo alcuni passaggi a vuoto sta raccogliendo i frutti. Dalle critiche – legate agli errori dei singoli e alla mancanza di gioco – si è passati in breve tempo agli elogi e agli applausi. «Quando hai fiducia e coraggio – ribadisce Celestini – puoi fare grandi cose. Quella con il Basilea è stata la prestazione più completa da quando alleno il Lugano. Ovviamente sono contento». Una felicità che va oltre il risultato, anche se «ci manca la vittoria a Cornaredo».

Nell’attesa dei tre punti pieni fra le mura amiche, il tecnico applaude l’atteggiamento dei suoi ragazzi. «Sono un allenatore fortunato» sostiene. «Al di là delle mie scelte o delle assenze, ottengo sempre le risposte giuste. Prendete Crnigoj: ha concluso la partita in una posizione non sua, quella di terzino sinistro. Ma nessuno ha notato la differenza rispetto ad un terzino classico. E questo perché, appunto, Domen ha messo in campo l’atteggiamento che chiedo io. Anche Bottani e Sadiku, subentrati nella ripresa, hanno dato tutto. Se continuiamo a comportarci in questo modo, beh, possiamo diventare una grande squadra».

Il pubblico, una volta di più, ha apprezzato. Segno che il Lugano è sulla strada giusta. «I tifosi ci sono venuti dietro, sì» conferma Celestini. «Hanno visto che i volevamo vincere e hanno cercato di spingerci fino alla fine. L’autostima del gruppo si crea anche attraverso queste dinamiche».

Tutto molto bello, direbbe il leggendario Bruno Pizzul. È mancata giusto la ciliegina sulla torta. Ci hanno provato Gerndt (disturbato, anzi atterrato mentre stava calciando a rete) e Sadiku con una girata delle sue. Niente da fare. Pazienza, dice ancora Celestini: «Questa benedetta vittoria casalinga arriverà».

Sta arrivando, per concludere, la famosa primavera promessa dal tecnico. Ci è voluto un po’, alcuni meccanismi ad oggi non sembrano del tutto registrati e un po’ di fragilità – qua e là – si percepisce; tuttavia il Lugano ha rialzato la testa e ritrovato una velocità degna (8 punti nelle ultime 5 di campionato). Di più, può pensare al domani con ottimismo. È vero, l’alta classifica rimane un discorso lontano. Piano piano, però, questo gruppo potrà davvero guardare lassù senza preoccuparsi di chi avanza dal basso.