«Avanti così e saremo grandi»

Soddisfazione. E un pizzico di rammarico. Il Lugano e la sua gente si godono il punto conquistato con il Basilea, frutto di cuore, coraggio e (finalmente) gioco. Allo stesso tempo, i bianconeri hanno lasciato il campo con una sensazione: è mancato poco, anzi pochissimo perché i renani cadessero.
Fabio Celestini in sede di analisi mostra il sorriso dei giorni migliori. «Il risultato in questi casi è marginale» afferma con filosofia. Al mister interessavano prima di tutto lo spirito e la prestazione. È stato accontentato su entrambi i fronti. «Abbiamo fatto una grande partita» spiega l’ex Losanna senza usare giri di parole. Già, a caldo l’impressione è esattamente questa. Il Lugano ha dimostrato di avere attributi e qualità, organizzazione e fantasia, genio e sregolatezza. Ha subito a freddo il vantaggio rossoblù, eppure non si è scomposto. Prendendo anzi le redini del match e indirizzandolo su binari più congeniali, fra possesso palla e imbucate. Proprio un inserimento dalle retrovie – nello specifico del capitano Sabbatini, al terzo centro nelle ultime cinque gare – ha permesso ai luganesi di pareggiare.
Uno a uno, con i padroni di casa che (taccuino delle occasioni alla mano) hanno creduto e cercato di più la vittoria. Anche nel finale di partita, quando il pareggio sembrava accontentare gli ospiti. Non è stata, forse, una sfida memorabile. Di sicuro la formazione di Marcel Koller l’ha interpretata male, limitandosi al compitino. Si è fatto preferire allora un Lugano coraggioso, come detto, e intraprendente. Capace di spingere con Yao (uscito per infortunio, si parla di forte contusione) e Lavanchy, di sfruttare un Sabbatini «todocampista» e, in definitiva, di far valere un tasso tecnico se non superiore quantomeno uguale all’avversario.
Un Lugano che, a livello di episodi, non è stato fortunato: pensiamo al secondo giallo non dato a Stocker o ad Alexander Gerndt atterrato in area mentre stava concludendo a rete. «Dagli arbitri non mi aspetto mai nulla» dice al riguardo Celestini. «Ci sono squadre come la nostra che vengono tartassate, altre invece restano impunite. Io però non posso pensare anche a queste cose».
Il mister ha avuto le sue belle gatte da pelare in queste settimane. Ora, però, dopo alcuni passaggi a vuoto sta raccogliendo i frutti. Dalle critiche – legate agli errori dei singoli e alla mancanza di gioco – si è passati in breve tempo agli elogi e agli applausi. «Quando hai fiducia e coraggio – ribadisce Celestini – puoi fare grandi cose. Quella con il Basilea è stata la prestazione più completa da quando alleno il Lugano. Ovviamente sono contento». Una felicità che va oltre il risultato, anche se «ci manca la vittoria a Cornaredo».
Nell’attesa dei tre punti pieni fra le mura amiche, il tecnico applaude l’atteggiamento dei suoi ragazzi. «Sono un allenatore fortunato» sostiene. «Al di là delle mie scelte o delle assenze, ottengo sempre le risposte giuste. Prendete Crnigoj: ha concluso la partita in una posizione non sua, quella di terzino sinistro. Ma nessuno ha notato la differenza rispetto ad un terzino classico. E questo perché, appunto, Domen ha messo in campo l’atteggiamento che chiedo io. Anche Bottani e Sadiku, subentrati nella ripresa, hanno dato tutto. Se continuiamo a comportarci in questo modo, beh, possiamo diventare una grande squadra».
Il pubblico, una volta di più, ha apprezzato. Segno che il Lugano è sulla strada giusta. «I tifosi ci sono venuti dietro, sì» conferma Celestini. «Hanno visto che i volevamo vincere e hanno cercato di spingerci fino alla fine. L’autostima del gruppo si crea anche attraverso queste dinamiche».
Tutto molto bello, direbbe il leggendario Bruno Pizzul. È mancata giusto la ciliegina sulla torta. Ci hanno provato Gerndt (disturbato, anzi atterrato mentre stava calciando a rete) e Sadiku con una girata delle sue. Niente da fare. Pazienza, dice ancora Celestini: «Questa benedetta vittoria casalinga arriverà».
Sta arrivando, per concludere, la famosa primavera promessa dal tecnico. Ci è voluto un po’, alcuni meccanismi ad oggi non sembrano del tutto registrati e un po’ di fragilità – qua e là – si percepisce; tuttavia il Lugano ha rialzato la testa e ritrovato una velocità degna (8 punti nelle ultime 5 di campionato). Di più, può pensare al domani con ottimismo. È vero, l’alta classifica rimane un discorso lontano. Piano piano, però, questo gruppo potrà davvero guardare lassù senza preoccuparsi di chi avanza dal basso.
