«Bianconeri in difficoltà, ma ci hanno già creato problemi»

Chi sicuramente ha osservato e analizzato la disfatta bianconera contro lo Celje è il Basilea, prossimo avversario del Lugano in Super League. «Ma ogni partita è una storia a sé» afferma Luigi Nocentini, viceallenatore dei renani, in seno ai quali è approdato nel 2024 grazie a Fabio Celestini. «Ho già giocato col Lugano quattro volte e ci ha messo spesso in difficoltà. È una squadra che dispone di numerosi giocatori importanti. Certo, non sta affrontando un momento facile, ma nella singola partita, i bianconeri sono senza dubbio una bella squadra. Dobbiamo, dunque, mantenere alta l’attenzione. Per noi questa è una partita importantissima e dobbiamo continuare a lavorare come fatto sinora». Per il Lugano, invece, la prossima gara contro il Basilea appare come un crocevia decisivo. E per il Crus, addirittura, potrebbe anche rappresentare un «dentro o fuori».
Insomma, la pressione sui bianconeri è massima, e la vittoria diventa sempre più imperativa. Le condizioni in cui versa la formazione ticinese, tuttavia, sono precarie. Da una difesa vulnerabile all’attacco che fatica ad essere tale. D’altronde, mister Croci-Torti ha un approccio offensivo al calcio. Una filosofia che per alcuni versi ricorda quella di Maurizio Sarri, tecnico della Lazio che ha lanciato la carriera di Nocentini. I principi dell’allenatore toscano sono diventati talmente importanti da meritare una voce nell’enciclopedia. Il «Sarrismo» - definisce la Treccani - è «la concezione del gioco del calcio propugnata dall’allenatore Maurizio Sarri, fondata sulla velocità e la propensione offensiva». E, appunto, l’etichetta potrebbe venir appiccicata anche al Lugano del Crus. Quello dei giorni migliori, perlomeno. Lo stile di gioco in questione, negli ultimi tempi, è invero parso inefficace di fronte ad avversari che hanno imparato sempre più a prendere le misure ai bianconeri. «Cambiare il sistema di gioco - precisa tuttavia Nocentini - è un discorso che non mi permetto di giudicare. Croci-Torti è un grandissimo allenatore e osserva i suoi giocatori tutti i giorni. Spetta a lui decidere se cambiare approccio».
Schemi tattici a parte, ciò che sicuramente non dovrà mancare al Lugano domani saranno fame e agonismo, grandi assenti all’appello di questo 2025 bianconero. Ingredienti che per il Crus sono imprescindibili, ma che - per sua stessa ammissione - stanno facendo a pugni con una «mancanza di energie» e una «fatica mentale» trasversali. D’altronde, nel calcio sono spesso questi fattori a fare la differenza, al di là di quei discorsi tattici o scolastici che tendono a sovrastare ciò che in uno sport maggiormente conta: la passione e la mentalità.
Mentalità che - come spiega l’assistente di Ludovic Magnin -, specialmente su territorio elvetico, percorre traiettorie differenti e particolari a seconda di chi la imposta. «La Svizzera è una realtà multilingue e multiculturale, e questo è un aspetto che apprezzo molto. Ogni realtà ha una cultura diversa. Quando ero in Italia con Sarri, prima come collaboratore esterno all’Empoli e poi al Napoli, era fondamentale la tattica in entrambe le fasi. Era difficile, infatti, trovare squadre non organizzate o non pronte sotto questo profilo. Quando sono stato in Ucraina, invece, a contare maggiormente erano agonismo e duelli. Ritengo che un allenatore debba essere in grado di adottare le migliori scelte e di valorizzare il materiale umano di cui dispone».