Calcio femminile

Blanc: «A Euro2025 è nato un nuovo pubblico»

A poche ore di distanza dall’eliminazione della Svizzera dall’Europeo, Blanc, Daube e Sundhage hanno stilato un bilancio
©ANTHONY ANEX
Maddalena Buila
19.07.2025 12:30

A Thun, luogo che ha ospitato la nazionale svizzera per tutta la durata di Euro2025, si è tenuta la consueta conferenza stampa di fine viaggio. Un viaggio, quello svizzero, che è stato epico, nonostante la sconfitta di ieri sera per mano della fortissima Spagna. 

È già dunque ora di stilare bilanci. «Anche se in realtà prevalgono ancora le emozioni di ieri», ammette con un mezzo sorriso Pia Sundhage. «Ho dormito bene stanotte, il che non è male. Negli scorsi giorni iniziavo ad essere un po’ stanchina. Però non ho ancora digerito completamente la sconfitta. E come me anche diverse ragazze. C’è stato rammarico, tristezza e anche qualche lacrima in spogliatoio. Ma sono sicura che tempo un paio di giorni e torneremo a sorridere».

Due momenti speciali

Il sorriso deve per forza tornare. E tornerà. Perché la Nazionale ha fatto la storia in questa rassegna continentale. «E io sono molto contento di quanto ha fatto vedere», ha commentato Dominique Blanc. E il presidente dell’Associazione svizzera di porterà per sempre nel cuore due particolari momenti. «Sul piano sportivo non dimenticherò mai i primi minuti del match contro la Finlandia. Non ho mai visto uno stadio così pieno e infuocato per il movimento femminile. Sul piano sociale invece ricorderò per sempre la marcia dei fan con 25mila persone. Durante questo torneo è nato un nuovo pubblico. Ho visto tantissime famiglie occupare gli stadi. Tanti bambini e giovani che magari fino ad ora si sono interessati poco o nulla al calcio e che hanno iniziato a seguirlo solo grazie alla nazionale femminile».

Tempo al tempo

Anche per la direttrice del calcio femminile Marion Daube le cose sono andate alla grande. Ma per la project manager di Euro2025 bisognerà attendere un po’ prima che gli incredibili risultati raggiunti dalle rossocrociate si tramutino in concreti cambiamenti nel movimento svizzero. «La Nazionale ora è il nostro biglietto da visita. Ma vogliamo anche assicurarci che la rivoluzione non finisca qui, e che i club possano giocare in stadi più grandi e pieni rispetto al passato. Questo, però, richiederà ancora un po’ di tempo».

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