Calcio

Bottani prova a sorridere: «Un sogno, nonostante tutto»

Il giocatore del Lugano commenta l'esordio in Nazionale - Xhaka: «Dobbiamo essere più intelligenti» - Tami: «Ma Yakin non va protetto»
© KEYSTONE / LAURENT GILLIERON
Massimo Solari
05.06.2022 23:40

È stata una brutta, bruttissima Svizzera. Tradita da una prestazione per certi versi desolante. E disorientante. Nella mediocrità generale osservata a Lisbona, Mattia Bottani prova però a sorridere: «Da un lato sono molto contento dell'esordio in Nazionale. Dall'altro è grande il dispiacere per la sconfitta e la prova della squadra». All'Estádio José Alvalade, il «Pibe» bianconero ha avuto 20 minuti per mettersi in mostra. Per sfruttare la sua chance. «Ho provato a essere me stesso» le parole del ticinese ai microfoni della RSI. «Qualche momento d'affanno c'è stato, così come lo stordimento iniziale. Alcune buone giocate sono però riuscito a piazzarle. In generale, ho avvertito felicità allo stato puro. Sì, un sogno si è avverato. Per altro a fianco di grandi campioni». Cristiano Ronaldo, idolo del figlio di Mattia, ha trascinato il Portogallo. «Fisicamente e tecnicamente, abbiamo affrontato una grande compagine» commenta sempre Bottani, riconoscendo anche «l'intelligenza tattica» dell'avversario. 

Capitan Granit Xhaka, da parte sua, motiva così la partitaccia sua e dei suoi compagni. «Se non si difende, se si perdono i duelli e si prendono quattro gol in contropiede, beh, non è immaginabile spuntarla. Credo che la Svizzera debba imparare tanto da questa sconfitta e da quella di Praga. Se è il momento più difficile sul piano personale? Si possono dire tante cose. Naturalmente non sono felice dopo una simile sconfitta. Ritengo però che questo gruppo abbia un grande potenziale. Dobbiamo essere semplicemente migliori e più intelligenti in campo. Fare paragoni tra la gestione Petkovic e quella attuale, comunque, mi risulta difficile».

E a proposito di Murat Yakin. Il ct rossocrociato ha ammesso «la grande delusione dello spogliatoio» a fronte del netto 4-0 subito nella seconda uscita di Nations League. «L'infortunio di Vargas, nel riscaldamento, non ci ha aiutato. Poi, va detto, abbiamo affrontato una squadra molto forte. Sappiamo che c'è molto da migliorare, ma non trovo corretto essere eccessivamente severi con noi stessi. L'atteggiamento dei leader? Parlare dei singoli o dei senatori non ha senso, contro il Portogallo è venuto meno il collettivo». Ad attendere la Svizzera, ora, vi sono le gare di Ginevra contro Spagna e di nuovo Portogallo. «E una reazione dovrà assolutamente vedersi» conclude il tecnico. Prima di essere difeso dal direttore delle squadre nazionali Pierluigi Tami: «Yakin non deve essere protetto. Siamo dispiaciuti, naturalmente, per questa e per la controprestazione di Praga. La squadra a disposizione del ct potrebbe essere all'altezza della situazione, ma in questo momento non ci riesce. Tocca a Murat, quindi, trovare delle soluzioni per tutelarla». Intanto, i comportamenti di alcuni pezzi da novanta - Shaqiri non è sembrato apprezzare la sostituzione - sollevano qualche interrogativo. Tami, nel merito, risponde però così: «La frustrazione va messa in conto. E poi non bisogna dimenticare che i giocatori di cui stiamo parlando hanno permesso alla Svizzera di accedere direttamente ai Mondiali, in un gruppo in cui giostrava pure l'Italia». Cosa non è funzionato, dunque, contro il Portogallo? «Il modulo, se vogliamo, era quello ideale. Semplicemente i lusitani avevano molta più gamba di noi. Sì, ho visto un avversario che andava dieci volte più veloce».

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