Curiosità

«Celo, mi manca»: il calcio riparte dalle figurine

La Panini ha deciso di mettere sul mercato l’album dedicato all’Europeo del 2020 - Il più grande collezionista a livello mondiale Gianni Bellini racconta il valore di queste raccolte: «Messico ‘70 è il Sacro Graal»
A casa Gianni Bellini ha ancora 700.000 figurine da attaccare.

Tutti custodiamo gelosamente uno o più cimeli. Oggetti legati indissolubilmente a una tappa cruciale della nostra vita o che, spesso e volentieri, rispondono agli istinti dettati dalla passione. Non solo. In questi giorni di privazioni va di moda collezionare sogni e speranze. È fisiologico. Non è invece comune a molti - anzi, non lo è affatto - possedere oltre 4.000 album e circa 3 milioni di figurine. «Di cui 700.000 ancora da attaccare nelle raccolte». A parlare è Gianni Bellini, 56.enne della provincia di Modena, probabilmente il più grande collezionista di figurine di calciatori al mondo. «Ho fatto due calcoli: per incollare una figurina servono grossomodo 3 secondi e mezzo. E se volessi portare a termine il lavoro che mi resta dovrei sgobbare 6 mesi. Giorno e notte, senza pause». Che poi, ai tempi del coronavirus, di spazio di manovra ce ne sarebbe anche. Bellini però non intende il collezionismo in questo modo. «Per me riempire un album non è un atto meccanico. Parlerei al contrario di un rituale, da gustare fino in fondo, leggendo date di nascita di giocatori, ripercorrendone la carriera. Se vogliamo, si tratta di vivere le figurine».

Quel messaggio dal Giappone

Tipografo di professione, Gianni in ottobre andrà in pensione. «E quello che sin qui rappresentava il mio secondo lavoro prenderà sicuramente il sopravvento» commenta divertito. «Sia chiaro. Con questa attività non si fanno i soldi. Il tempo e il denaro investiti per restare sul pezzo sono decisamente più importanti». E raramente è concesso prendersi una pausa. «Per assurdo - racconta Bellini - nelle ultime settimane album e figurine hanno occupato ancor di più la mia agenda. Rilascio interviste, rispondo alle molte domande sui social, tengo aggiornata la corrispondenza con altri collezionisti e mi preparo a diversi eventi». Sì, perché Gianni Bellini e il suo impero suscitano grande interesse. E non solo in Italia. «Negli scorsi giorni mi ha fatto molto piacere un’e-mail del Japan Football_Museum: a Tokyo sono interessati a dare spazio alle figurine della nazionale nipponica». Restando al presente, Gianni invece precisa: «Ho dovuto rimandare al 2021 molti appuntamenti. In particolare fiere e mostre in funzione dell’Euro itinerante». Che non è comunque stato cancellato. «In tal senso sto predisponendo con un certo anticipo il materiale necessario» ci spiega il collezionista: «Anche perché se le cose andranno per il verso giusto il prossimo sarà un anno ricchissimo sul piano sportivo. C’è molta voglia di ripartire, pure da cose banali come le figurine».

Corrispondenti anche in Zimbabwe

Non è un caso che la Panini, celebre casa editrice di Modena, abbia deciso di mettere comunque sul mercato l’album dedicato a Euro 2020 (leggi l’intervista a lato). «Un’edizione preview che a mio avviso sposa appieno il desiderio di normalità di molti appassionati di sport» sottolinea Bellini. «L’interesse per la raccolta in arrivo a metà maggio è forte». Già, sulla scia di quanto avviene con le partite che hanno fatto la storia del calcio e che in questa fase sono ritrasmesse in tv, siamo di fronte a una sorta di collante sociale senza frontiere. Al grido, va da sé, del «celo, mi manca». Dicevamo: un album per un torneo che non avrà luogo. Sembra un paradosso. «E in realtà il suo valore sarà limitato, dal momento che parliamo di un prodotto su larga scala, accessibile a tutti» ammette Bellini. Tradotto: le sfide sono altre. «Ti faccio un esempio: uno dei miei obiettivi entro fine anno è ottenere l’album e le figurine che erano state prodotte per la Copa America, inizialmente prevista quest’estate. Un prodotto lanciato in febbraio ma che poi si è deciso di non commercializzare». Eccolo il DNA del collezionista. Scovare ciò che sembra introvabile. In tutti gli angoli del globo. «Mi appoggio a 200 corrispondenti fissi, in Afghanistan come in Zimbabwe» indica il nostro, alla caccia di qualsivoglia raccolta, nazionale e regionale.

Mi appoggio a 200 corrispondenti, dall’Afghanistan allo Zimbabwe

Un simbolo da 3.000 euro

Se non fosse nato a pochi chilometri dalla casa madre di Panini, forse la biografia di Gianni Bellini narrerebbe d’altro. «Con l’azienda siamo in ottimi rapporti da 30 anni. Praticamente tutto quanto è prodotto mi viene recapitato in anteprima. Anche a detta loro sono l’unico collezionista al mondo a possedere tutto il materiale Panini, italiano e straniero, dal 1961 a oggi. Parliamo di 1.600 raccolte dell’universo calcistico». E così con il passare delle stagioni la casa di Gianni è diventata un autentico archivio storico, fatto di armadi e cassetti a non finire. Ricolmi, va detto, non di sole figurine Panini. «Il 60% della collezione proviene da altre fonti. A partire dai Mondiali del 1934 e dalle “cigarette cards” inglesi dell’epoca». Una menzione particolare la merita ad ogni modo Messico ‘70, con la prima Coppa del mondo coperta da Panini. «È il Sacro Graal del collezionismo, un simbolo che in buone condizioni vale più di 3.000 euro. Io ne ho cinque». Da quell’edizione in poi Bellini possiede tutte le raccolte sul calcio pubblicate a livello planetario. La domanda viene spontanea: in questo florilegio di volti, nomi e numeri, a quale esemplare è più affezionato? «L’album del mio cuore è il Calciatori Panini 1972-73. È il primo che ho completato con le mie mani. Ma è pure il soggetto che ha dato il la a un libro, pubblicato l’anno scorso, e intitolato 500 «figu» per un Bordon. A quei tempi per finire la raccolta mi mancava proprio il secondo portiere dell’Inter, promessomi da un amico in cambio di 500 figurine. Il destino volle però che lo trovassi all’ultimo respiro in un pacchetto comprato in edicola».

Claudio Sulser e il Ticino

A non mancare sono poi le chicche riferite al campionato svizzero. «Negli ultimi anni - rammenta Bellini - ho partecipato alla fiera del fumetto di Lugano. E proprio in questa occasione ho avuto il piacere d’incontrare Claudio Sulser, ex bomber ticinese del Grasshopper e un mito per il sottoscritto. Vederlo di persona mi ha dato una gioia immensa. Tanto che ho deciso di preparare una gigantografia di una sua figurina del 1983 e di regalargliela». A proposito di intrecci con il nostro cantone. Nel cassetto di Gianni Bellini c’è ancora il progetto di aprire un museo interamente dedicato alle figurine. «Con il Centro Ovale di Chiasso ci eravamo andati vicini, poi la proprietà belga si era tirata indietro all’ultimo» precisa: «Peccato, perché è un universo dal grande potenziale, anche turistico». Il sogno e la speranza restano. Collezionarli, oggi, va di moda.

Ezio Bassi: "Il prodotto vero uscirà l'anno prossimo"

La Panini ha deciso di non abbandonare i suoi fedelissimi clienti. Sì, anche senza partite effettive, l’album di Euro 2020 ci sarà. Ne abbiamo parlato con il managing director di Panini Svizzera Ezio Bassi.

Direttore, domanda scontata per cominciare: perché uscire con l’album se Euro 2020 si terrà fra un anno?

«Da un lato perché avevamo già iniziato, dall’altro perché il rinvio ha causato un buco nel nostro ciclo produttivo. Così, ci siamo detti: meglio uscire con qualcosa, una preview di ciò che sarà il vero Europeo. Il prodotto completo lo vedrete appunto nel 2021. Questo, se vogliamo, è un antipasto».

Come azienda, al netto del rinvio di Euro 2020 quanti problemi vi ha creato l’emergenza?

«Anche noi abbiamo subito la crisi, è chiaro. Non come altri, ma nemmeno possiamo dirci soddisfatti. Siamo a metà. Va detto che, trattandosi di un rinvio, quello che non faremo nel 2020 lo recupereremo nel 2021. In teoria, almeno».

In tempi di misure restrittive e social distancing, che senso ha un album? Lo scambio di «figu», ad esempio, difficilmente potrà essere organizzato fra colleghi di lavoro e compagni di scuola.

«È vero, lo scambio è l’anima di un album. È il momento di socializzazione per eccellenza. Proprio per questo abbiamo cambiato le regole del gioco. Studiando una scatola da 120 pacchetti, grazie alla quale uno dovrebbe riuscire a finire la collezione senza ricorrere ad aiuti esterni. Se così non fosse, c’è la possibilità di ordinare gratuitamente sul nostro sito fino a 50 figurine. Detto ciò, so che molti amano scambiarsi le figurine tramite posta».

Che messaggio volete dare con questa raccolta?

«Speriamo di portare un po’ di svago in un momento di crisi. Ahinoi, si tratta di un album a suo modo unico: non era mai successo che la Panini facesse una raccolta per un evento che non si farà. Mi auguro che sia un valore aggiunto per i tanti collezionisti».

La formula di questo Europeo non vi aveva facilitato il lavoro già prima dell’emergenza. Vero?

«Vero, tant’è che usciremo con venti squadre su ventiquattro. Per le quattro mancanti, beh, ci siamo arrangiati mettendo delle informazioni. Ad ogni modo, i playoff inizialmente previsti a marzo ci avevano creato non pochi grattacapi. Saremmo usciti comunque tardi rispetto al solito».

Il mercato delle figurine tiene o soffre in un mondo sempre più digitale?

«Direi che tiene. Il prodotto ha un suo fascino. Lo paragono ai libri. Il supporto fisico è un surplus. Noi siamo presenti anche a livello digitale, ma non è la stessa cosa».

Come definirebbe i rapporti con UEFA e FIFA, invece?

«Buoni, ma non semplici. La nostra è una collaborazione storica. I costi per i diritti? In generale, i costi del calcio non si sono mai fermati. Anzi, da vent’anni a questa parte sono esplosi. Noi abbiamo sempre cercato di adeguarci».

Torniamo all’album: l’idea di una raccolta amarcord, con tutte le edizioni precedenti, è stata mai presa in considerazione?

«No e il perché è presto detto: le nostre licenze hanno delle scadenze. Tradotto: ad oggi, non possiamo riproporre un album già uscito o, appunto, fare un best of degli Europei passati. Un prodotto del genere esiste, ed è edito da Franco Cosimo Panini. Ma parliamo di libri e di Mondiali».

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