Champions: Fabio Capello incorona il Manchester City

Fabio Capello, 73 anni portati benissimo, ex centrocampista di Spal, Roma, Juventus e Milan, 32 presenze in nazionale, ha allenato Milan, Real Madrid, Roma, Juventus, la nazionale inglese e quella russa. A lui, vincitore della Champions nel 1994 con il Milan, abbiamo chiesto un parere sugli ottavi al via questa settimana.
Capello, dagli ottavi parte la vera Champions a eliminazione diretta: qual è oggi la sua favorita?
«Il primo nome che mi viene in mente è quello del Manchester City, a maggior ragione dopo la notizia che non potrà partecipare alle coppe per i prossimi due anni. I giocatori avranno una motivazione in più per vincere la Champions, perché per molti potrebbe essere l’ultima occasione. E poi da troppo tempo il City insegue questo obiettivo, senza dimenticare il fatto che la squadra ormai non può più vincere la Premier League, per cui tutti penseranno soltanto all’obiettivo europeo. Rispetto alla fase a gironi, però, è cresciuto molto il Real Madrid e quindi credo che anche Sergio Ramos e compagni abbiano molte possibilità di vincere la Champions».
Pronostico a parte, che cosa pensa della punizione inflitta al Manchester City?
«Obiettivamente è molto forte, ma l’UEFA aveva messo in guardia i club sulle sponsorizzazioni. Tutti sapevano e questo, quindi, diventa un ulteriore avvertimento per le altre società».
Tornando al campo, quale potrebbe essere la sorpresa?
«Io dico di fare molta attenzione al Bayern Monaco, di cui si parla poco. I tedeschi non sono mai da sottovalutare, perché hanno esperienza internazionale e poi sono tedeschi appunto».
Da appassionato di calcio quale finale vorrebbe vedere?
«Liverpool-Real Madrid, perché queste sono le squadre che mi divertono di più. Penso che sarebbe una finale affascinante, perché sia il Liverpool sia il Real Madrid fanno un palleggio spettacolare senza trascurare la concretezza».
Chi sarà il capocannoniere?
«Penso uno degli attaccanti del Liverpool, Salah, Mané o Firmino».
Ci aspettano otto sfide di grande interesse: in teoria qual è la partita più bella di questi ottavi?
«Sicuramente Real Madrid-Manchester City, tra le due squadre che ho indicato come favorite per il successo finale. E quindi, dopo il ritorno, capiremo subito quale sarà la favorita, visto che una uscirà subito e sarà un peccato. Anche questa, infatti, poteva essere una bella finale».
L’anno scorso ci fu una finale con due inglesi e quest’anno ci sono ancora quattro squadre inglesi in corsa: la storia può ripetersi?
«Può essere, perché in Inghilterra si gioca un calcio diverso, con molta aggressività ma anche con grande attenzione difensiva».
Il Tottenham, finalista un anno fa, quest’anno è irriconoscibile: come lo spiega?
«La verità è che allora aveva fatto un miracolo, andando oltre qualsiasi previsione. Quest’anno è tornato sulla terra».

Anche la Spagna arriva agli ottavi con quattro squadre, ma il Barcellona come il Tottenham ha cambiato l’allenatore e non è più quello di prima...
«Il Barcellona mi sembra un po’ in confusione. Evidentemente quest’anno ci sono problemi all’interno. È sempre stata una squadra legata a Messi, che conta almeno al sessanta per cento. Ma guarda caso, lui che è molto orgoglioso ed è sempre stato zitto perché ha sempre parlato soltanto sul campo, stavolta è uscito allo scoperto e questo è molto strano. Adesso, quindi, i casi sono due: o i giocatori decidono di far vedere chi sono dando una lezione a chi non crede più in loro, oppure si sfascia tutto».
Per la verità anche la Juventus non sta attraversando un bel momento: come può puntare alla Champions?
«Forse sono stati fatti troppi esperimenti. L’importante è ritrovare il gruppo, la compattezza dentro lo spogliatoio, perché bisogna remare tutti nella stessa direzione. Teoricamente il Lione non sembra un avversario irresistibile, ma la Juventus deve fare molta attenzione, perché anche il Verona che è una neopromossa era inferiore. Guai, quindi, a sottovalutare il Lione che potrebbe giocare un brutto scherzo come il Verona».
Tre italiane in corsa, ma l’ultimo club di Serie A che ha vinto la Champions è stata l’Inter dieci anni fa: vuol dire che l’Italia è ancora molto indietro a livello europeo?
«Direi che il livello generale è un po’ migliorato. In fondo con Allegri la Juventus è arrivata due volte in finale e quest’anno è ancora in corsa, come l’Atalanta e il Napoli».
Ecco, il Napoli affronterà in casa il Barcellona: quante possibilità ha di passare il turno?
«Ultimamente il Napoli mi sembra in crescita. Non dimentichiamo che aveva già battuto il Liverpool quando c’era Ancelotti, mentre con Gattuso ha appena vinto sul campo dell’Inter in Coppa Italia. Rino ha cambiato la squadra, adattandola alle caratteristiche dei giocatori. Non sarà facile per il Napoli, perché al ritorno giocherà al Camp Nou, ma non mi meraviglierei se passasse perché è una squadra da prendere con le molle».
E poi c’è la piccola, grande, Atalanta che troverà il Valencia e al sorteggio ha sorriso...
«Il Valencia non attraversa un grande momento, mentre l’Atalanta gioca con grande entusiasmo e in fondo non ha nulla da perdere perché nessuno le chiede di arrivare in finale. Sarà un doppio confronto molto equilibrato e quindi molto bello».
Intanto si incomincia con Atletico Madrid-Liverpool: pronostico a senso unico?
«Il Liverpool avrà il vantaggio di giocare il ritorno in casa, con quel magnifico pubblico, ma a Madrid dovrà soffrire perché Simeone non gli concederà spazi per ripartire in contropiede, e sottolineo contropiede o al massimo contrattacco, perché non bisogna vergognarsi di usare questa espressione».
Nella prima serata l’altra partita è Borussia Dortmund-PSG, con i francesi favoriti, è d’accordo?
«Il PSG mi sembra la fotocopia del Barcellona. In teoria è una squadra con giocatori geniali, a cominciare da Mbappé, che possono fare tutto nel bene o nel male, ma anche lì secondo quanto si legge l’allenatore non ha più in mano la squadra e questo può essere un problema. Ecco perché non basta essere favoriti, senza dimenticare che il Borussia Dortmund ha buttato fuori dalla Champions l’Inter, vincendo 3-2 in casa dopo essere stata sotto di due gol».
Per concludere, agli ottavi di Champions arrivano squadre dei cinque campionati più importanti, 4 da Inghilterra e Spagna, 3 da Italia e Germania, 2 dalla Francia: vuol dire che è arrivato il momento di varare una SuperChampions soltanto per i grandi club?
«È giusto che i piccoli club facciano i preliminari, ma il vero spettacolo si fa con i grandi nomi, perché sono le grandi squadre che regalano emozioni, trascinando il pubblico negli stadi e gli ascolti televisivi. Mi spiace per le piccole, ma la Champions è la Champions».