Calcio

Daje Svizzera, il Qatar non è poi così lontano

Al termine di una partita folle i rossocrociati colgono un pareggio carico di speranza contro l’Italia - La squadra di Murat Yakin incanta per mezz’ora, passando pure in vantaggio - Poi Sommer la combina grossa - Nel finale Jorginho sbaglia un altro rigore, mentre Zeqiri fallisce a porta vuota - Con la Bulgaria servirà una goleada
Il rigore fallito da Jorginho a una manciata di minuti dalla fine dell’incontro.
Massimo Solari
12.11.2021 23:44

Forse non è stata la partita dell’anno. Di sicuro è stata una gara folle, emozionante, di quelle che ti fanno gioire, arrabbiare e spaventare. Lo stomaco in subbuglio dal primo all’ultimo minuto. Il cuore che batte forte. No, non è stata nemmeno una sfida decisiva, quella tra Svizzera e Italia. Perché il pazzo pareggio dell’Olimpico non regala alcun biglietto anticipato per il Qatar. La qualificazione diretta, con le due squadre che restano appaiate in testa alla classifica, verrà assegnata all’ultima curva. Lunedì. Quando, tuttavia, alla formazione di Murat Yakin servirà probabilmente una goleada - o qualcosa di simile - per regolare la Bulgaria. Va da sé, sperando che gli Azzurri fatichino tremendamente anche a Belfast, contro l’Irlanda del Nord. La differenza reti, a oggi, sorride ai nostri concorrenti. Avanti di due reti. Ma la costellazione sopra il gruppo C non è poi così malevola.

Le assenze non hanno pesato

L’1-1 colto a Roma, in questo senso, è carico di speranza. E premia una Nazionale coraggiosa, bellissima e tremenda per quasi un tempo. Già, il vantaggio trovato dopo appena una decina di minuti da Widmer ha illuso l’ambiente elvetico. E l’euforia dei minuti seguenti, quando una seconda rete non avrebbe fatto gridare allo scandalo, ha alimentato il sogno di Okafor e compagni. L’attaccante del Salisburgo, 21 anni e solo al secondo gettone in Nazionale, ha mostrato la via, giocando con personalità e - lo sussurriamo - non facendo minimamente rimpiangere Embolo e men che meno Seferovic. Altro che assenze, Yakin ha fatto leva sull’entusiasmo e sui pronostici della vigilia. Tutti a favore dell’Italia. I campioni d’Europa, però, hanno balbettato calcio per almeno mezz’ora. Schiacciati dalla Svizzera e dalla pressione.

I fantasmi del 2017 e di Basilea

E allora mannaggia a Sommer. E alla sua uscita inguardabile, che ha permesso ai padroni di casa di raddrizzare l’incontro. Ritrovando un pizzico di fiducia e lucidità. I fantasmi del 2017, sopra l’Olimpico, non se ne sono tuttavia andati per davvero. Sono rimasti lì, in attesa dell’episodio giusto per planare fra le maglie azzurre. Ci è voluto un po’ di tempo, ma poi il finale di gara ha creato i migliori presupposti per il colpo di scena. O meglio, i colpi di scena. I protagonisti? Jorginho e Zeqiri, con rimpianti clamorosi distribuiti in egual misura. A vedere i fantasmi, appunto e di nuovo, è stato l’italiano. Che dopo essere stato ipnotizzato a Basilea, ha fallito ancora dal dischetto, calciando alle stelle un rigore assegnato (fiscalmente e con l’ausilio del VAR) per un’ingenuità colossale di Garcia. Incredibile, davvero, come incredibile - anche perché inaspettata - è stata l’occasione scialacquata da Zeqiri a un amen dal fischio finale. Dov’era la cattiveria? Il fiuto del bomber? Suvvia, Donnarumma aveva aperto il portellone di un intercontinentale diretto ai Mondiali del 2022. Vabbè, daje comunque Svizzera. Il Qatar, tutto sommato, non sembra irraggiungibile.