Calcio

E la Champions League ridisegna i suoi confini

Scatta l’edizione 2025-26 della massima competizione per club e il PSG è intenzionato a ripetersi Al grande ballo della UEFA spicca la presenza di sei compagini inglesi, un record, ma s’invita pure la periferia, con Bodo/Glimt, Almaty, Pafos e Union Saint-Gilloise - A trascinare le squadre italiane sarà l’Inter o il Napoli?
© EPA/MOHAMMED BADRA
Massimo Solari
16.09.2025 06:00

Un po’ meno nuova, ma comunque estrema. Torna la Champions League, rivoluzionata lo scorso anno e dunque in cerca sia di conferme circa la bontà del suo formato XXL, sia di sorprese in grado di rilanciare lo spettacolo. Il battesimo del girone unico a 36 squadre, in questo senso, non aveva tradito. Basti pensare al Paris Saint-Germain, laureatosi campione dopo aver strappato la qualificazione alla fase a eliminazione diretta solo all’ultimo respiro. Per tacere proprio dell’ultimo atto, con i parigini e l’Inter capaci di sovvertire pronostici e club più quotati.

Si riparte dunque dal titolo conquistato con merito dagli uomini di Luis Enrique, protagonisti di un’alba calcistica che - ragionando in termini di cicli - sembra porsi agli antipodi rispetto al crepuscolo nerazzurro. Entrambe le compagini debutteranno domani: i francesi in casa contro l’Atalanta, mentre Akanji e compagni - reduci dalla sberla nel derby d’Italia - sfideranno l’Ajax in trasferta.

Agli estremi del continente

Ad aprire le danze, questa sera, saranno però altri. Da un lato Athletic Bilbao-Arsenal - con i baschi che mancavano da un decennio -, dall’altro PSV-Union Saint-Gilloise. E la sorprendente realtà belga figura fra le novità marcanti dell’edizione 2025-26. Sì, perché la capolista della Jupiler Pro League non si era mai invitata al grande ballo continentale, punta di diamante di un percorso che negli scorsi anni aveva fatto tappa in Europa e Conference League. A rappresentare la periferia calcistica, nel torneo delle élite per antonomasia, non sarà però solo l’Union Saint-Gilloise. Altre realtà, infatti, contribuiscono all’estremità di questa Champions. Anche in termini geografici.

Nella cosiddetta «fase a campionato» si viaggerà oltre la linea del circolo polare artico, per affrontare un avversario scomodo in tutti i sensi: il Bodo/Glimt. All’opposto, i match a domicilio del Pafos, e siamo a Cipro, sposteranno la manifestazione nel punto più a sud della sua storia. E ciò senza considerare i club israeliani, membri della UEFA per ragioni di natura politica. Non è finita qui, comunque. Già, poiché la trasferta della speranza porterà quattro formazioni in Kazakistan, nello stadio del Kairat Almaty. Per dire: il Real Madrid, primo sfortunato del lotto, si offrirà un viaggio di 6.300 chilometri per cercare i 3 punti a due passi dall’Asia, va da sé sul campo più a est mai toccato dalla Champions League. E a proposito: a favorire altri match a ridosso dell’Oriente sono altresì le partecipazioni di Qarabag (Azerbaigian) e Galatasaray (Turchia).

Una forza centrifuga

Osservata da simili angolature, la massima competizione per club appare strattonata e stiracchiata. Vero. Peccato però che vi sia pure una potentissima forza centrifuga, in grado di convogliare riflettori, soldi e persino favori dei pronostici in Inghilterra. Le squadre di Premier League ai blocchi di partenza sono addirittura sei. Un record, spiegato dal ranking dei club del massimo campionato britannico, così come dal trionfo del Tottenham nell’ultima Europa League. A fronte di una campagna acquisti monstre, che ha portato ad Anfield i vari Isak e Wirtz, il Liverpool si candida fra i principali outsider del PSG. E, facendo leva sull’identico metro di giudizio, anche l’Arsenal di Gyökeres e Zubimendi punta in alto. Eliminato dai parigini ai sedicesimi della scorsa edizione e ancora alle prese con le scorie di una stagione complicatissima, il Manchester City rientra da parte sua d’ufficio nel novero di candidati al trono d’Europa. Una lista, questa, che allo stesso modo include Real Madrid, Bayern Monaco e - forte del Mondiale per club messo in bacheca a luglio - Chelsea.

E le italiane? L’Inter, dicevamo, rischia di dover fare i conti con una generazione di calciatori che dopo aver raggiunto due finali in tre anni non dispone più degli argomenti necessari per emergere. E, quindi, non è escluso che a trascinare il gruppo - completato da Juventus e Atalanta - sia il Napoli di Antonio Conte.

E la Svizzera rimane a guardare

Reduce dalla terribile campagna dello Young Boys, lo scorso anno giunto ultimo senza un solo punto all’attivo, la Svizzera a questo giro rimarrà a guardare, accontentandosi delle sorelline Europa e Conference League. Ma a conoscere lo stesso destino sono altresì i club austriaci e dell’ex Jugoslavia - passati da due rappresentanti a zero -, mentre Scozia, Ucraina e Slovacchia hanno a loro volta perso il treno con le rispettive big. Oltre ai nomi già citati, ne hanno approfittato Danimarca (Copenaghen), Grecia (Olympiacos) e Belgio, bravo a raddoppiare con Bruges e - appunto - Union Saint-Gilloise.