Le reazioni

«È la vittoria più folle mai ottenuta da questo club»

Mattia Croci-Torti e Mattia Bottani commentano l'impresa realizzata dal Lugano al Vodafone Park di Istanbul - Il numero dieci: «Ora non poniamoci limiti»
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Massimo Solari
05.10.2023 22:57

C’è da restare senza fiato. Estasiati. Come di fronte alla basilica di Santa Sofia. O all’orizzonte che, da piazza Taksim, abbraccia il Bosforo e il continente asiatico. Wow! Lugano, sì, sei stato splendido. Emozionante. Sultanesco. Contro il Besiktas, nel catino ribollente del Vodafone Park, è stata scritta la storia del club. Come nel 1995, in Coppa UEFA contro l’Inter. Questa volta grazie a una rimonta clamorosa e - a 28 anni da quello di Edo Carrasco - al guizzo di Anto Grgic. «Le prime parole che ho rivolto a Cao Ortelli, al triplice fischio finale, hanno rievocato proprio l’impresa di San Siro» sottolinea Mattia Croci-Torti nella pancia dello stadio. Gli occhi del tecnico bianconero sono lucidi. La voce trema. Brividi. In campo e nel dopo-partita. «Se quello con l’Inter è stato il più prestigioso, il nostro successo è senz’altro il più folle ottenuto dalla società». Cose turche, verrebbe da dire. Per una notte indimenticabile che - mica bisogna scordarlo - proietta il Lugano in testa al girone D di Conference League.

Le mosse del Crus: il mago

Già. E adesso? «Adesso è giusto sognare in grande, cercando di avvicinarci il più possibile al passaggio del gruppo» afferma Mattia Bottani con il sorriso dei campioni. Il 10 bianconero è stato fra i migliori. Anche se la firma in calce a uno dei racconti più entusiasmanti del calcio ticinese l’hanno apposta altri. Di Grgic abbiamo detto. Ma prima del 3-2 decisivo dell’ex Sion erano stati Aliseda e Vladi a gettare le fondamenta dell’opera d’arte bianconera. In quel momento, in campo, erano rimasti due difensori di ruolo: Mai e Arigoni. Già, il Crus ne ha combinata un’altra delle sue. Per lui, solo applausi. «Sotto di due reti e con il Besiktas rimasto in dieci le possibilità erano due: o sarei diventato il pazzo di Istanbul, o il suo mago». Il colpo di genio - con Cimignani terzino sinistro, Grgic centrale dietro e tutto l’arsenale offensivo a schiacciare gli avversari - è riuscito. Eccome. Nobilitando, bisogna sottolinearlo, una prestazione maiuscola.

Gli applausi dei turchi

Al netto del doppio svantaggio confezionato da Aboubakar, il Lugano è stata la migliore squadra in campo dall’inizio alla fine. Inferocito contro i proprio beniamini e il tecnico Senol Günes, il pubblico di casa ha non a caso riservato un lungo applauso agli ospiti una volta conclusa la sfida. «È stato eccezionale» rileva in merito Bottani: «L’ambiente infuocato, alla fine, ci ha solo gasati. Invece di trasformarsi in un incubo, l’ottimo inizio di gara ci ha dato fiducia e spinto a insistere». Croci-Torti, al proposito, parla di «personalità giusta». Come pure di «esperienza accumulata dopo gli errori del playoff contro l’Union Saint-Gilloise». Il Besiktas, alla fine, non ci ha capito più niente. Smarrito, come il più classico dei turisti stranieri nel dedalo di vicoli del grande bazar cittadino. Il Lugano, invece, ci ha fatto restare senza fiato. Che meraviglia, davvero.

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