La novità

E se le partite del Mondiale 2026 durassero addirittura tre ore?

Il presidente della FIFA Gianni Infantino ha promesso che i match del torneo saranno paragonabili a 104 Super Bowl – Ad allungarne i tempi, oltre ai recuperi minuziosi, potrebbe essere il VAR, chiamato a verificare l’attribuzione di ogni calcio d’angolo
© AP/Martin Meissner
Massimo Solari
02.12.2025 21:00

«Signore e signori, preparatevi a 104 Super Bowl». Il presidente della FIFA Gianni Infantino ha promosso così la Coppa del Mondo 2026, la prima in versione XXL con 48 selezioni partecipanti. Uno spettacolo sportivo, ma non solo, organizzato in Canada, Messico e Stati Uniti. Soprattutto Stati Uniti. In media, leggiamo, l’evento principe del football americano si protrae per 3 ore e 38 minuti. Un lasso di tempo enorme, che comprende anche il tradizionale show di metà partita, oltre agli ambitissimi e costosissimi spot pubblicitari. Bene, tutto molto bello e luccicante. Ma il mondo del calcio è solito funzionare secondo altri ritmi. Difficile, per intenderci, superare le 2 ore complessive di «intrattenimento». Già. Eppure, lo scarto tra pallone e pallone ovale potrebbe ridursi concretamente la prossima estate, traducendosi in incontri spalmati su quasi 180 minuti. E per i coraggiosi europei che accetteranno di alzarsi nel cuore della notte per seguire la sfida serale programmata in una delle sedi della West Coast, non si tratta per forza di una buona notizia.

Il giro di vite in Qatar

A fare scuola, innanzitutto, sarà il Mondiale 2022, disputato in Qatar. Ricordate? Per volere del presidente del Comitato arbitri FIFA Pierluigi Collina, a Doha venne introdotta una sorta di tolleranza zero con la quale stigmatizzare qualsivoglia perdita tempo. Tradotto: gli arbitri furono chiamati a calcolare i recuperi delle singole partite in modo minuzioso. E gli effetti del nuovo approccio non tardarono a palesarsi. Pensiamo, su tutti, ai 27 (ventisette!) minuti di extra-time accordati in Inghilterra-Iran, prima sfida del girone B chiusa con otto reti, gli infortuni alla testa di Alireza Beiranvand ed Harry Maguire e di riflesso più sostituzioni accordate. Nel complesso, su 64 gare giocate, i prolungamenti decisi delle squadre arbitrali toccarono quota 667’: pari cioè a una media di 10,4 minuti per partita. A Russia 2018 ed Euro 2020, a mo’ di paragone, il triplice fischio finale era per contro caduto dopo 98 e 97 minuti.

10-11 corner a incontro

A protrarre ulteriormente l’esperienza in uno degli stadi del Mondiale 2026 potrebbero ora contribuire altre variabili. L’IFAB – organo supremo nello stabilire e aggiornare le regole del calcio – starebbe infatti valutando di ampliare il ventaglio di episodi analizzabili dal VAR. Il tutto su pressione della FIFA, che vorrebbe sfruttare proprio la Coppa del Mondo per testare le novità in questione. Nel dettaglio, come riferito dal Times, l’assistenza video in futuro potrebbe entrare in azione anche per verificare la corretta attribuzione dei calci d’angolo.

L’intento è nobile e finanche condivisibile: evitare che le partite della competizione più prestigiosa del pianeta – figuriamoci la finale - possano essere determinate da un corner inesistente. Rivoluzionando per l’ennesima volta il mansionario arbitrale, tuttavia, i tempi di gioco subirebbero inevitabilmente una frammentazione ancor più marcata. Sarebbe d’altronde sufficiente che a sollevare un dubbio – la palla era davvero uscita? E di chi è stato l’ultimo tocco? – fossero la minoranza dei 10-11 calci d’angolo assegnati in media ad alto livello. La UEFA, per dire, non avrebbe accolto con entusiasmo l’idea.

Entra il medico? Fuori 2 minuti

Ma non è tutto. Sì, perché in gennaio l’IFAB si chinerà altresì sull’opportunità di ricorrere al VAR sui secondi cartellini gialli e dunque su eventuali espulsioni discutibili. E via altri secondi, forse minuti, per fare chiarezza a discapito del flusso emozionale generato da una partita. In caso di accordo, le modifiche sarebbero ritenute applicabili dal 1. giugno 2026. Quanto basta per il Mondiale, mentre l’introduzione nelle competizioni per club spetterebbe alle singole federazioni e leghe nazionali. Detto questo, non è chiaro se solo uno o entrambi i correttivi al raggio d’azione del VAR verrebbero applicati già dalla prossima estate. E se, addirittura, a imporsi potrebbe essere un terzo provvedimento. Quale? La sperimentazione, che interessa l’Arab Cup appena scattata in Qatar, prevede uno stop di 2 minuti per quei giocatori che richiedono l’assistenza medica in campo. E ciò – appunto – al fine di scongiurare sceneggiate e intenzionali perdite di tempo. Fanno naturalmente eccezione i portieri, così come le vittime di interventi sanzionati con un cartellino giallo o rosso. La regola, in questo caso, dovrebbe favorire la scorrevolezza degli incontri. Nel dubbio, preparatevi comunque a sostenere i 104 Super Bowl architettati da mister Infantino.

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