El Clásico, giustiziere per una notte

Un Clásico a decidere la stagione. Il calendario e la posizione in classifica di Barcellona e Real Madrid hanno fatto allineare tutte le stelle, creando una costellazione perfetta. Domani, alle 16.15 al Montjuic, le due squadre incroceranno le spade per decidere il destino de LaLiga 2024-25. La graduatoria al momento recita 79 punti per gli uomini di Hansi Flick e 75 per quelli di Carlo Ancelotti. Dovessero vincere i blaugrana, a meno di incredibili ribaltoni, blinderebbero il campionato, laureandosi campioni di Spagna per la 28. volta. S’imponessero i Blancos, i giochi si riaprirebbero ad appena tre giornate dalla fine delle danze. Cogliamo l’occasione per capire meglio quale sia il vero significato dietro il match tra catalani e madrileni. A guidarci, uno dei massimi esperti del calcio spagnolo, Guillem Balagué. «Partiamo da una premessa. Chi sono Real Madrid e Barcellona? Due club che si sentono il centro dell’universo. Per i Blancos l’unica cosa che conta è vincere, non importa come. Loro si vedono come la rappresentazione della Spagna tutta. Anche ai blaugrana importa imporsi, ma vogliono farlo in modo attraente e divertente. Loro invece si sentono l’impersonificazione della Catalogna. Sono entrambi due club incredibili. Ogni giocatore vorrebbe vestire le loro maglie. Ecco perché ci sono passati fenomeni come Maradona, Di Stéfano, Ronaldo, Ronaldinho, Messi e Cristiano Ronaldo. E il bello è che entrambe lottano per gli stessi titoli: LaLiga, la Coppa di Spagna, la Supercoppa. Sono queste le radici del Clàsico. Un match unico. Le due squadre si preparano per sei mesi a questa partita. La posta in palio è altissima. Possono saltare, e in passato sono già saltati, posti di lavoro nella squadra perdente».
Emozioni immutate
Una partita imperdibile, dunque, quella di domani. Un match che in un mondo del pallone sempre più commercializzato e globalizzato resiste, «continuando a regalare le stesse autentiche e genuine emozioni da tanti anni». Sempre Balagué. «È sempre stato così, anche prima dell’assoluto dominio di questi due team grazie alla forza finanziaria di cui hanno potuto beneficiare, risalente circa all’inizio del XXI secolo. Da allora il Clásico ha assunto un valore ancor più grande. Ma già prima vantava un’eco gigantesca, seppur non decidesse le sorti de LaLiga come oggi. Ricordo quando ai tempi lavoravo per Sky in Inghilterra. El Clásico era la seconda o terza partita più seguita nel Regno Unito. Pazzesco. Certo, con l’andare del tempo anche il bacino di interessati è aumentato, e con loro anche la portata emozionale dell’incontro. Ma la sua autenticità è rimasta invariata. Un’aura unica al mondo creatasi grazie alla narrazione che i due club sono riusciti a ricamarci attorno. Non esiste una partita raccontata in modo più efficace di come viene fatto per il Clásico. Non c’è derby in Italia, in Inghilterra o in Brasile che regga il paragone. Sono certo che a livello mondiale tutti gli appassionati di calcio sanno capire la rivalità tra Barcellona e Real Madrid. Sono invece meno sicuro saprebbero cosa sia esattamente un derby di Milano o un match tra Boca Juniors e River Plate. Con l’andare degli anni il Clásico è stato raccontato in una maniera semplicemente unica, che ha raggiunto ogni angolo del globo. In Spagna è poi un match senza paragoni. Un esempio? Le stazioni radio specializzate in sport o calcio iniziano a parlarne settimane prima. E lo fanno per 16 ore consecutive o più».


Quasi perfetti, anche se...
Fino a qualche giorno fa, i super favoriti erano senza il minimo dubbio Lamine Yamal e compagni. All’andata del 26 ottobre al Bernabeu, i catalani avevano letteralmente schiacciato la concorrenza con un perentorio 4-0. Il 12 gennaio altra brutta sconfitta per le Merengues, ammutolite da Lewy & Co. in finale di Supercoppa di Spagna, a Jeddah, per 5-2. Due settimane fa, infine, Blancos rimontati e battuti nell’ultimo atto di Copa del Rey. Insomma, considerata anche l’eliminazione ai quarti di Champions, quella del Real Madrid è stata tutto fuorché una buona stagione. Da qui la decisione del club di separarsi da Carletto. Al suo posto subentrerebbe Xabi Alonso. Indiscrezione che ha trovato solidissime conferme nelle parole del tecnico spagnolo, il quale ha annunciato che al termine della stagione lascerà la panchina del Bayern Leverkusen. Il destino del 65.enne di Reggiolo sembra invece inevitabilmente fare rima con il Brasile. Lo smacco di martedì sera a San Siro, tuttavia, potrebbe aver irrimediabilmente intaccato il morale dello spogliatoio catalano. Raphinha e compagni, nel triplete del 2025, ci credevano d’altronde tantissimo. Vittoria nerazzurra che invece, per i cugini madrileni, è stata un toccasana. Perfino una goduria. Si sa che Barcellona e Real sono vasi comunicanti. Ciò che va male a uno, è gioia per l’altro e viceversa. Ecco perché nella notte tra martedì e mercoledì, alcuni tifosi della capitale spagnola hanno appeso ai cancelli del Bernabeu degli striscioni per ringraziare gli uomini di Inzaghi. «A mio modo di vedere, tuttavia, gli uomini di Flick rimangono favoriti. Il Barça deve riprendersi dall’aver mancato la finale di Monaco, che ha fatto malissimo, ma non teme nessuno. Emotivamente sono molto forti. Hanno già distrutto il Real tre volte questa stagione. Forse fisicamente saranno un po’ provati, ma ogni elemento in panchina è pronto per raccogliere il testimone. Le Merengues sono invece fragili, incentrate sulle loro grandi individualità e sottosopra per l’ormai certo cambio di allenatore. I blaugrana hanno però una pecca. A tratti mancano di incapacità nel gestire il match. Non riescono a difendere tenendo palla. Il che è bello da vedere ma molto rischioso».


Come sempre, le risposte definitive le darà il campo. In questo caso, il Montjuic. Per i catalani una partita per rialzare la testa dopo il 4-3 di San Siro, per i Blancos l’ultimo treno verso la conquista di un titolo in questa stagione deludente. La classifica, ora come ora, sorride ancora al Barcellona, ma potrebbe anche prendere tutt’altra forma. El Clásico, giudice per una notte, calerà la fatidica sentenza.