Il caso

Elvedi: «Ero pronto»

Il difensore rossocrociato, in panchina contro il Portogallo, ha smentito quanto affermato da Murat Yakin
© KEYSTONE / LAURENT GILLIERON
Red. Online
07.12.2022 13:46

Vittoria contro il Camerun, sconfitta di misura contro il Brasile. Centottanta minuti di grande solidità, grazie alla coppia formata da Nico Elvedi e Manuel Akanji. Malato contro la Serbia, il primo ha seguito dalla panchina il tracollo della Svizzera contro il Portogallo (6-1). Come mai?

La sconfitta, va da sé, è la peggiore nella storia della Nazionale dal 1966 a oggi. E fa male, anzi malissimo. A maggior ragione perché, ai più, la decisione di Murat Yakin di cominciare la partita con una difesa a tre è sembrata un suicidio annunciato: contro il Ghana, nell’unica amichevole disputata prima dei Mondiali, non aveva infatti dato alcun frutto. Non solo, quando Fabian Schär – travolto dagli eventi – è stato sostituito, beh, a entrare in campo è stato Eray Cömert. Non Elvedi. Di nuovo: come mai?

Finora, sull’argomento tutti hanno detto tutto. E il contrario di tutto. Alle varie voci si è aggiunta pure quella di Elvedi, intercettato dal Blick ieri sera in zona mista. «Ero pronto» le sue parole. E dire che, secondo Yakin, il difensore aveva la febbre e non poteva giocare. Perché, allora, privarsi di un elemento fondamentale per gli equilibri della squadra? «Nico non ha partecipato all’ultimo allenamento prima della partita ed era malato da quattro giorni» aveva spiegato, ieri, il commissario tecnico.

Oggi, «Muri» dovrà giustificarsi. Partendo proprio da quanto dichiarato da Elvedi.

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