Euro2025

Germania e Spagna lottano a suon di record

Il Letzigrund ospita la seconda semifinale del torneo elvetico - Le tedesche vanno a caccia dell’ennesimo ultimo atto, la Roja cerca la sua prima finale
Il gruppo spagnolo. ©MICHAEL BUHOLZER
Maddalena Buila
23.07.2025 06:00

Due mondi diversi, un’ambizione unica. Due storie agli antipodi, lo stesso sguardo. Quello di chi vuole mettere le mani sul trofeo di Euro2025. Stasera Germania e Spagna incrociano le spade per aggiudicarsi un posto in finale alla rassegna continentale in casa svizzera. Da una parte le tedesche, che negli anni hanno vinto di tutto e di più. Dall’altra le iberiche, fresche di Mondiale e Nations League e pronte a dimostrare che il traguardo europeo non è più un sogno lontano. Sembrano generazioni diverse, e in fondo lo sono davvero. Le caratteristiche delle due sfidanti differiscono. Da qui l’incertezza nel predire la vincitrice. Il sondaggio lanciato dalla UEFA parla di un 56% che scommette sulla Germania, contro un 44% a favore della Spagna. Per inquadrare meglio il match di questa sera al Letzigrund di Zurigo, siamo andati a spulciare qualche dato sulle contendenti.

La lezione francese

Partiamo dalla Nazionale guidata da Christian Wück. La Germania non ha in realtà bisogno di chissà quale presentazione. È la squadra che ha riscritto la storia degli Europei con otto titoli, un primato difficile da battere. Contano ben 50 partite giocate nelle fasi finali di una rassegna continentale, perdendone soltanto cinque e segnando la bellezza di 108 gol. All’impegno con la Spagna le tedesche ci arrivano di ottimo umore, ma anche con qualche dubbio. Ai quarti hanno infatti incontrato la Francia, per un match sulle montagne russe. Dopo 13 minuti Kathrin Hendrich si è fatta espellere, facendo pensare a un epilogo già scritto. Rigore per le transalpine, trasformato da Geyoro, e brividi lungo la schiena. Insomma, il torneo delle tedesche sembrava ormai chiuso. E invece no. Perché dare per spacciata la Germania è l’errore più grande che si possa fare. Partita pareggiata al 25’ con Nüsken e poi bloccata lì, sull’1-1 fino al 90’. E così, in dieci e con una selezione tra le favorite al titolo dinnanzi, le tedesche hanno portato la contesa ai supplementari e poi ai calci di rigore. E nel momento del bisogno è apparsa Ann-Katrin Berger, la portiera che ha vestito i panni dell’eroina. «Ognuna di noi ha capito di cosa era capace - ha analizzato la compagna Klara Bühl -. Penso che possiamo trarre molti vantaggi dalla partita contro la Francia».

Sfortuna e statistiche

Lo accennavamo poco sopra, le tedesche non hanno inscenato le solite partite senza storia. Rispetto al passato, in altre parole, non si sono per certi versi dimostrate implacabili. Alla terza giornata, per esempio, sono state sconfitte 4-1 dalla Svezia. È stata la prima volta che hanno subito quattro gol in una partita degli Europei. Pure la rimonta sulla Danimarca ha lasciato un po’ di amaro in bocca. La Germania ha insomma troppe volte flirtato con il pericolo. In moltissime occasioni, questo va detto, è stata anche incredibilmente sfortunata. Dalla sua, ad ogni modo, ha sempre le statistiche. Alla dodicesima partecipazione, giocherà una semifinale per l’undicesima volta. Un record assoluto. E 9 volte su 11 è approdata all’atto conclusivo. Contro la Spagna, inoltre, le tedesche non sono mai state battute. Gli otto scontri diretti si sono chiusi con cinque vittorie e tre pareggi. Ma saranno sufficienti gli impressionanti dati per superare le iberiche? Il ct Christian Wück è ottimista. «Prometto che daremo filo da torcere anche a loro». Certo è che la dea bendata sembra non essere ancora intenzionata a strizzare l’occhio alle tedesche. La capitana Giulia Gwinn, assente dalla partita inaugurale per un infortunio al ginocchio, non scenderà in campo. Mentre Sarai Linder si è dovuta ritirare per problemi alla caviglia. Si aggiunge poi la terza difensora assente, ovvero Hendrich, sospesa. Fuori pure la centrocampista Sjoeke Nüsken.

Stile rullo compressore

Le iberiche hanno invece incollato addosso il cartellino di favorite. Un’etichetta che stanno rispettando in toto. In nessuna delle partite finora disputate, hanno infatti lasciato scampo alle avversarie. Questa è la prima semifinale che agguantano dal lontano 1997, al debutto a una rassegna continentale. Zero, di conseguenza, il numero di Europei vinti. «C’è sempre una prima volta. Il nostro obiettivo è raggiungere l’ultimo atto del torneo», ha chiarito la capitana spagnola Alexia Putellas, due volte Pallone d’Oro al pari della sua compagna Aitana Bonmatí. Dal 1997 le cose sono cambiate. Nel 2023 è arrivato il titolo Mondiale per la Roja. Un anno dopo la Nations League. E questo Euro sembra il tassello mancante per completare l’opera. A differenza della selezione di Wück, le ragazze di Montse Tomé non hanno mai tremato. Cinque sberle al Portogallo, 6 a 2 contro il Belgio, 3-1 con l’Italia e, ahinoi, la vittoria sulla Svizzera ai quarti di finale per 2-0. Un rullo compressore. La Spagna è una formazione giovane, scoppiettante, che difende bene e attacca che è una meraviglia. Il possesso palla è la sua arma letale e le sue individualità fuori dal mondo. E le eclatanti statistiche germaniche ora tremano.

Un percorso (quasi) netto

Anche perché quelle iberiche non sono da meno. Bonmatí e compagne hanno raggiunto la semifinale vincendo tutti e quattro gli incontri precedenti. Non era mai successo. Inoltre, dato forse ancor più interessante, hanno collezionato 12 successi negli ultimi 13 incontri internazionali. Poi è vero, le partite di calcio iniziano con due sfidanti e uno stesso obiettivo, che entrambe agognano. Il match tra le iberiche e le rossocrociate insegna che se ci si crede si può provare a raggiungere l’impossibile. E, si badi bene, la qualità delle tedesche è di gran lunga superiore a quella delle elvetiche. Ma le 16 gemme inanellate dalla Roja nella sua collana di marcature ad Euro2025 fanno davvero impressione. Insomma, stasera si scontreranno tradizione e innovazione. La veterana delle vittorie continentali e la novellina, che si fa largo tra le grandi senza paura. In palio, c’è la finalissima al St. Jakob-Park. Un traguardo che per una è un record che si allarga, per l’altra un sogno che si avvera.

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