Grasshopper-Aarau, lo spareggio di Raimondo Ponte

«Se sarò a Cornaredo? Penso proprio di sì». A Lugano, d’altronde, verrà disputata una partita speciale per Raimondo Ponte. Una partita decisiva per delineare i futuri equilibri del calcio svizzero. A sfidarsi, nella gara d’andata dello spareggio della paura, saranno Grasshopper e Aarau. Né più, né meno, due pezzi di cuore dell’ex giocatore e tecnico argoviese, nato a Windisch 70 anni fa. «Eppure farò il tifo per le cavallette. Sia per ragioni personali, sia per la reputazione del nostro calcio» afferma «Mondo». Bene. Ma perché martedì si giocherà in Ticino? Colpa degli Imagine Dragons, attesi al Letzigrund per un doppio concerto (il 29 e il 31 maggio). «E, memore delle difficoltà sorte in occasione della ricerca di una sede per le proprie partite casalinghe in ambito europeo, l’FC Lugano si è prodigato con piacere e con successo a sostegno di un membro della Swiss Football League» ha fatto sapere la società bianconera. «Sono molto felice che, grazie alla preziosa collaborazione con la Città e con le autorità comunali e cantonali, siamo riusciti a trovare entro 72 ore una soluzione» il commento del CEO Martin Blaser.
Raimondo Ponte, dicevamo, dovrebbe essere della partita. «Qualità delle rose alla mano, il Grasshopper è chiaramente favorito» afferma con decisione. «Molto, però, conteranno i nervi. A fare la differenza, insomma, sarà anche la tenuta mentale». E, in questo senso, l’Aarau non ha nulla da perdere. «Vero, la pressione è ovviamente sul club di Super League» conferma Ponte, icona del GC che dominava la scena cavallo degli anni Settanta e Ottanta. «Gli zurighesi, comunque, hanno già vissuto la delicatezza del barrage. Solo dodici mesi, riuscendo infine a spuntarla». La particolarità di questa doppia sfida, per l’appunto dislocata in parte a sud delle Alpi, non va sottovalutata. «Dopo una prima partita su campo neutro, l’Aarau avrà l’opportunità di disputare il ritorno al Brügglifeld, in uno stadio bollente» osserva Ponte. Perciò, «mai dire mai», prosegue il nostro interlocutore, la cui carriera di calciatore sbocciò proprio ad Aarau, dove tra il 2015 e il 2017 è quindi stato allenatore e dirigente.
Ad andare in scena sarà un derby tra vicini. «Un piccolo derby, mettiamola così» corregge il tiro «Mondo». «La rivalità esiste e l’ho vissuta in prima persona. Tuttavia stiamo parlando di due dimensioni molto differenti. Da un lato una società gloriosa, dall’altro una oramai ancorata alla lega cadetta. Incapace di fare l’ultimo passo». Già. L’Aarau frequenta la Challenge League dall’estate del 2015 e per due volte ha fallito il ritorno nel massimo campionato. Ricordate per esempio il 2019 e il folle harakiri contro lo Xamax, battuto 4-0 alla Maladière nella gara d’andata? Ecco.
«Però ripeto: il calcio svizzero ha bisogno di un Grasshopper in Super League. E ciò indipendentemente dagli enormi errori commessi dal club negli ultimi anni. Alain Sutter? La sua nomina in qualità di direttore sportivo rappresenta la migliore notizia degli ultimi mesi. Parliamo di una figura competente, inserita in una realtà che di recente ha sbagliato davvero tante scelte nella composizione della squadra. Non a caso hanno chiuso al penultimo posto e si ritrovano allo spareggio». Il girone contro la retrocessione ha invece condannato l’Yverdon. «Ma, con tutto il rispetto, l’ascesa del Thun e il mantenimento della categoria da parte del GC farebbero solo gli interessi del prodotto Super League» conclude Raimondo Ponte.