Il Basilea cerca il bis, ma le alternative sono più che valide

E via con un nuovo di giro di giostra: il massimo campionato svizzero è tornato. Con l’anticipo tra Zurigo e Sion - vinto dai vallesani per 3-2 -, la Super League ha riaperto i battenti, per una stagione che si prospetta scoppiettante. L’ultima, del resto, è rimasta incredibilmente in bilico per diversi mesi, prima che il Basilea prendesse il sopravvento su tutto il resto della concorrenza. E ai nastri di partenza, allora, i renani sono indicati dai più come i favoriti per il bis. Diversi rivali, tuttavia, appaiono in grado di insidiare lo scettro appena riconquistato.
Rivali più accreditati
Ripartiamo, allora, proprio dai campioni in carica che - dopo la trionfale annata conclusa con la doppietta in Coppa Svizzera - sono riusciti a mantenere una rosa attrezzata. E pressoché invariata, già, perché in mediana i rossoblù potranno continuare a puntare sul fondamentale Metinho. Il quale, tuttavia, non potrà più contare sul prezioso apporto del compagno di reparto Leon Avdullahu. Con gli innesti di Koba Koindredi - che dovrebbe colmare il vuoto lasciato a centrocampo - e Keigo Tsunemoto - soffiato peraltro a una diretta concorrente - il Basilea ha puntato sull’usato sicuro, dimostrandosi una volta di più abile sul fronte del mercato. Allo stato attuale, inoltre, il loro è decisamente il reparto offensivo migliore del campionato.
La corsa al vertice, comunque, promette spettacolo e ai nastri di partenza, là davanti, ci sono le stesse squadre che avevano occupato i primi quattro posti nella passata stagione. Tra queste c’è anche il Lugano, intenzionato innanzitutto a ottenere un piazzamento utile per disputare il girone per il titolo. Assieme ai bianconeri (vedi articolo a lato), l’attenzione è incentrata anche sullo Young Boys - che sotto la guida di Giorgio Contini vuole tornare a primeggiare - e al sempre ambizioso Servette.
Volti noti e volti nuovi
Il Basilea, rispetto alle tre pretendenti al trono sopracitate, non ha confermato il tecnico che ha chiuso la scorsa stagione. Un potenziale svantaggio, appunto, considerando pure che Ludovic Magnin - da poco al comando del gruppo renano - nella sua carriera da allenatore non ha ancora avuto a che fare con le pressioni relative alla corsa di testa.
A proposito di nuove guide, «Ludo» non è l’unico ad aver ereditato una panchina occupata da un collega al termine dello scorso anno. Assieme a lui, infatti, compaiono Peter Zeidler - che ne ha preso le veci a Losanna - così come Mitchell van der Gaag e Gerald Scheiblehner, tecnici - rispettivamente - di Zurigo e Grasshopper. Questi ultimi, inoltre, sono gli unici a esordire in Super League al pari di Mauro Lustrinelli, che dalla lega cadetta ha riportato in alto il suo Thun.
Aumentano gli impegni
Oltre alla variabile legata agli allenatori, ve ne sono altre due - peraltro connesse tra loro - che potrebbero portare, da qui a un mese e mezzo, al rimescolamento delle carte in tavola. Parliamo, naturalmente, dei risultati che matureranno dalle qualificazioni per le competizioni europee e, di riflesso, anche delle conseguenti mosse in ambito di mercato. Gli impegni sul palcoscenico continentale possono stravolgere le dinamiche di una stagione e i primi ad accorgersene saranno proprio i campioni in carica. Senza nulla togliere a Fabio Celestini e ai suoi uomini, l’anno scorso il Basilea non ha subìto il peso di questo onere e onore. Ebbene, a questo giro l’incombenza toccherà anche a loro. E l’Europa, si sa, è esigente. Richiede energie non indifferenti che vanno perlopiù a intaccare la normale programmazione di un club. Come reagirà, ad esempio, Shaqiri dinanzi agli impegni infrasettimanali destinati a moltiplicarsi? Staremo a vedere.
I renani, tuttavia, non sono i soli ad avere, già sinora, la garanzia di disputare la «fase a campionato» di una delle tre competizioni della UEFA. Il che, tra l’altro, non è affatto male. Anche lo Young Boys, infatti, è già conscio di ciò che lo aspetta e può pianificare con grande chiarezza la seconda parte del mercato estivo. Tutte le altre - dal Servette al Losanna, passando logicamente per il Lugano - questa certezza non ce l’hanno. Per loro, quindi, il rischio è quello di imbastire la rosa in un certo modo per poi doversi confrontare con un contesto diverso dal previsto.
Chi si salva?
E chissà, allora, che altre compagini - inserite nella lotta intestina della classifica, ma in gara solamente per le competizioni nazionali - non possano approfittarne. Allo stato attuale - tenendo conto anche delle diverse variabili poc’anzi menzionate - è difficile capire se uno di questi club possa davvero stravolgere i pronostici e avventurarsi tra le zone più nobili della graduatoria. Ci avrebbe potuto aiutare il mercato. Avrebbe, perché in realtà - almeno per il momento - è stato avaro di grandi colpi. Si sta procedendo all’insegna del risparmio e dei giovani di prospettiva. Ma di tempo, d’altra parte - e ce lo ha insegnato lo stesso Basilea lo scorso anno, quando ha pescato il jolly solamente ad agosto - ce n’è ancora parecchio.
Appare, invece, meno complicato intuire quali club si ritroveranno a lottare nei bassifondi per cercare di evitare la retrocessione. A cominciare, come è logico che sia, dalla neopromossa. Occhio, però, a dare già per spacciato il Thun. I bernesi vogliono giocarsi le proprie carte e al loro tavolo, verosimilmente, saranno seduti anche due club zurighesi, sponda GC e Winterthur. Questi ultimi - dal loro ritorno in Super League - hanno vissuto soltanto una stagione, la 22/23, con tranquillità; mentre le cavallette negli ultimi due anni si sono salvate per il rotto della cuffia e soltanto grazie al barrage. E allora godiamoci lo show.