«Il Bruges è il favorito ma in fondo ci teme»

Se pensi al Lugano in Conference League, ti torna ancora in mente l’impresa dei bianconeri a Istanbul. Prima il doppio vantaggio del Besiktas, poi la rimonta in nove minuti con le reti di Aliseda, Vladi e il tiro di Grgic. Una nota magica. Storica, anche. Già, ma adesso è tempo di tornare in campo. A Zurigo, Sabbatini e compagni dovranno difendere la vetta della classifica contro il Bruges. Mattia Croci-Torti, però, non sembra temere le vertigini: «Non penso che i quattro punti conquistati cambino la nostra situazione. Nella nostra testa, non c’è pressione. C’è sempre l’ansia di competere con grandi squadre, ma anche la consapevolezza di potersela giocare. Con grande umiltà proveremo a realizzare qualcosa di importante. Adesso non possiamo più nasconderci, questo sì. Dobbiamo giocarcela a viso aperto se vogliamo continuare a cullare questo sogno».
«Restiamo gli outsider»
Il tecnico dei belgi non ha fatto giri di parole in conferenza stampa: l’unico risultato accettabile, per loro, sono i tre punti. «È giusto che si sentano superiori», commenta il Crus. «Anche io a parti invertite lo farei se sfidassi il Lugano a Zurigo in uno stadio semi-deserto e senza l’atmosfera infuocata che si trova su altri campi. Inoltre, hanno una rosa fortissima e vantano giocatori di calibro internazionale, come Skov Olsen o Vanaken, per citarne alcuni. Hanno più esperienza di noi in questi palcoscenici. Sono però altrettanto convinto che, in fondo in fondo, nel loro cuore c’è anche un po’ di paura di noi. Questo perché siamo una squadra che ha disputato un ottimo primo tempo con il Bodø, ed ha avuto il carattere di completare la rimonta in Turchia». Ma quindi, questo Lugano a che risultato può ambire? «Non firmo per il pareggio. Lo dico nel modo più umile possibile. Quando arrivi a giocarti questa partita da primo in classifica non devi avere paura di nessuno. Li guarderemo dritti negli occhi e cercheremo di vincere, cercando anche di far divertire il pubblico. Comunque, un pareggio non sarebbe da buttar via. Anzi: ci avvicinerebbe ancora di più all’obiettivo di passaggio del turno e significherebbe che il Lugano in Europa può dir la sua. Noi continuiamo il nostro percorso nel ruolo di outsider, che ci si addice».
Dalla voglia di rivalsa…
In campionato, il Bruges non se la passa benissimo: la vittoria manca da cinque incontri, e nelle ultime due partite sono arrivate due sconfitte. «Ma quello che succede in campo europeo è un’altra cosa – ribatte il tecnico momò –. La loro situazione in Belgio non aumenta le nostre chance di vittoria. Anche noi veniamo da una sconfitta in Super League che ci ha fatto male». Entrambe le squadre, dunque, avranno voglia di rivalsa. «Più che questo, spero di vedere tanta rabbia portata in campo per come abbiamo perso quei punti. Sono convinto che siamo una squadra più matura di quel che abbiamo fatto vedere domenica scorsa. Da tutte le sconfitte dobbiamo essere bravi a capire gli errori commessi e migliorare. Complici i vari impegni ravvicinati, non sempre c’è tempo di lavorare approfonditamente su ogni aspetto, ma cerchiamo di farlo utilizzando sempre almeno l’analisi video».
…alla voglia del bomber
Chi giostrerà sulla fascia sinistra dei bianconeri, sembra ancora indefinito: «Potrebbero giocare Marques, Hajdari o Arigoni: so quanto è forte la fascia destra dei belgi e deciderò con calma la persona migliore per affrontare il Bruges in questo incontro», spiega il mister. Certo è, invece, che al centro dell’attacco ci sarà Žan Celar. Quando gli vien chiesto quanta sia la voglia di trovare il primo gol in Conference, lo sloveno risponde solo: «tanta», con sguardo glaciale. Una freddezza e cinismo che ultimamente gli sono forse mancati sotto porta, e che deve ritrovare al più presto. «Non mi interessano le critiche, sono concentrato solo su me stesso e sul migliorare ogni giorno sempre di più. Mi sento in forma e non vedo l'ora di giocare. Sono pronto». Bene, perché al Lugano, per scrivere un’altra pagina di storia, servirà anche il suo bomber.