Il cammino mondiale azzurro, via di mezzo fra sogno e incubo

L’Italia ha buone possibilità di tornare al Mondiale e di evitare quindi il terzo fallimento consecutivo. Questo il risultato più importante, anche per Gianni Infantino, uscito dai sorteggi di Zurigo visto che gli azzurri di Gattuso sono l’unica nazionale fra le prime 20 del ranking FIFA a non essersi ancora qualificata alla fase finale. Ma la mano di Marco Materazzi e Martin Dahlin ha fatto sognare e imprecare anche molti altri.
Ranking
Dopo aver perso con la Svezia lo spareggio per il Mondiale 2018 e con la Macedonia quello per il 2022 (ma in caso di vittoria ci sarebbe stata da disputare la finale con il Portogallo), l’Italia dopo essere arrivata dietro la Norvegia, oltretutto con due disastri negli scontri diretti, è ancora una volta costretta a passare per queste partite senza domani in cui la tensione può sovvertire i valori. Nella semifinale di giovedì 26 marzo 2026 la squadra di Gattuso, alla posizione numero 12 nel ranking FIFA, affronterà l’Irlanda del Nord numero 69: lo farà in casa, probabilmente in uno stadio relativamente piccolo, 23.500 spettatori di capienza, come quello di Bergamo per avere più calore, mentre in trasferta (e qui il sorteggio ha detto male) martedì 31 marzo ci sarà la vincente di Galles-Bosnia a Cardiff o Sarajevo. Per l’Italia buona situazione ma senza dare alcunché di scontato: l’Irlanda del Nord di Conor Bradley, unico giocatore di livello top, ha fatto paura anche alla Germania in entrambe le partite del girone, pur perse, mentre la Bosnia di Dzeko è stata a 13 minuti dalla qualificazione diretta ai danni dell’Austria, e il Galles di Brennan Johnson ha messo in difficoltà il Belgio.
Serie A
Il vero problema dell’Italia rimane… l’Italia, anche se non tutti gli azzurri giocano in Serie A e quindi qualsiasi discorso su raduni e stage non può riguardare Donnarumma, Tonali, Calafiori, Raspadori, l’eventuale Chiesa, eccetera. La Lega non intende spostare il turno, il trentesimo, di campionato di sabato 21 e domenica 22 marzo (le partite con almeno tre nazionali in campo Fiorentina-Inter, Atalanta-Verona e Cagliari-Napoli), ieri il suo presidente Simonelli lo ha detto chiaramente. Turno che è impossibile da anticipare perché arriva al termine di una settimana di coppe europee, per la precisione il ritorno degli ottavi di finale, il che significa che Gattuso dopo aver ritrovato i giocatori lunedì 23, dopo quattro mesi, potrà fare allenamento vero soltanto il martedì visto che mercoledì sarà già vigilia di partita. Situazione paradossale, che porta Gattuso quasi a tifare per una precoce eliminazione dei club dalle rispettive coppe, e del tutto analoga a quella del 2022, quando l’Italia campione d’Europa di Mancini fu costretta agli spareggi dai due rigori sbagliati da Jorginho contro la Svizzera. Anche in quel caso la Lega si rifiutò di modificare il calendario per dare più respiro ai giocatori e al commissario tecnico. La storia insegna poco, forse niente.
Antonio Conte
Comunque vadano i playoff, il futuro di Gattuso sulla panchina dell’Italia è a termine e non per il contratto che scade con il Mondiale. Soltanto in caso di qualificazione, seguita da un torneo clamoroso, cioè arrivando almeno alle semifinali, Gattuso avrebbe un futuro azzurro, e del resto sia il presidente federale Gravina (assente a Zurigo) sia il suo grande sponsor Gigi Buffon hanno evitato di illuderlo. Dopo il grottesco, per le modalità, esonero di Spalletti non si cercava un grande allenatore, cosa che dopo il turbolento inizio al Sion Gattuso non ha dimostrato di essere, ma un’icona azzurra in grado di scuotere un gruppo di giocatori di buon livello. Forse non abbastanza per la Norvegia di Haaland, ma per l’Irlanda del Nord certamente sì. Il gigantesco non detto di tutta la vicenda azzurra è che la federazione sta aspettando che Antonio Conte si liberi: il suo rapporto con il Napoli è ai titoli di coda, nonostante la squadra sia ancora pienamente in corsa per scudetto e Champions League, in ogni caso non andrà oltre maggio. E Conte della scelta di lasciare la Nazionale dopo l’Europeo 2016 per andare al Chelsea si è sempre detto pentito, al di là dei tanti soldi presi da Abramovich, dall’Inter, dal Tottenham e dal Napoli: soldi poi in gran parte persi, truffato come tanti altri VIP da un broker poi morto in circostanze misteriose.
Incertezza
Al di là della situazione italiana, fra quelli usciti dal sorteggio di Zurigo il gruppo europeo con la qualità media più alta è il B, visto che la Polonia era la squadra più forte fra quelle in seconda fascia e la Svezia la più forte fra quelle in quarta, anche se contro la Svizzera ha rimediato due brutte figure: la vincente di Ucraina-Svezia ospiterà quella di Polonia-Albania, tutte partite davvero impronosticabili. Una favorita, al livello dell’Italia, c’è invece nel gruppo C ed è la Turchia allenata da Vincenzo Montella, che forse riuscirà a interrompere il suo campionato e che prima ospiterà la Romania, poi eventualmente andrà in trasferta contro la vincente di Slovacchia-Kosovo. Più incertezza nel gruppo D, dove la vincente di Danimarca-Macedonia andrà a giocarsi il Mondiale sul campo della vincente di Repubblica Ceca-Irlanda.
Super Bowl
Tutti in campo neutro, a Guadalajara e Monterrey, i playoff intercontinentali, con Christian Karembeu che ha sorteggiato la «sua» Nuova Caledonia contro la Giamaica: la vincitrice affronterà la Repubblica Democratica del Congo nella finale del cosiddetto Percorso 1, mentre nel Percorso 2 da Bolivia-Suriname uscirà l’avversaria dell’Iraq. Insomma, il 31 marzo sapremo tutti i 48 nomi delle partecipanti al Mondiale anche se il sorteggio dei gironi avverrà il prossimo 5 dicembre a Washington, a sottolineare il grande feeling fra Trump e Infantino, che ieri nel presentare il torneo ha parlato di “104. Super Bowl”, esagerando un po’ ma dando l’idea di come nel 2026 il calcio voglia connettersi con lo spirito americano. Non è una questione di riempimento degli stadi, in fondo anche a USA ’94 erano pieni, e nemmeno di pratica perché da decenni negli Stati Uniti il calcio è fra gli sport più diffusi, ma di entrata definitiva nell’immaginario collettivo, con Cristiano Ronaldo con lo stesso status di Tom Brady.
