Coppa Svizzera

Il cuore granata non basta: il GC elimina il Bellinzona

Mister Benavente: «È stata un'ottima prestazione; questa è la via da intraprendere d'ora in avanti»
©Pablo Gianinazzi
Alex Isenburg
21.09.2025 23:30

Uscire, a testa alta, dalla Coppa Svizzera - al cospetto di una compagine che milita in Super League - è diventata ormai una sorta di abitudine, per il Bellinzona. Cambia, di fatto, soltanto l’avversario e lo stadio della competizione in cui i granata si sono arresi con onore. Negli ultimi tre anni, infatti, erano arrivati i k.o. - tutti perlopiù oltre il 90’ - contro Lucerna (2. turno); Zurigo (ottavi di finale) e Losanna (quarti di finale). In questa stagione è stato il Grasshopper, al secondo turno, a infrangere i sogni di gloria dell’ACB.

«Non valiamo l’ultimo posto»

Questa volta, al Comunale non sono stati necessari i tempi supplementari, né tanto meno i calci di rigore, ma la prova degli uomini di Manuel Benavente, come accennato, è stata comunque di tutto rispetto. «Sì - ha confermato il mister spagnolo al termine del confronto - malgrado la nostra sia una squadra ancora in fase di costruzione, contro il GC abbiamo inscenato un’ottima prestazione. In termini di attitudine siamo stati irreprensibili: ci abbiamo messo intensità, carattere e cuore. È questo, insomma, il cammino che dobbiamo intraprendere da qui in avanti».

Un’analisi, questa, condivisa pure da Aris Sörensen. «Questa partita ha dimostrato che non siamo una squadra da fondo classifica della cadetta. Nonostante ciò - ha aggiunto il difensore - non possiamo essere soddisfatti al 100% di questo match, poiché, in fin dei conti, ne usciamo a mani vuote. Siamo dispiaciuti per questa eliminazione. Allo stesso tempo, però, siamo consapevoli che mettendo in mostra prestazioni del genere anche in campionato i risultati arriveranno e con loro anche maggior fiducia nei nostri mezzi».

Una disattenzione fatale

I padroni di casa, che hanno sfiorato il vantaggio già al 3’ con la traversa colpita da Vogt (il migliore dei suoi), hanno poi interpretato nel modo corretto tutto il confronto. E nella ripresa, in particolare - una volta cambiato assetto (passando dal 4-1-4-1 al 4-2-3-1) - l’ACB ha messo seriamente in difficoltà le Cavallette che - va detto - dal canto loro non hanno per nulla convinto.

A decidere la contesa, quindi, è stato un calcio d’angolo trasformato in rete da Meyer all’8’ di gioco, sul quale Lasso non ha fatto proprio una bella figura in marcatura. «Indubbiamente - ha risposto Sörensen - fa male uscire per una situazione da palla inattiva. Il mister, poi, ci aveva proprio avvisati di fare attenzione al secondo palo. Loro sono stati bravi a sfruttare quel corner, mentre noi - ha detto con amarezza - ci siamo presentati più volte dalla bandierina ma non abbiamo saputo sfruttare le nostre chance. Bisogna accettarlo - ha chiosato il classe 2001 - ogni dettaglio conta e ne abbiamo avuto la prova: si possono disputare anche 90’ di alto livello, ma bastano 10’’ di disattenzione per compromettere tutto».

«È una situazione complicata»

Quanto di buono è stato mostrato, però, va ora riproposto anche in campionato, dove il Bellinzona sta faticando maledettamente. Alcune questioni - come la gerarchia dei portieri, ne sono scesi in campo quattro diversi nelle ultime cinque sfide - vanno però risolte. Basti pensare, poi, alla situazione - attualmente ancora in stallo - legata al patentino di Jersson Gonzalez, che ormai da tempo è destinato a diventare il nuovo allenatore dei granata. Come sta vivendo, allora, questa situazione Benavente?«È senz’altro un qualcosa di insolito e di complicato - ci ha risposto lui - ma va altresì detto che nelle varie esperienze maturate nelle mia carriera ne ho vissute anche di più difficili. Con Gonzalez - ha aggiunto - non ci sono problemi. Anzi, lavoriamo bene assieme e ci aiutiamo a vicenda».

La dimostrazione più tangibile la si è avuta proprio contro il GC, con Benavente che - nel bel mezzo del confronto - è rimasto per un paio di minuti collegato telefonicamente proprio con il colombiano. «Vogliamo mantenere una comunicazione costante durante il match. Penso che, visto il contesto particolare, serva empatia da entrambe le parti. Siamo entrambi latini e dall’animo caliente, ma la verità è che tra di noi va tutto bene».

«Complimenti al Grasshopper, ma non al loro allenatore»

Ci si poteva aspettare tutta un’altra reazione, da parte di Manuel Benavente, in seguito al triplice fischio arbitrale. Certo, non che ci aspettassimo un tecnico granata raggiante. D’altronde, lui e i suoi uomini - seppur comportatisi bene - erano appena stati eliminati. E sconfitti, peraltro, per la quinta volta in appena nove incontri stagionali. Il tecnico dei granata, però, è andato su tutte le furie e si è lamentato con vigore con il 4. ufficiale di gara. Inizialmente, si pensava, per un presunto rigore che i padroni di casa reclamavano nel finale. Un contatto di gioco, in realtà regolare, tra Giandomenico e Philipona. «Mi hanno riferito che non c’erano gli estremi per la massima punizione» - ha poi affermato l’allenatore spagnolo . «Tuttavia - ha aggiunto - è il mio terzo anno in Svizzera e - tenendo in considerazione le esperienze vissute nelle scorse edizioni della Coppa Svizzera contro squadre di categoria superiore - non ce l’avrebbero accordato in ogni caso».

Non è stato, questo, però il motivo dell’ira di Benavante. E nei primi istanti della conferenza stampa prevista alla fine dell’incontro, è stato proprio lui a spiegarci quanto accaduto. «Intendo, innanzitutto, fare i miei più sentiti complimenti al Grasshopper. È uno dei club elvetici con più storia e che seguo sin da quando sono un bambino. I complimenti li estendo a tutti i loro giocatori, ma non al loro allenatore».

E come mai? «Quest’ultimo (Gerald Scheiblehner, ndr.) mi ha mancato di rispetto durante gli ultimi 20’ della gara. Si è reso protagonista - ha precisato - di una serie di gesta plateali. Ha irriso il nostro club e la nostra città. Lui, non rappresenta affatto la gloriosa società di cui fa parte».

Benavente, infine, è ritornato pure sulla sua veemente reazione. «Mi scuso per averlo insultato ma mi ha provocato ed è stato estremamente maleducato nei miei confronti. Sono caduto nella sua trappola».