Il figlio di una città in festa: «Una finalissima è per sempre»

È nato e cresciuto a Bienne, dove ha cominciato a tirare i primi calci ad un pallone. Il suo debutto con la maglia dei seeländer lo aveva effettuato proprio in Coppa Svizzera, affrontando quella che è poi diventata la sua squadra del cuore: il Neuchâtel Xamax. Fantasista dotato di classe cristallina, Raphaël Nuzzolo oggi lavora nell’ambito dello scouting per lo Young Boys. Già, il club eliminato dal Bienne in semifinale.
Incroci e intrecci che fanno del 41.enne un osservatore attento e privilegiato della finale che opporrà il Bienne al Basilea domani al Wankdorf. Un Bienne – quasi inutile ricordarlo – che nei quarti di finale aveva dato un immenso dispiacere al Lugano di Mattia Croci-Torti.
Cuore e qualità
Davide contro Golia, il piccolo contro il grande. Lo spirito della Coppa Svizzera – dove nulla è scontato – è stato rispettato. Nuzzolo conferma, ma con un bemolle: «Per il Bienne – dice – questa è senza dubbio una bellissima storia. I seeländer hanno meritato di arrivare fino all’atto conclusivo. Ero allo stadio nelle partite vinte contro Xamax, Lugano e Young Boys: il Bienne ci ha messo tanto spirito di sacrificio, ma anche rigore tattico e qualità tecniche. D’altra parte però questa finale rischia seriamente di essere troppo facile per il Basilea. Per i seeländer – che non avranno più il vantaggio di giocare in casa – sarà insomma durissima».
Ci ha però messo il cuore, questo Bienne capace di far fuori uno dopo l’altro Lugano e Young Boys, due tra le migliori squadre della Super League: «Sì, tanto cuore. Ma non solo, come ho detto. Giocare davanti al proprio pubblico è stato importantissimo e l’allenatore ha saputo toccare le corde giuste a livello di motivazione. Il Bienne, inoltre, è una squadra molto fisica e può contare – grazie ad un accordo di partenariato con il club del Clermont – su alcuni giocatori francesi che hanno portato un sicuro valore aggiunto. Anche perché si sono calati nella realtà della Promotion League con l’attitudine giusta».
Un po’ di fortuna
La Coppa Svizzera regala spesso sorprese. Battere però – anche a livello tattico – due formazioni come bianconeri e gialloneri è stata una vera e propria impresa: «Il Bienne ha giocato con una difesa a cinque, molto bassa: Lugano e YB hanno davvero faticato a trovare gli spazi giusti in fase offensiva. E davanti ha sfruttato la velocità dei suoi attaccanti, contando anche su un po’ di fortuna. Contro il Lugano la rete che ha fatto la differenza era probabilmente da annullare per un fuorigioco, ma non c’era il VAR. Con lo Young Boys è invece arrivato un rigore un po’ generoso, ma la fortuna bisogna comunque andarsela a cercare. Dovrà averne, il Bienne, con il Basilea».
Quindici minuti di fuoco?
Il pronostico sembra insomma chiuso. Anche per Nuzzolo: «Da un lato nello sport non c’è mai nulla di scontato. Lo ha detto negli scorsi giorni anche Xherdan Shaqiri, il Basilea non potrà permettersi di prendere il Bienne sottogamba. Allo stesso tempo i renani – già sicuri da un po’ del successo in campionato – hanno avuto tutto il tempo di preparare con calma e concentrazione questa finale. Credo che il Basilea comincerà subito forte, con la chiara intenzione di chiudere la sfida già nel primo quarto d’ora. È ciò che non sono riusciti a fare Xamax, Lugano e YB e questo ha dato fiducia ai seeländer».
Non solo hockey
Fino a pochi mesi fa, in ambito sportivo Bienne faceva rima quasi solo con hockey. Oggi la Svizzera si è accorta che alla Tissot Arena esiste anche il calcio: «A Bienne l’hockey rimane lo sport di riferimento e credo che lo resterà ancora per molti anni. Il club calcistico ha però storia e tradizione. E uno stadio che meriterebbe migliori palcoscenici. Ritengo che a Bienne si stia facendo un buon lavoro anche con i giovani: la Challenge League potrebbe e dovrebbe rappresentare il campionato giusto per una realtà come questa. Quest’anno è andata male, vedremo cosa accadrà in futuro. Di certo il percorso in Coppa ha avvicinato ulteriormente i tifosi e la Città alla squadra».
Il rimpianto più grande
Come già detto, Nuzzolo festeggiava il suo esordio con il Bienne affrontando in Coppa quello che sarebbe poi diventato il “suo” Neuchâtel Xamax. E con i neocastellani ha disputato la finale nel 2011, persa per 2-0 contro il Sion: «Ho disputato tante partite in Super e in Challenge League e capita spesso che siano gli amici o i conoscenti a ricordarmi alcuni episodi accaduti in campo. Di una finale di Coppa Svizzera ci si ricorda invece tutta la vita, anche perché a Neuchâtel non avevamo i mezzi per puntare al titolo. Il nostro obiettivo era sempre la salvezza e ritrovarci in finale di Coppa fu emozionante. Se l’avessimo vinta, sarebbe probabilmente stato il ricordo più bello di tutta la mia carriera ed invece le cose andarono male: una sconfitta che resta il mio più grande rimpianto. Il Sion si portò rapidamente sul 2-0, mettendoci subito con le spalle al muro. Ecco, come ho già avuto modo di dire sarà ciò che cercherà di fare domani il Basilea. Quando poi passai allo Young Boys, vivemmo tante eliminazioni contro squadre più piccole».
La classe al potere
In quell’occasione non era stato in grado di far valere la sua classe, Nuzzolo. Dal suo ritorno da Chicago ci sta invece riuscendo benissimo Shaqiri. In un calcio sempre più fisico e organizzato, è bello vedere che i giocatori più tecnici sanno e possono ancora fare la differenza: «Assolutamente sì. È quasi inutile che io stia qui a spiegare quanto sia cambiato il calcio in questi ultimi anni. Il fisico è sempre più importante e i giocatori hanno compiti sempre più precisi, legati a schemi e tattica. C’è insomma sempre meno spazio per la creatività. Elementi come Shaqiri fanno dunque bene al calcio, anche se quando corre poco anche lui viene criticato (ride, NdR). Ma basta osservare ciò che ha saputo fare il Basilea dal suo rientro in Svizzera per rendersi conto di quanto sia importante Xherdan per il gioco e i risultati della compagine renana».