Il sole del Sant'Elia 50 anni dopo

Il Cagliari in B, le lacrime di Conti - Il ricordo di Fabio Pontiggia a mezzo secolo dal primo campionato in serie A dei rossoblù
(foto CdT)
Fabio Pontiggia
Fabio Pontiggia
01.06.2015 09:38

di FABIO PONTIGGIA - Correva il campionato 1964-65 quando, bambino, mi innamorai del Cagliari di Gigi Riva. Era il primo campionato di serie A per la squadra sarda. Non c'era ancora Manlio Scopigno e non c'era ancora il Sant'Elia, ma con i gol di Riva il Cagliari arrivò sesto e fece 34 punti. Esattamente cinquant'anni fa. Domenica 31 maggio 2015, al termine di un campionato all'insegna delle occasioni buttate al vento, il Cagliari ha battuto 4 a 3 l'Udinese e ha salutato il suo pubblico; 34 punti in classifica, come cinquant'anni prima, ma versati nell'amaro calice della relegazione. Si torna in B. Con tanti rimpianti, un po' di rabbia, ma con la convinzione che sarà solo un anno di purgatorio. Cosa sia mancato a questa squadra lo si sa: una dirigenza seria. La maledizione dei Giulini ha colpito anche in terra sarda. Ridateci Cellino, vien da dire. Ma tant'è. Il Sant'Elia domenica ha gioito, tremato, si è divertito, si è anche incavolato. Ha assistito indignato all'iniziale gazzarra della curva nord, con gli ultras che fischiavano i rossoblù e il pubblico della curva Sky e dei distinti che copriva con gli applausi quell'infamia. Poi, alla fine, la riconciliazione, con i giocatori applauditi comunque, da tutti. E tanta emozione. Massima quando Daniele Conti, in lacrime, si è diretto verso gli spogliatoi, ha baciato l'erba del Sant'Elia e, a 36 anni, ha salutato i tifosi per l'ultima volta (GUARDA IL VIDEO). I cagliaritani si sono stretti a lui. Certo, non come con Zola e meno che mai come con l'immenso Gigi Riva da Leggiuno. Ma lo hanno fatto. Hanno detto che loro, anche nella sventura, anche nell'onta della serie B, ci sono e ci saranno. Ed è stato bello esserci. È stato bello vedere una famigliola far sventolare ai bambini le bandiere rossoblù e con le teste di moro, mentre il sole si abbassava preparandosi al magico tramonto dietro la sagoma del Sant'Elia. Cinquant'anni dopo. "Una terra, un popolo, una squadra. Forza Casteddu" sta scritto sull'anello della tribuna centrale. E allora, forza, avanti. Non c'è maledizione che tenga. Quel sole tornerà a splendere sul Sant'Elia.

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