Infantino al G20: è diventato un leader politico?

Ha fatto e sta facendo molto discutere il discorso di Gianni Infantino, presidente della FIFA, durante il G20 a Bali, in Indonesia. In particolare, Infantino ha rivolto un appello diretto ai leader delle maggiori economie mondiali affinché, durante la Coppa del mondo in Qatar, venga proclamato un cessate il fuoco e vi sia un primo, significativo passo affinché la Russia ponga fine alla guerra in Ucraina.
«Il calcio è una forza positiva» ha detto Infantino. «Non siamo ingenui nel credere che il calcio possa risolvere i problemi del mondo. Sappiamo che il nostro obiettivo principale come organizzazione sportiva è e dovrebbe essere lo sport, ma poiché il calcio unisce il mondo, questa particolare Coppa del mondo, con cinque miliardi di persone che la guardano, può essere l’innesco per un gesto positivo, per un segno o un messaggio di speranza».
Subito, si è levato un coro di polemiche: perché un uomo di calcio dovrebbe occuparsi di politica? E ancora: era il caso che Infantino si palesasse a un appuntamento importante come il G20? Il punto, tuttavia, è un altro stando a voci molto vicine alla FIFA. Infantino, semplicemente, è stato invitato a Bali e, altrettanto semplicemente, ha accettato l’invito. Ha parlato e si è intrattenuto con i vari leader, illustrando il Mondiale qatariota. Ha parlato, questo sì, anche degli sforzi per arrivare alla pace e del ruolo che il pallone potrebbe recitare in merito. Allo stesso tempo, non lo considera un suo compito preciso né ha ambizioni politiche.
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