La crisi d'astinenza è finita, ritornano i Mondiali

La pausa (finalmente) è finita. Anche se, ammettiamo, i meme sull’astinenza da partite ci hanno divertito. E pure parecchio.
Oggi, venerdì, i riflettori si accenderanno, di nuovo, su Qatar 2022. Si gioca, già. E che partite ci attendono. I primi due quarti di finale, infatti, sono una delizia: Croazia-Brasile alle 16, Paesi Bassi-Argentina alle 20. Potreste immaginare un fine settimana migliore? No, infatti. Nel primo incrocio, di fronte ci saranno i finalisti delusi di Russia 2018 e i principali favoriti di questa edizione. Nel secondo, andrà in scena una vera e propria finale anticipata visto che olandesi e argentini, nel 1978, diedero vita all’ultimo atto del Mundial.
Il samba brasiliano
Bene, ma che cosa dobbiamo aspettarci nel concreto? Altra domanda: i croati riusciranno a fermare il samba brasiliano? Proprio i balletti di giocatori e allenatore, agli ottavi, hanno fatto molto discutere. C’è chi ha visto nelle eccessive celebrazioni dei gol contro la Corea del Sud una mancanza di rispetto.
La Seleçao, in ogni caso, ha liquidato i sudcoreani. Mostrando una forza d’urto impressionante. La prestazione, sul fronte offensivo, è stata devastante. Per tacere della solidità difensiva. Sì, la formazione di Tite può legittimamente ambire al titolo. Si tratterebbe del sesto, per i verdeoro.
Il Brasile danzereccio, insomma, vuole continuare a ballare e far ballare. La Croazia è avvisata. E Zlatko Dalic, il commissario tecnico dei balcanici, sembra sapere a cosa andrà incontro la sua squadra: «Per quanto ho visto finora, ma pensando anche ai loro nomi, alle loro qualità e abilità, direi che il nostro è un avversario terrificante». Quindi, la ricetta per l’impresa: «Dobbiamo entrare in partita con molta fiducia, fiducia in noi stessi. «E dobbiamo cercare di sfruttare le nostre possibilità, godendoci l’occasione, unica, di giocare contro il Brasile. Tutto qui».
Di certo, i croati sono un test importante per i brasiliani. Il primo, vero test verrebbe da dire. La nazionale a scacchi è stata trascinata, una volta ancora, dal suo motore instancabile: il 37.enne Luka Modric, centrocampista del Real Madrid al suo ultimo, grande ballo con i Vatreni (almeno così ha lasciato intendere). «Quando vedi uno come lui correre e sfiancarsi, noi giovani tiriamo fuori ancora più energia» ha detto Josip Juranovic.
Chi fermerà Messi?
Ah, Paesi Bassi contro Argentina. Quanti ricordi, per i più attempati. Ma anche per i più giovani. I primi correranno, con la mente, al 1978 e alle magie di Mario Kempes, folta chioma e guizzi improvvisi. I secondi, invece, torneranno al 1998 e al gol, meraviglioso per leggerezza e capacità di esecuzione, con cui Dennis Bergkamp rovesciò il risultato permettendo agli Oranje di accedere alle semifinali del Mondiale francese. Ci sarebbe anche il precedente del 2014, una semifinale, conclusasi ai rigori.
Le coordinate, a questo giro, sono chiarissime: Leo Messi, vista la natura del confronto, potrebbe disputare la sua ultima partita a un Mondiale. Ma potrebbe trattarsi, fronte opposto, dell’ultima volta di Louis van Gaal in panchina.
Messi, 35 anni, per (quasi) tutti il miglior calciatore al mondo, sulle sue spalle deve sopportare il peso di un’intera nazione, che in lui vede la via per arrivare a vincere la Coppa. Van Gaal, ripresosi da un tumore alla prostata, lascerà l’incarico al termine della competizione. Il suo piano partita, a dispetto della storia olandese che predilige un calcio offensivo e suadente, prevede essenzialmente ingabbiare la Pulce.