Calcio

La crisi senza fine del Basilea

Reduce dal peggiore avvio di stagione da vent'anni a questa parte, il club renano ha esonerato l'allenatore Timo Schultz affidandosi, una volta ancora, al «guru» Heiko Vogel – Ma perché questa squadra, un tempo fiore all'occhiello del Paese, ha perso la rotta?
© KEYSTONE / GEORGIOS KEFALAS
Red. Online
29.09.2023 18:00

La crisi del Basilea, un tempo fiore all'occhiello del calcio svizzero, non sembra avere fine. L'ultimo, scontato visti i risultati, capitolo della recente storia del club renano è l'esonero dell'allenatore. Già, Timo Schultz non è più la guida tecnica della squadra. Il tedesco, evidentemente, ha pagato un inizio di stagione deludente. Un dato su tutti? L'attuale nono posto nel campionato di Super League. Poco, troppo poco per una squadra così blasonata (e titolata).

I rossoblù, nella graduatoria del massimo campionato, hanno lo stesso numero di punti di Grasshopper, Losanna e Stade Losanna-Ouchy. Con un'ulteriore aggravante, dettata dal fatto di aver disputato una partita in più rispetto alle tre formazioni citate. Se José Mourinho, allenatore della Roma, dopo il pesante kappaò contro il Genoa (4-1) ha candidamente affermato che, per lui, si è trattato del peggior avvio di campionato da quando allena, il Basilea non è stato da meno. Statistiche alla mano, infatti, mai la compagine del St. Jakob aveva cominciato così male un campionato da quando, vent'anni fa, era stata introdotta la Super League. 

Schultz è soltanto l'ultima scommessa sbagliata della dirigenza basilese. 45 anni, era a spasso quando è stato chiamato a ricostruire una squadra vincente. Fino al dicembre del 2022, invece, sedeva sulla panchina del St. Pauli nella Zweite Bundesliga, in Germania. Aveva raccolto l'eredità di Heiko Vogel, direttore tecnico del Basilea che – dopo il licenziamento di Alex Frei a febbraio – aveva ricoperto l'incarico di allenatore ad interim. Lo stesso Vogel che, fino a nuovo ordine, garantirà nuovamente la conduzione tecnica della squadra.

David Degen, il presidente, ha motivato così la decisione: «Avevamo la sensazione che Timo non avesse in mano le chiavi giuste, a differenza di Heiko Vogel». Schultz, detto che il Basilea non ha mai preso il volo in Super League, ha pagato altresì la scottante e precoce eliminazione in Conference League, allo stadio delle qualificazioni, al cospetto dei modestissimi kazaki del Tobol Kostanai. Una battuta d'arresto ingiustificata e inattesa, a maggior ragione se pensiamo che, la scorsa stagione, i basilesi avevano sfiorato addirittura la finalissima della competizione.

Schultz, come spesso accade in questi casi, ha pagato per tutti. Diventando, quindi, anche un facile capro espiatorio. Non è colpa sua, d'altronde, se il Basilea durante il mercato ha perso Zeki Amdouni e Andi Zeqiri, oltre a Andy Diouf, Darian Males, Andy Pelmard e Dan Ndoye. Il fatto che, da quest'anno, la Super League venga spezzata in due tronconi a metà stagione – con i buoni inseriti nel girone per il titolo e i cattivi gettati nella mischia per non retrocedere – ha spinto i dirigenti ad agire con fermezza e rapidità. Così, in conferenza stampa, Heiko Vogel: «A metà stagione ci sarà una linea. E se ti trovi al di sotto di essa nel momento decisivo, non c'è nulla da fare. È qualcosa di cui abbiamo tenuto conto».

Vogel, d'altro canto, in estate aveva dichiarato (e promesso) che non si sarebbe più seduto sulla panchina del Basilea. «Ma lo staff della prima squadra ha insistito perché tornassi. Preferirei giurare il falso piuttosto che lasciarli in una situazione difficile». Quindi, la certezza: il club supererà questa crisi. Come, però? Con quali risorse, soprattutto? «Credo in questa squadra, ho contribuito a costruirla» ha insistito l'allenatore ad interim. Un ottimismo condiviso da David Degen: «Heiko conosce tutti i giocatori. Questo è un grande vantaggio rispetto a chi arriva dall'esterno».

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