Mondiale femminile

La Norvegia di Ada Hegerberg sul cammino della Svizzera

Le rossocrociate di Inka Grings affronteranno martedì mattina la squadra della bomber del Lione
©Copyright 2023 The Associated Press. All rights reserved
Antonio Fontana
24.07.2023 20:44

Dopo aver superato le Filippine nella prima giornata, la Svizzera prepara funi e moschettoni per scalare una montagna ben più ripida: la Norvegia. Lo scenario che si è aperto nel gruppo A sarebbe stato difficile da prevedere alla vigilia del torneo. La Nazionale guidata da Inka Grings giunge infatti alla seconda sfida del Mondiale conscia che una vittoria contro le nordiche - inizialmente grandi favorite per chiudere al primo posto nel girone - significherebbe quasi certamente accedere alla fase finale. Un successo che non pare così impensabile come invece poteva sembrare all’inizio della manifestazione.

Nella gara inaugurale la Nuova Zelanda ha tracciato la strada, mettendo in luce i limiti della Norvegia e mostrando che pensare di sconfiggerla non è un’utopia. Guai però ad abbassare la guardia; l’avversario rimane una squadra dal livello assoluto, che dispone di una moltitudine di frecce al suo arco potenzialmente capaci di ferire le rossocrociate. Su tutte Ada Hegerberg, la più attesa a salire in cattedra durante il delicato momento della sua nazionale, nonché una delle calciatrici più importanti del panorama europeo.

Macchina da gol

Il quantitativo di reti segnate da Hegerberg in carriera rasenta i limiti dell’insensato: 306 in 310 partite nelle squadre di club. 243 messe a segne per la sua attuale squadra, il Lione, con cui ha instaurato una delle dinastie più dominanti nella storia del calcio. Negli ultimi anni infatti la compagine transalpina ha fatto incetta non solo di campionati e coppe nazionali, ma anche e soprattutto di Champions League. Cinque di fila fra il 2015 e il 2020 - più di quanto sia mai riuscito a fare il Real Madrid in ambito maschile – poi un’altra nel 2022. Guarda caso, l’unica mancata in quel lasso di tempo coincide con il periodo nel quale Hegerberg è stata assente a causa della rottura di un crociato. La norvegese detiene il primato di miglior marcatrice nella storia della competizione, record che si aggiunge nella sua personale bacheca al primo Pallone d’Oro femminile, vinto nel 2018.

Per elencare le statistiche fuori da ogni logica di Hegerberg servirebbe un almanacco, ma tutte nascono da una peculiarità che la colloca al di sopra di qualsiasi sua avversaria: una sensazionale capacità nella finalizzazione. In area di rigore, o a ridosso di essa, l’attaccante norvegese vede la porta come nessun’altra. Quando riceve il pallone, pare sempre essere perfettamente cosciente di quanti e quali tocchi le servano per mettersi nelle migliori condizioni possibili per concludere in rete. Lei stessa ha affermato di perfezionare da anni questo specifico aspetto del suo gioco. Il primo controllo, il modo di attaccare il pallone e il numero di passi prima di impattarlo, sono aspetti minuziosamente curati dalla centravanti numero 14. Il primo ad accorgersi di questa sua qualità nel girarsi e tirare in porta fu il padre, Stein Erik, che per far fruttare al massimo il suo talento naturale cominciò ad allenarla su ogni minimo dettaglio sin dall’infanzia. Con discreto successo, viene da dire a distanza di anni.

Lungo rifiuto

Malgrado Hegerberg sia il volto di maggior spessore dell’organico norvegese, dati alla mano ha molte meno presenze rispetto a diverse sue compagne. Il motivo è la sua decisione di boicottare la Nazionale dal 2017 al 2022, a causa della disparità di trattamento fra uomini e donne. «Non credo che le cose cambieranno se le donne non fanno un passo avanti», ha affermato in una recente intervista al quotidiano britannicoThe Guardian. «Non parlo nemmeno di equità nei premi, ma di un minimo di condizioni che ci facciano sentire prese sul serio, in modo da poter performare ai livelli attesi». Protestare prende energie, ma è fondamentale secondo Hegerberg. Lei ha scelto di tornare a vestire la maglia della Nazionale lo scorso anno, a seguito di un cambio nella presidenza della federazione norvegese che - a suo dire - condurrà ad uno sviluppo del movimento. Certo è che sono già stati fatti dei grossi passi avanti rispetto a cinque anni fa, quando durante la cerimonia del Pallone d’Oro venne chiesto a Hegerberg se sapesse «twerkare», domanda manifestamente non gradita dalla giocatrice.

Occasione rossocrociata

La Svizzera riuscirà a fermare Hegerberg? L’incarico è senza dubbio dei più ostici, specialmente considerando anche le altre bocche da fuoco norvegesi, quali Caroline Hansen (ala del Barcellona) e Guro Reiten (centrocampista del Chelsea). Tuttavia, le elvetiche scenderanno in campo con un peso ben più leggero da reggere sulle spalle, come ha sottolineato la selezionatrice rossocrociata Inka Grings: «È la loro ultima chance, noi siamo in forma e molto motivate». La Norvegia ha vinto solo una delle sue ultime otto gare, ed è ancora appesantita da un Europeo, quello dello scorso anno, che definire deludente sarebbe riduttivo (durante il quale era peraltro stata umiliata per 8 a 0 dall’Inghilterra). Dovranno quindi essere le nordiche, alla ricerca di riscatto, a prendere in mano il pallino del gioco e a fare la partita.

Wälti e compagne, dal canto loro, non sarebbero dispiaciute di mettere in saccoccia anche un solo punto. E se la Norvegia, la cui difesa scricchiolante ha incassato 10 gol nelle ultime 5 uscite, dovesse cominciare a sbilanciarsi, allora per la Svizzera potrebbero nascere ghiotte opportunità.