La parola al Crus: «Il quarto posto a un turno dalla fine non era scontato»

Alla Tuilière, il Lugano si giocava tanto. Tantissimo. Non ancora la stagione, quello no, ma una fetta importante di Europa, oltre che la faccia dopo le figuracce rimediate contro Basilea e Servette. Ebbene, i bianconeri hanno deciso di non alzare bandiera bianca. Sono stati strattonati, però - allo stremo delle forze - sono in qualche modo riusciti a non lasciarsi sfuggire il destino dalle mani. A Losanna è finita 1-1 e per la squadra di Mattia Croci-Torti il pareggio ha costituito un mezzo affare. Da un lato perché ha permesso di tenere a bada proprio i vodesi, sempre a -1. Dall’altro alla luce della sconfitta del Lucerna, superato in classifica. Tradotto: a 90 minuti dal tramonto del campionato, Papadopoulos e compagni godono di un piccolo vantaggio nella rincorsa ai piazzamenti europei. «Occupare il 4. posto in classifica a un turno dalla fine, ve lo assicuro, non era scontato» afferma Mattia Croci-Torti, riassumendo quanto capitato nell’ultima settimana. «Vi sono delle serate storte, durante le quali essere tifosi del Lugano non è facile. E noi, dopo nove gol subiti in due partite, potevamo crollare di nuovo. Serviva un sussulto d’orgoglio ed è arrivato. Sì, credo che il gruppo che alleno abbia dimostrato l’enorme rispetto per la maglia che porta».
Nessuno è rimasto in Ticino
I bianconeri, dicevano, si giocavano moltissimo. E considerata la posta in palio, il fatto di essere scesi in campo con otto «rincalzi» merita una sottolineatura. L’allenatore, va da sé, annuisce. «Sentirsi responsabilizzati alla penultima gara della stagione e con pochi minuti nelle gambe presuppone un determinato spessore. E come hanno gestito la situazione i vari Aliseda, Mahou e Dos Santos, beh, credo vada evidenziato». Il Crus, insomma, si è affidato a chi ne aveva di più, lasciando in panchina Hajdari, Valenzuela, Bottani e Cimignani. Nel canton Vaud, per altro, non c’erano solo i 19 giocatori iscritti sul foglio partita. Infortunati, squalificati di peso, non convocati: alla Tuilière non mancava nessun bianconero. Per scelta personale o imposizione del tecnico? «Negli ultimi tre anni - spiega Croci-Torti - ho sempre spinto per avere l’intero gruppo al seguito in occasione della partita più importante, e cioè la finale di Coppa. Beh, a questo giro ho voluto far capire che l’obiettivo più grande - per i giocatori, lo staff e la società - passa dall’accesso all’Europa. Di qui l’enorme significato della trasferta a Losanna».
Manca un rigore su Doumbia?
La portata del match, è doveroso precisarlo, non si è tradotta in una prestazione esaltante. Anzi. Il Losanna ci ha messo più intensità e convinzione, passando in vantaggio al 28’ e venendo tradito dall’ingenuità di Poaty. A fronte dei crolli avuti al cospetto di Basilea e Servette, il Lugano ha avuto però il merito di non tremare per la terza ripresa consecutiva, tramutando in oro il solito rigore trasformato da Grgic. «Il Losanna - rileva il Crus - ci ha messo tanta pressione negli ultimi 30 minuti, anche perché noi abbiamo preferito difenderci con intelligenza. Non ricordo tuttavia occasioni clamorose sul conto dei vodesi». Forse una, salvata sulla riga da Vladi. L’allenatore ticinese, quindi, rilancia: «Piuttosto, menzionerei il rigore, grande come una casa, che non ci è stato assegnato nel finale». Croci-Torti allude a un contrasto tra Letica e Doumbia, con il portiere del Losanna che in fase di rinvio ha sì calciato il pallone, ma pure sferrato un violento pestone al centrocampista bianconero. L’analisi del tecnico, ad ogni modo, non si aggrappa e va oltre al singolo episodio. «Nelle nostre gambe e nella nostra testa c’era tanta stanchezza. Ai miei uomini, però, ho chiesto di non accettarla. Andava tirato fuori qualcosa in più, dimostrando per l’appunto di avere a cuore il 4. posto, un traguardo che rimane speciale e prestigioso per il club». Club, va ricordato, che mirava alla top 3.
Sabato prossimo, contro uno Young Boys che non ha smesso di credere nella Champions League, scopriremo di quanto era sbagliata la mira bianconera. «Intanto, aver fatto un passo avanti in graduatoria può aiutarci sul piano mentale a preparare al meglio la sfida conclusiva» indica il Crus. «Nei prossimi giorni potremo lavorare con un po’ più di tranquillità, consapevoli che se faremo il nostro a Cornaredo, gli altri risultati saranno ininfluenti. Finale di Coppa compresa».