Il momento è qatartico

La rivincita della raclette

La rubrica di colore sui Mondiali visti dal Ticino della nostra redazione sportiva
© CdT/archivio
Nicola Martinetti
23.11.2022 21:03

C’è chi ancora non si è arreso all’evidenza. E imperterrito, nonostante dicembre sia ormai alle porte, si ostina a voler vivere questo Mondiale come se fosse un’edizione estiva. Aggrappandosi a uno dei rituali più consolidati per chi dal divano si gode il torneo più bello del mondo: la grigliata. Armati di pila e giaccone, gli stoici in questione sfidano il freddo raccogliendosi davanti alla brace. Un festival di «metti la copertura del grill» e «togli la copertura del grill» che manco il maestro Miyagi. Con l’unico assist offerto dalle temperature rigide che tocca in questo caso la gestione dei beveraggi:depositandoli all’esterno per mantenerli al fresco, si evitano infatti clamorosi ingorghi nel frigorifero. Altro che canicola estiva. Resta comunque da vedere se questi grigliatori seriali avranno la tenacia per resistere fino a domenica 18 dicembre, giorno in cui è in programma la finalissima, o se - ormai a ridosso del Natale - finiranno col cedere pure loro, abbracciando il cambiamento.

Un’operazione, quest’ultima, che stando alle prime impressioni di chi in questi giorni sta seguendo la Coppa del Mondo, sembra stia avvenendo in maniera piuttosto naturale. Con l’avvento di nuove dinamiche che - noncuranti dei più testardi - stanno premiando le alternative suggerite dalla stagione. Per seguire in compagnia lo spettacolo offerto negli stadi qatarioti, insomma, gli appassionati ripiegano volentieri su pietanze invernali. Da gustare al calduccio, nei propri salotti, con un occhio rivolto alla tavola e l’altro allo schermo. Alternando chiacchiere sulla vita di tutti i giorni ed esultanze. O invettive, a dipendenza delle rispettive fedi sportive. Per quanto concerne i piatti scelti, tra le opzioni più gettonate vi è il classico bouquet di fondue: chinoise, bourguignonne e quella di formaggio. Ma la regina indiscussa, almeno per questa prima tornata di partite, è la raclette. Che per la gioia dei casari sta spopolando, grazie alle svariate pause che per sua natura concede. Intervalli vitali per volgere l’attenzione altrove, seguendo i match in sottofondo con un certo coinvolgimento.

Accantonando per un attimo la gastronomia, questo primo scorcio di Mondiale ha altresì già permesso agli appassionati che seguono da lontano di mettersi il cuore in pace. Gustarsi ogni incontro della fase a gironi, come spesso accade in estate tra un tuffo in piscina, un gelato e un bagno al mare, non sarà verosimilmente fattibile. Troppo fitto e frenetico per la quotidianità di questo periodo, il programma che raggruppa le sfide degli otto gironi. Con turni lavorativi e impegni scolastici che per i più hanno inevitabilmente la precedenza. Fin qui gli interessati hanno spesso ripiegato su una sorta di giornata spezzatino. Accontentandosi del secondo tempo del match delle 11 sulla pausa pranzo, e quello delle partite delle 17 tra uno spritz e un salatino. Lasciando perdere la sfida delle 14, per poi puntare tutto sull’incontro serale. Questo mezzo dramma sportivo, domani, investirà anche coloro che vorranno seguire l’esordio della Nazionale rossocrociata di Murat Yakin. Xhaka e compagni, infatti, se la vedranno contro il Camerun già in tarda mattinata. E qui, più che a patate e fette di formaggio da sciogliere nel pentolino, si dovrà pensare a come anticipare e dilatare la già citata pausa pranzo. In primis puntando sulla magnanimità di superiori e docenti, oppure - nel caso non ve ne fosse la possibilità - trovando eventualmente degli stratagemmi abbastanza ingegnosi da riuscire a ottenere il medesimo risultato. Perché estate o inverno che sia, la Svizzera resta pur sempre la Svizzera. E quando gioca la Nazionale, chiudere un occhio è sempre lecito.

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