Euro2025

La Spagna sogna l'Europeo e un futuro sgombro da fantasmi

Venerdì la Svizzera sfiderà la Spagna - Le favorite sono le iberiche, su cui aleggiano però inquietanti nuvoloni legati al caso Hermoso-Rubiales di due anni fa
Nelle tre partite della fase a gironi, la Roja ha messo a segno un totale di 15 reti. © AP/Martin Meissner
Maddalena Buila
16.07.2025 06:00

A Euro2025 la Spagna ha mostrato il calcio più convincente. Le campionesse del mondo sono arrivate ai quarti di finale senza sbavature, battendo ogni avversaria con una determinazione e una qualità invidiabili. Il cammino verso il trofeo sembra ormai tracciato in modo chiaro. Il primo ostacolo verso la vittoria, ahinoi, sarà la Svizzera. Rossocrociate che venerdì saranno però sostenute da un Wankdorf da tutto esaurito, pronto a spingere le sue beniamine verso un miracolo. Sulla carta, non c’è partita. Il divario tra le due formazioni è immenso e il peso delle individualità spagnole straripante. Ma la logica non va sempre a braccetto con il calcio. E qualche volta anche le migliori possono inciampare. Per ora, tuttavia, nulla lascia presagire un simile esito. Montse Tomé, l’allenatrice delle iberiche che ha ereditato la panchina dopo il terremoto del 2023 legato al caso del bacio tra Rubiales ed Hermoso, continua a rifiutare il ruolo da favorita. Ma la realtà parla di una squadra senza eguali. Eppure, nonostante i grandi cambiamenti degli ultimi due anni, sulla Spagna resta un’ombra difficile da cancellare. Ma andiamo con ordine.

La punta dell’iceberg

Il 2023 è stato l’anno in cui tutto è cambiato. Dopo la bellissima vittoria al Mondiale in Australia e Nuova Zelanda, la festa si trasformò in scandalo quando il presidente della Federazione spagnola, Luis Rubiales, baciò senza consenso la calciatrice Jenni Hermoso durante la premiazione. Il gesto scosse il mondo del pallone e in particolare, ovviamente, la Spagna intera. La reazione pubblica che si scatenò in seguito fu di enorme portata. L’evento è costato a Rubiales una condanna per aggressione sessuale, tramutatasi in una multa di 10.000 euro, la perdita del suo posto di lavoro e il divieto di avere contatti con la giocatrice per un anno. «Il suo terribile comportamento è stato come la goccia che ha fatto traboccare il vaso» ha raccontato Joanna Pardos, la regista che ha diretto il documentario di Netflix Se Acabó – Il bacio che ha cambiato il calcio spagnolo. «Ma era solo la punta dell’iceberg».

Ed è vero. Le tensioni fra la Nazionale femminile e la Federazione iberica erano ben precedenti al fatidico bacio. Già nel 2022, durante l’Europeo inglese, quindici giocatrici avevano deciso di lasciare la squadra in segno di protesta contro l’allora ct Jorge Vilda. Con questo gesto “Las 15” volevano denunciare le condizioni inadeguate della gestione del 44.enne madrileno. I trattamenti verso le giocatrici erano infatti oltremodo distanti da quelli riservati alla controparte maschile. Parliamo di salari inadeguati, scarsa preparazione e voli aerei prenotati a orari improponibili compromettendo la performance delle ragazze sul campo. Il clima era dunque già insostenibile, ma lo scandalo lo rese visibile anche dall’esterno. La questione, insomma, finì alla luce del sole. Da allora la Federazione ha dovuto forzatamente cambiare rotta. E le cose effettivamente sono cambiate, come hanno confermato le iberiche.

«Ricordo quando andavo in ritiro con la Nazionale e l’unica cosa che volevo fare era tornare a casa», ha raccontato la due volte Pallone d’Oro Aitana Bonmatí. «La situazione era pessima. Ora tutto è diverso». Un cambiamento confermato anche da Alexia Putellas: «Le condizioni sono migliorate moltissimo. Viaggi, nutrizione, allenamenti… Ora siamo ai livelli della selezione maschile. È stato incredibile, ma ci è voluto il lavoro duro di tante persone». Mariona Caldentey ha parlato invece di «un’atmosfera più professionale e una preparazione adeguata. Ora le nostre esigenze vengono ascoltate». Nel frattempo, la squadra ha continuato a vincere. A gennaio dell’anno scorso ha fatto sua la Nations League, battendo 2-0 la Francia. Un successo significativo, ma che non può competere con l’impatto simbolico di una rassegna continentale o un Mondiale. È dunque in Svizzera, a Euro2025, che la Spagna può davvero chiudere un capitolo e aprirne un altro.

Se il passato ancora pesa

Nonostante i risultati e i segnali positivi, il caso Hermoso-Rubiales resta infatti una ferita aperta. Un caso i cui strascichi sono in parte ancora presenti. E che a molti pesano. Lo confermano le dichiarazioni delle protagoniste nel già citato documentario Netflix. «Ce l’hanno rubata», ha sentenziato Ivana Andrés riferendosi alla vittoria del Mondiale. Hermoso stessa ha confessato che «ogni tanto penso: cavolo, sono campionessa del mondo. Ma poi il sentimento svanisce in un secondo. Non riesco a rivivere quel momento». Sentimenti negativi che potrebbero venire finalmente archiviati dal trofeo europeo. Senza scandali annessi. Momenti di gloria che, qualora arrivassero, l’attaccante iberica non potrebbe però vivere. Sì, perché il suo nome non è stato inserito nella lista delle convocate. Una scelta che ha sollevato diverse domande. Montse Tomé ha parlato di «motivi tecnici» e di «scelte per il bene della squadra» alla base della decisione. Ma ha convinto pochi. La madrilena resta infatti una delle giocatrici più carismatiche. La sua esclusione pare un elevatissimo prezzo da pagare per aver parlato. D’altronde pure la stessa tecnica spagnola fa parte di quegli aspetti che ancora rendono nebulosa la situazione in casa della Roja. Ex vice di Jorge Vilda, fu vista applaudire accanto a lui durante il discorso in cui Rubiales rifiutò le dimissioni. E da quando ha preso in mano la squadra, qualcosa si è incrinato. «In quel momento ci hanno vendute di nuovo», ha detto Lola Gallardo, una delle 15 che protestarono nel 2022. E non sono mancate critiche nemmeno dal coté sportivo. La deludente quarta piazza alle Olimpiadi di Parigi ha lasciato dubbi sulla sua capacità di gestire una squadra così ricca di talento.

Per rinascere davvero

Ora, però, c’è un’occasione concreta per voltare pagina. Se la Spagna dovesse vincere questo Europeo, potrebbe davvero liberarsi dagli inquietanti nuvoloni che aleggiano dal 2023. Sarebbe una vittoria pienamente sportiva, svincolata dalle narrazioni esterne, e forse capace di restituire alla squadra ciò che le è stato tolto.

Prima, ad ogni modo, c’è una finale da conquistare. E le iberiche intendo farlo con un sorriso sulle labbra. «È il momento di divertirsi, giocarsela e regalare felicità», per dirla con le parole di Putellas alla vigilia del torneo. Dopo tanto tempo, a parlare, potrebbe finalmente essere solo il campo.