Calcio

La Superlega è già al capolinea: «Siamo nel giusto, ma il progetto è da rimodellare»

Il Manchester City ufficializza l’addio, a ruota arrivano anche le rinunce di Arsenal, Manchester United, Liverpool e Tottenham, mentre il Chelsea aveva aperto il fronte di crisi – In Spagna sulla stessa lunghezza d’onda anche Atletico Madrid e Barcellona – Shaqiri e gli altri giocatori del Liverpool: «Non ci piace e non vogliamo che accada»
© AP/Matt Dunham
Red. Online
20.04.2021 20:30

(Aggiornato al 21 aprile, ore 06.12) La Superlega si sta sfaldando ancora prima di nascere. Praticamente, è morta sul nascere. Alcuni dei 12 club fondatori hanno deciso di non fare il passo più lungo della gamba e di preparare i documenti necessari per uscire dal progetto. Dopo il dietrofront del Chelsea annunciato dalla stampa inglese, che ha fatto da apripista Oltremanica, Manchester City, Arsenal, Manchester United, Liverpool e Tottenham hanno seguito le orme dei Blues ufficializzando l’uscita. Secondo alcune indiscrezioni riportate dalla Gazzetta dello Sport anche l’Atletico Madrid e probabilmente il Barcellona starebbero pensando di abbandonare la nave. Il rischio, lo ricordiamo, è quello di dover pagare pesanti penali. Il Manchester City, attraverso un comunicato, è stato il primo club ad aver annunciato di aver «formalmente avviato le pratiche per uscire» dalla neonata Super League europea. In tarda serata è stata convocata una riunione d’urgenza dei 12 club (Milan, Arsenal, Atletico Madrid, Chelsea, Barcelona, Inter, Juventus, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Real Madrid e Tottenham) che hanno fatto nascere la Superlega. E in piena notte è arrivato, tramite ANSA, il no dell’Inter al progetto: «Non siamo più interessati alla Superlega». Tanti saluti e grazie, insomma.

I tifosi dei Blues in rivolta

Intanto fuori dallo Stamford Bridge, dove questa sera il club affrontava il Brighton, c’è stato un crescendo di persone in protesta contro la Superlega che hanno lanciato slogan contro l’«avidità» dei club protagonisti del progetto. «Siamo tifosi, non clienti», «Il calcio appartiene a noi, non a voi», «Questo non è il club di cui siamo innamorati», hanno tuonato alcuni sostenitori.

Il Liverpool perde uno sponsor

Ma non sono soltanto i tifosi ad arrabbiarsi. No, anche alcuni sponsor hanno reagito male, anzi malissimo alla notizia di una Superlega europea tremendamente esclusiva e chiusa. Così, il Liverpool in queste ore ha incassato l’addio di Tribus, marchio di orologi che ha deciso di interrompere la partnership con i Reds. Il motivo? «Il calcio appartiene ai tifosi» e non è un privilegio per pochi, ha fatto sapere l’azienda.

Ceferin e Johnson soddisfatti

Non ha nascosto la sua soddisfazione, per contro, Aleksander Ceferin. Il presidente dell’UEFA ha accolto con favore il ritiro del Manchester City: «Sono lieto di dare il bentornato al City nella famiglia del calcio europeo» ha detto in una nota. «Hanno mostrato grande intelligenza nell’ascoltare le tante voci - in particolare quella dei loro tifosi - che hanno enunciato i benefici vitali che l’attuale sistema ha per tutto il calcio europeo. Come ho detto al congresso UEFA, ci vuole coraggio per ammettere un errore, ma non ho mai dubitato che avessero la capacità e il buon senso di prendere quella decisione». Il primo ministro britannico Boris Johnson dal canto suo ha affidato a Twitter il suo pensiero: «La decisione di Chelsea e Manchester City è - se confermata - assolutamente giusta e li lodo per questo. Spero che gli altri club coinvolti nella Super League europea seguano il loro esempio».

Il tweet di Shaqiri

E i giocatori? Hanno parlato, anche loro. Anzi, cinguettato. Soprattutto quelli del Liverpool, che al termine di un confronto interno hanno deciso di mantenere una linea comune e di comunicare il loro distanziamento rispetto alla Superlega. Liverpool in cui gioca il fantasista svizzero Xherdan Shaqiri. La competizione per soli ricchi? «Non ci piace e non vogliamo che accada» hanno spiegato, in coro, i calciatori dei Reds.

L’errore dell’Arsenal

Nell’annuncare il suo addio alla Superlega europea, l’Arsenal ha parlato chiaramente di errore. Un errore perché, appunto, il club londinese non aveva preventivamente coinvolto i tifosi nel processo decisionale. Investiti come gli altri club da uno tsunami, i Gunners non hanno potuto far altro che ritirarsi e, parallelamente, chiedere scusa.

«Siamo nel giusto, ma il progetto è da rimodellare»

«La situazione attuale nel calcio europeo necessita di un cambiamento. Una nuova competizione serve perché il sistema non funziona, la nostra proposta è pienamente conforme alle leggi. Ma alla luce delle circostanze attuali valuteremo i passi opportuni per rimodellare il progetto». Lo afferma, in sintesi, la Superlega nella bozza di una nota ufficiale circolata in nottata e di cui l’ANSA ha preso visione.