Calcio

La Svizzera di Vladimir Petkovic e il fantasma di Gilbert Gress

La Nazionale non vince da sei partite e la sconfitta in Belgio ha fatto emergere alcuni limiti della squadra - Era dal 1998, quando in panchina sedeva lo storico allenatore del Neuchâtel Xamax, che i rossocrociati non vivevano una striscia così negativa
©Keystone/Laurent Gillieron
Massimo Solari
12.11.2020 20:06

Non solo lo spettro della retrocessione in Nations League e di un biglietto di seconda classe ai sorteggi per le qualificazioni ai Mondiali del 2022. Sopra la Svizzera di Vladimir Petkovic aleggia un altro fantasma: quello di Gilbert Gress. Proprio lui. Sei partite consecutive senza lo straccio di una vittoria non si presentavano infatti dalla gestione del ct dalla chioma cenerina. Lo storico allenatore del Neuchâtel Xamax riuscì addirittura a fare peggio, arrivando a quota sette. Correva il 1998 e la Nazionale si apprestava a vivere una dei periodi più bui - sportivamente parlando - della sua storia moderna. Certo, coronavirus a parte ora le cose vanno molto meglio. Lo dicono i traguardi raggiunti sotto l’egida di «Vlado» e il rispetto guadagnato sulla scena internazionale. Eppure un filotto così lungo senza gioire inizia a infastidire. A far dubitare, anche. E ciò nonostante i fogli partita dicano Spagna, Germania, Croazia o ancora Belgio.

Sviste fatali

«Qual è la ricetta per spezzare questa striscia negativa? Vincere le prossime due sfide contro gli iberici e l’Ucraina». Letta così, l’analisi di Haris Seferovic non fa una grinza. Le premesse, come detto, non sono tuttavia così rassicuranti. E il calibro delle sfidanti pure. L’attaccante di riferimento dei rossocrociati resta comunque fiducioso: «Nell’ultimo periodo le prestazioni non sono mai venute meno. Siamo la Svizzera e sappiamo come giocare per conquistare i 3 punti. Sia sabato sia martedì». Invero, la partita persa mercoledì sera a Leuven non ha fornito spunti al quanto convincenti. Al contrario ha confermato i limiti della selezione. Soprattutto quelli tecnici, dal momento che da settembre a questa parte paghiamo puntualmente i gravi errori di uno o dell’altro singolo. Come uscirne? Ancora Seferovic: «Di certo non discutendone più di tanto in spogliatoio. Dobbiamo restare positivi. Insistere sulla questione rischia solo di peggiorare le cose e creare pericolose insicurezze. No, semplicemente serve maggiore concentrazione in campo. Per 90 minuti e oltre».

Quel feeling con Mario

Al termine della rimonta subita dal Belgio, Vladimir Petkovic non ha strigliato solo la difesa. «Contro avversari di questo livello certe occasioni vanno sfruttate. Saremmo dovuti andare alla pausa con una o due reti in più». L’ariete del Benfica e della Nazionale non si scompone: «Alcuni sbagli possono essere stati determinati anche dalla sfortuna e da un pizzico di stanchezza». Altri, tornando al reparto arretrato, pensano invece che talune leggerezze siano figlie del sistema di gioco. E cioè uscita da dietro palla a terra a tutti i costi e guai a lanciare lungo. «In ogni caso - precisa Seferovic - abbiamo dimostrato di saper dominare quasi ogni avversario. In questo senso reputo che dai Mondiali del 2018 in avanti la Svizzera abbia compiuto un grande passo avanti. Certo che se in Germania fai tre gol ma non vinci, non va bene». E a proposito della sfida pareggiata a Colonia: a destare un’ottima impressione, un mesetto fa, era stata la coppia - per certi versi inedita - formata da Mario Gavranovic e dallo stesso Seferovic: «Beh, se mi chiedete se preferisco il modulo a una o due punte, dico che l’esempio migliore lo abbiamo dato proprio in Germania. Con Mario siamo in effetti riusciti a crearci molte occasioni».

Sabato sera al St. Jakob, la Spagna di Luis Enrique difficilmente concederà gli stessi spazi. «Noi però scendiamo in campo per vincere, non per pareggiare. Ripeto: sarà fondamentale restare concentrati e sfruttare al meglio le nostre occasioni» mette in chiaro Seferovic. Il tutto mentre lo spettro di Gilbert Gress continua, minaccioso, ad aleggiare.