La Svizzera scrive la storia: i quarti di finale sono realtà

L’entusiasmo, il tifo, poi la paura e infine la gioia immensa. Incontenibile. Sì, il match tra Svizzera e Finlandia è stata una montagna russa di emozioni, quasi tutte contenute nella parte finale della partita. Ma alla fine, quello che più conta, è che il sogno è finalmente diventato realtà. Le rossocrociate volano infatti ai quarti di finale dell’Europeo casalingo, raggiungendo per la prima volta nella loro storia la fase a eliminazione diretta di una rassegna continentale.
In un finale al cardiopalma, dicevamo, è successo di tutto. L’incontro non ne ha voluto sapere di sbloccarsi fino all’80’. Al 79’, per essere precisi. Momento in cui è stato concesso un rigore alle nordiche per un fallaccio di Calligaris in area elvetica. Peng nulla ha potuto contro Kuikka, che ha temporaneamente mandato la sua squadra ai quarti. Ma la Svizzera non c’è stata. Ha continuato a spingere come una leonessa, a cercare il gol del pareggio. Rete trovata a un niente dal triplice fischio finale da Xhemaili. E a quel punto lo Stade de Genève è letteralmente impazzito.
Pure Ginevra una bolgia
Lo abbiamo detto in occasione di ogni partita giocata dalla Svizzera e lo ribadiamo anche a questo giro. Il pubblico rossocrociato si è dimostrato ancora una volta incredibile. Anzi, dall’esordio del St. Jakob-Park fino a questa sera, a Ginevra, è andato in crescendo. Sulle rive del Lemano i 26.388 presenti sono stati semplicemente di brividi. Cori, urla, tamburi, applausi e continue «ole». Maree ondeggianti di persone partite intorno al 30’, perché - va detto - il match si stava un pelino addormentando. Insomma, allo Stade de Genève non c’è stato un attimo di tregua. Al momento dell’annuncio della rosa delle beniamine di casa, addirittura, la speaker ha persino deciso di tacere. Il boato che chiamava a gran voce i nomi delle protagoniste sovrastava qualunque cosa, persino una voce ultra-amplificata al microfono. E la Svizzera ha sentito questo supporto. Eccome se l’ha sentito. In particolare, si è lasciata trascinare dall’entusiasmo infuocato nel momento del bisogno. E insieme ai suoi sostenitori ha coronato un sogno.
Lo zampino della tecnica
Ancora una volta, nella performance delle rossocrociate, c’è stato lo zampino di Sundhage. Pia ha infatti rimesso mano alla formazione più volte, a partire da metà tempo, ritoccando principalmente l’attacco. Modifiche che hanno riacceso la luce in casa svizzera, centrando questo storico quarto di finale. E allora appuntamento a venerdì prossimo al Wankdorf di Berna per altre emozioni rossocrociate. L’avversario non è ancora noto. Può essere la Spagna o l’Italia. Ma poco importa. Conta che la Svizzera ci sarà. Pronta a farci sognare ancora.