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Le emozioni del Mundial, l'urlo iconico e le magie di «Pablito»

Federico Buffa ha ripercorso in una serata vibrante la vittoria dell'Italia ai Mondiali spagnoli del 1982 – Lo ha fatto a Livigno, che fra meno di 200 giorni ospiterà le Olimpiadi: «Qualcosa di unico, che ti cambia per sempre»
Alan Del Don
23.07.2025 08:59

È mica roba da tutti emozionare con le parole. Teniamoli stretti, quelli che ci riescono. Federico Buffa è indubbiamente un maestro in questo senso. La riprova la si è avuta ieri sera a Livigno, località turistica in provincia di Sondrio frequentata anche da molti ticinesi, che il prossimo febbraio ospiterà le gare di snowboard e di freestyle delle Olimpiadi di Milano-Cortina. Il telecronista e scrittore, volto noto agli appassionati di sport pure alle nostre latitudini, a dire il vero ha appena accennato ai Giochi nella serata promossa da «La Milanesiana» (rassegna itinerante dedicata all'arte e alla cultura in senso lato). La sua attenzione era rivolta al calcio, ai Mondiali del 1982.

Sì, proprio quelli dell'urlo di Marco Tardelli, delle magie di Paolo «Pablito» Rossi (capocannoniere con 6 reti), della marcatura ruda ma efficace di Franco Causio su un certo argentino di nome Maradona (per chi scrive il più forte di tutti i tempi), del debutto del 19.enne «Zio» Beppe Bergomi («che dall'agitazione non riusciva nemmeno ad allacciarsi gli scarpini»), dei cross di Bruno Conti, della saggezza di Dino Zoff e della signorilità di Gaetano Scirea. Una selezione, l'Italia, plasmata a sua immagine e somiglianza dal cittì Enzo Bearzot, friulano di profondi valori. Fatti di lavoro, etica, amicizia, sacrificio, impegno, rispetto.

L'avvicinamento degli Azzurri al Mundial spagnolo non fu dei più facili. La stampa non risparmiò critiche durissime alla Nazionale e alla sua guida, il «Vecio». Che ad esempio lasciò a casa il romanista Roberto Pruzzo (bomber della Serie A appena conclusa) per convocare Franco Selvaggi del Cagliari: «Tu vieni con noi, ma non scenderai mai in campo. Ci servirai comunque». E sì, perché il titolare inamovibile, per Bearzot, doveva essere (e sarà) Paolo Rossi, reduce tuttavia da quasi due anni di squalifica per il calcioscommesse. «Il mister lo convinse che poteva diventare l'uomo decisivo. Che avrebbe potuto regalare una gioia indescrivibile ad un Paese intero che allora era come uno specchio rotto. A pezzi. Nessuno scommetteva su quella squadra. Nessuno, e ciò la rese più unita che mai. Un gruppo di uomini veri», ha affermato Federico Buffa, accompagnato divinamente al pianoforte da Alessandro Nidi, il quale ha collaborato per anni con Franco Battiato.

L'Italia partì in sordina. Tre pareggi nel girone con Polonia, Perù e Camerun. Poi il crescendo. Le vittorie su Argentina (Maradona, certo, ma non solo) e Brasile (dei vari Zico, Socrates, Eder «il piede sinistro di Dio», Falcao, Cerezo e fantasia discorrendo) nella seconda fase. Trionfo facile in semifinale contro la Polonia orfana di Boniek.

E poi la finale con la Germania Ovest. Il rigore sbagliato da Antonio Cabrini nel primo tempo. Pausa. «Guardateli negli occhi. Siete più forti di loro. Sono stanchi», li incitò il cittì negli spogliatoi. Rossi-Tardelli-Altobelli. Tutto d'un fiato. Inutile l'1-3 di Breitner ad una manciata di minuti dal fischio finale. Azzurri campioni del mondo. «Una Nazionale che è entrata nei cuori di milioni di persone. Una squadra di amici devota totalmente a Bearzot, il quale ha azzeccato ogni mossa. I giocatori non si sono mai risparmiati. Ecco perché ce ne ricordiamo ancora oggi, come fosse ieri. Lo sport è questo. È emozioni», ha concluso Federico Buffa tra gli applausi.

Livigno, quelle emozioni, le vivrà come detto fra pochi mesi con le Olimpiadi invernali. Mancano meno di 200 giorni all'atteso appuntamento che andrà in scena dal 6 al 22 febbraio. Cantieri sono in corso nell'area degli impianti di risalita del Mottolino, in zona Carosello e non solo. Popolazione e turisti non sembrano però ancora «sentire» appieno l'evento a cinque cerchi «che ti cambia per sempre. Non c'è nulla di più grande e unico dei Giochi olimpici, anche se Milano ora ha ben altri problemi», ha puntualizzato Buffa. Il riferimento è ovviamente alla vicenda legata all'urbanistica e alle polemiche che hanno investito il sindaco Giuseppe Sala. Noi speriamo di raggiungere il parossismo grazie alla delegazione svizzera che avrà in Marco Odermatt la punta di diamante. Sarà il nostro «Pablito»?