Calcio

Lehmann stregata dal Como: «Semplicemente la scelta giusta»

La nazionale svizzera ha firmato un contratto di tre anni – L’ex ala della Juve: «È una squadra senza côté maschile, questo ha influito sulla mia decisione»
La 26.enne bernese ha detto addio alla Juventus dopo appena un anno per abbracciare il progetto del Como Women. © Reuters/Jose Breton
Maddalena Buila
12.08.2025 16:16

Qualunque cosa faccia o dica, Alisha Lehmann riesce sempre a far parlare di sé. Del resto, è difficile che le sue azioni passino inosservate – o anche solo in sordina – quando si contano oltre 16 milioni di follower su Instagram e circa 12 milioni su TikTok. Un tratto distintivo, quello della popolarità social dell’ala svizzera, che viene puntualmente evocato ogni volta che la 26enne rossocrociata finisce al centro dell’attenzione. Qualunque sia il motivo. Una caratteristica evidenziata anche in occasione dell’ultima notizia di mercato che l’ha riguardata. Dopo giorni di indiscrezioni, ieri è arrivata l’ufficialità: la bernese ha lasciato la Juventus per legarsi al Como con un contratto triennale. Nella maggior parte dei portali che hanno rilanciato la notizia, si è subito sottolineato come, per il club lariano, questo trasferimento rappresenti un gran colpo sul piano dell’immagine e del potenziale commerciale. E, in effetti, è proprio così. Ma come in ogni trattativa, non esiste solo la prospettiva della società. In molti casi, a fare la differenza è il valore economico dell’offerta. Tuttavia, non sempre la motivazione principale è quella pecuniaria. Le ragioni che avrebbero spinto la calciatrice più influente del mondo a scegliere il progetto del Como sembrano infatti essere più profonde di quanto si possa pensare.

Alle basi della scelta

Non è infatti immediato comprendere le ragioni della scelta di Alisha. Se da un lato la soddisfazione del Como è facile da intuire – e, si badi bene, non è solo legata all’aspetto mediatico, ma anche alla capacità della svizzera di entrare a gara in corso e ribaltare le sorti del match –, dall’altro il motivo che ha spinto la bernese a lasciare la Juventus dopo una sola stagione appare meno scontato. Perché, a 26 anni e nel pieno della sua carriera, optare per una squadra che, nella scorsa stagione, ha lottato nel fondo della classifica della Serie A e che quest’anno non prenderà parte ad alcuna competizione europea? Restando a Torino, lo scenario sarebbe stato ben diverso. Le ambizioni del club bianconero, sotto il profilo sportivo, sono decisamente più alte rispetto a quelle della società lariana. Qualche settimana fa, a Nottwil, durante la presentazione della nazionale svizzera alla stampa, Lehmann aveva risposto così a chi le chiedeva cosa si potrebbe migliorare nel mondo del calcio elvetico: «Tanto. Le infrastrutture devono essere più curate per permettere al movimento del calcio femminile di crescere». E parlando del cammino della Svizzera alla rassegna continentale casalinga aveva aggiunto: «Penso che l’Euro potrà cambiare il modo in cui il pubblico guarda al nostro sport». Parole che, lette alla luce di quanto accaduto nelle ultime ore, assumono un significato ben più ampio.

Il progetto americano

La tematica della crescita e dello sviluppo del calcio femminile è estremamente cara all’esterna offensiva elvetica. Lo ha rivelato più volte anche all'interno delle, rare, interviste approfondite rilasciate ai media. Ed è stata pure protagonista in più di un’occasione di chiare prese di posizione in merito alla disparità di trattamento quando si parla di salario nel mondo del pallone maschile e femminile. Un esempio cardine? Il polverone che aveva sollevato criticando il divario abissale tra il suo stipendio e quello dell’ex compagno Douglas Luiz, entrambi in forza alla Juventus. Ma cosa c’entra tutto questo con il Como? Ebbene, un anno fa il club lariano è stato acquistato dal gruppo d’investimento americano Mercury13, fondato da Victoire Souki Cogevina e Mario Malavé. Lo scopo dell’attività statunitense è di acquistare 13 grandi società femminili e «ripensare il modello di proprietà nel calcio». Con il tempo, si sono aggregati al progetto anche grandi nomi di questo sport, come la leggenda del pallone italiano Giorgio Chiellini e, da giugno, l’ex centrocampista del Manchester United Juan Mata. Infine, cosa più importante, il Como è completamente scollegato dalla squadra maschile. La società lombarda punta insomma a dare massima visibilità alla sua squadra e alle sue giocatrici. «È un club indipendente, completamente focalizzato sul calcio femminile. E questo per me conta molto». Sono state queste le parole che Alisha Lehmann ha scelto per commentare al The Guardian l’inizio della sua nuova avventura. «Fin dall’inizio ho capito che non si trattava semplicemente di un’altra squadra. È un progetto con una visione e uno scopo chiari, che unisce sport, moda, cultura e valori autentici. Proprio quello di cui ha bisogno il calcio femminile in questo momento. Firmare con il FC Como Women mi è sembrata semplicemente la scelta giusta». L’ex Aston Villa, Everton e West Ham ha poi aggiunto: «Siamo in un momento in cui il calcio femminile può finalmente definire se stesso con i propri criteri, e club indipendenti come questo hanno l’opportunità di guidare il movimento. Non si tratta solo di vincere partite, ma costruire qualcosa che duri. È la prima volta che entro a far parte di un club indipendente. Questo è stato un fattore molto importante per la mia scelta. È una dimostrazione che le cose si possono anche fare in modo diverso».

Non solo marketing

È vero, il club lariano si vuole distinguere. A maggio aveva già attirato i fari dell’attenzione su di sé dopo che l’ex difensora della nazionale italiana Alia Guagni aveva celebrato la fine della sua carriera stampando il suo curriculum sulla maglia. Lo scopo? Sensibilizzare sulle difficoltà di molte giocatrici nel trovare lavoro dopo il ritiro. E ora la società lombarda ha colpito ancora, accaparrandosi la calciatrice più influente della terra. Ma Alisha non ha firmato un contratto triennale solo per facilitare la marketing strategy del Como. «Voglio aiutare la squadra a competere ai massimi livelli, giocando quanto più possibile e divertendomi», ha detto l’ex bianconera, vincitrice a Torino di uno scudetto e una Coppa Italia. Anche la scelta di Lehmann di restare nella penisola non è casuale. Agli Europei svizzeri le Azzurre hanno conquistato una semifinale che mancava da 28 anni, arrivando a un niente dall’ultimo atto. Forse un fuoco di paglia, o forse il punto di svolta per tutto il movimento femminile italiano. La Serie A Women potrebbe di riflesso trarne grandi benefici e fare il decisivo salto verso un futuro fatto di seguito negli stadi e maggior considerazione verso questo sport. Alisha ci crede e, se una trasformazione deve avvenire, lei è certa di volerne fare parte.