L’Euro doveva essere l’apice, invece è un colpo durissimo

La rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro le ha tarpato le ali. No, Ramona Bachmann non ci sarà all’Europeo casalingo al via tra poco più di due settimane. I minuti che ha collezionato questa stagione con la maglia della Nazionale e con i colori degli Houston Dash non sono molti. Ma per la Svizzera l’attaccante lucernese ha anche un altro valore. È il suo faro. Il collante tra le generazioni.
Il 25 dicembre del 1990 mamma e papà Bachmann ricevono un regalo di Natale inestimabile. Nel canton Lucerna, a Malters, nasce Ramona. Sin da piccola, il feeling con il mondo del pallone è grande. Per lei non è solo un gioco, il calcio, ma uno stile di vita. Anche perché in famiglia questo sport è di casa. Il fratello Silvan – a cui la 34.enne tiene moltissimo – è un calciatore, mentre il padre allena la squadra maschile del FC Malters. È proprio lì che Ramona, a soli cinque anni, inizia a rincorrere la sfera nei campi del paese. Prima in qualità di mascotte del club, poi come giocatrice. «Avevo solo bisogno di una palla per essere felice», racconterà anni dopo. All’età di 13 anni entra a far parte della squadra U18 del Malters e nel 2005 diventa campionessa svizzera. La stagione successiva è la più giovane giocatrice della Lega Nazionale B inserita in rosa. Ma non è abbastanza per realizzare il suo grande sogno: diventare una calciatrice professionista e lasciare un segno. E così fa il grande salto. Nel 2007 firma con l’Umeå IK, club storico svedese al femminile. Al giorno d’oggi può sembrare qualcosa di non particolarmente eccezionale. Bene. Catapultatevi indietro nel tempo di una ventina d’anni. Quando il calcio femminile è tutt’altra cosa rispetto a quanto è ora. Guadagnarsi da vivere nel mondo del pallone non era scontato. Per niente. Ma Bachmann si lancia ugualmente. È l’inizio della sua carriera internazionale. In Svezia, Ramona affronta una lingua nuova e la solitudine, ma migliora a vista d’occhio. Negli anni successivi, indosserà le maglie di diversi grandi club: Rosengård, Wolfsburg, Chelsea, Paris Saint-Germain. Il desiderio si è avverato.
La forza di esprimersi
E poi c’è il suo amore per la Svizzera. Con la Nazionale debutta giovanissima, 16.enne, e diventa presto il simbolo di una generazione. È tra le protagoniste ai Mondiali del 2015 in Canada (anno addirittura della nomina per il Pallone d’Oro), a quelli in Australia e Nuova Zelanda del 2023 e agli Europei del 2017 e del 2022. Il suo debutto rossocrociato avviene nel giugno 2007 nel match contro la Svezia perso per 1-0. Subentra a partita in corso e rimedia un doppio giallo. Un esordio con espulsione. Poco male, l’episodio non le macchia la carriera, né una parabola calcistica pullulata da dribbling da sballo, la sua più evidente caratteristica. La maglia elvetica per lei è molto più di un simbolo, rappresenta orgoglio e identità. Tanto è vero che con il passare degli anni ne diventa lei stessa l’emblema. Le giovanissime, per dire, sognano di essere come lei. Come quella Ramona che è partita dai campi della periferia lucernese e ce l’ha fatta. È arrivata lì dove le altre agognano essere. Con la maglia svizzera scrive la storia ed entra sempre più nell’Olimpo rossocrociato, diventando la seconda sia per numero di presenze (153), sia di gol (60). E proprio con la maglia svizzera si è aperta al mondo intero anche in merito alla sua vita privata, alla sua sessualità. Nel giugno 2015, nel corso dei Mondiali in Canada, Bachmann decide di fare coming out, rivelando di aver vissuto per un anno con la fidanzata Camille, spiazzando tutti. Dipartimento comunicazioni dell’ASF compreso. Ma per lei non c’è niente di scandaloso. Anzi, vuole che parlarne diventi la normalità. In seguito, vive una relazione di tre anni con la connazionale Alisha Lehmann. Dopo la love story con la stella della Juventus incontra Charlotte Baret. Dopo il matrimonio nel 2023, l’8 maggio 2025 la lucernese e la ballerina francese festeggiano la nascita del loro primogenito Luan Maël.
Un modello per le giovani
Sogni che si avverano. Storie dal lieto fine. E Ramona sperava di scriverne un’altra bellissima, tra poco più di due settimane. Sì, l’imminente Europeo casalingo avrebbe potuto essere il culmine della sua carriera con la maglia rossocrociata. Dopo tanti sacrifici e traguardi raggiunti avrebbe inserito nel CVanche la rassegna tra le mura degli stadi amici e tra il pubblico affezionato, pronto a gridare il suo nome. Ma nella vita la perfezione non esiste. No, la 34.enne di Malters non scenderà in campo in luglio. Le è stato fatale l’allenamento di mercoledì. Legamento crociato del ginocchio sinistro rotto e tanti cari saluti all’Euro2025. E vabbè, verrebbe da dire, tanto nelle ultime uscite di Nations League contro Francia e Norvegia è rimasta in panchina. Per non parlare degli appena 75 minuti stagionali giocati con la maglia dei suoi Houston Dash. Ma Ramona Bachmann sa essere molto di più di una presenza in campo. Per la Svizzera è un faro nella notte, una pioniera. Un’icona, appunto. Siamo sicuri che lo sia anche per Pia Sundhage, che – nonostante i pochi minuti nelle gambe – scommettiamo l’avrebbe inserita nel suo roster per la rassegna casalinga. La 34.enne fungeva da perfetto trait d’union tra le compagne di squadra coetanee e quelle più giovani, alle prime esperienze nazionali, desiderose di nutrirsi delle sue enormi conoscenze e dei suoi consigli. «Siamo tutti molto dispiaciuti per Ramona – ha ammesso la ct elvetica –. È una giocatrice importante per questa squadra. Il suo impegno e la sua esperienza sarebbero stati preziosi. Perderla è un duro colpo, non solo calcisticamente ma anche umanamente».
«Sono devastata»
«Sono devastata di dover mancare l’Europeo, soprattutto perché era a casa nostra. Questo torneo era un enorme obiettivo per me. Ho dato tutto negli scorsi mesi per farmi trovare pronta per questo appuntamento. Subire un infortunio così grave a distanza così ravvicinata dalla rassegna continentale è qualcosa di incredibilmente duro da accettare. Non essere in grado di scendere in campo e rappresentare il mio Paese davanti al nostro pubblico fa malissimo», ha scritto la lucernese sul suo profilo Instagram. Per poi aggiungere: «Ora mi concentrerò totalmente sul mio recupero, ma il mio cuore sarà con la squadra in ogni momento».
Un’enorme delusione anche per quanto Bachmann, in vista dell’Europeo, era riuscita a raggiungere fuori dal terreno da gioco. La decisione diramata recentemente dell’ASF di permettere alle giocatrici di portare con sé il proprio bimbo o bimba durante un ritiro della Nazionale nasce proprio da una sua richiesta. Richiesta che ora si fa inutile, dato che dovrà guardare le compagne dal divano di casa. Un peccato enorme. Raggiungere l’apice della carriera sotto gli applausi scroscianti dei fan rossocrociati non avrebbe avuto prezzo. Comunque andranno le cose, Ramona Bachmann il suo segno lo ha già lasciato, dimostrando che si può partire da un campetto di Malters ed arrivare nell’Olimpo del calcio.