L'evento

L’Euro è sulla bocca di tutti: «Ed è già un’enorme vittoria»

A Nyon sono state illustrate le aspettative sul torneo rossocrociato - Kessler: «In pochi anni l’interesse è esploso» - Blanc: «Sarà una vetrina incredibile»
La Svizzera di Pia Sundhage è pronta per il suo debutto nell’Europeo casalingo, una rassegna continentale da record. © KEYSTONE/Nathalie Taiana
Maddalena Buila
28.06.2025 06:00

Il countdown è scattato già da tempo. Ora, però, lo si può fare in ore. Ne mancano circa un centinaio prima del debutto di Euro2025, di una rassegna continentale da record. Una vetrina per il nostro Paese e un’opportunità incredibile per il mondo del calcio femminile. In primis quello svizzero. Ieri a Nyon, nella Casa del calcio europeo, tre importanti attori hanno fornito le ultime cifre relative all’imminente torneo. Al contempo, hanno letto l’evento in termini di importanza per tutto il movimento. Al tavolo del quartier generale sul lago di Ginevra, sedevano Nadine Kessler (direttore generale del calcio femminile in seno alla UEFA), Lara Dickenmann (ambasciatrice Euro2025 ed ex calciatrice della nazionale svizzera) e Dominique Blanc (presidente dell’ASF).

Vicini all’obiettivo sold out

C’è entusiasmo intorno a Euro2025. Lo si è detto più volte, lo si respira nelle città svizzere ospitanti e lo si è visto pure in occasione del match amichevole tra Svizzera e Cechia di due giorni fa. Le sensazioni non si possono tuttavia misurare. Per inquadrare gli eventi servono numeri, statistiche, dati. Sono questi che rendono l’idea della portata della manifestazione. Kessler lo sa molto bene. Ecco perché è stata lei a rompere il ghiaccio. E lo ha fatto con visibile orgoglio. Le cifre che ha portato, d’altronde, non possono lasciare indifferenti. «Ad oggi, abbiamo 22 partite sold out e 600 mila biglietti venduti. Abbiamo dunque già superato i numeri registrati in Inghilterra tre anni fa a torneo concluso. Siamo vicinissimi al raggiungimento dell’obiettivo che ci eravamo posti all’inizio di questo viaggio, ovvero che il torneo si vendesse in toto. Non immaginate quante persone mi hanno riso in faccia quando abbiamo preso la decisione di alzare l’asticella così in alto. E invece i dati ci stanno dando ragione. Numeri incredibili resi possibili dall’enorme lavoro portato avanti per anni da un team impeccabile e instancabile. Persone fantastiche che renderanno possibile anche quest’avventura rossocrociata. Se non avete idea di che titolo scegliere per i giornali di domani ve ne consiglio uno: Il torneo arrivato dove nessuno prima», ha detto sorridente l’ex calciatrice tedesca.

Cosa raccontano le cifre?

L’8 aprile 1984 venivano giocate le prime partite del neonato europeo femminile, con quattro squadre che dovevano affrontarsi nelle semifinali e poi in finale. Il montepremi era zero. Già, non era previsto alcun compenso in denaro. 41 anni dopo, le nazioni partecipanti sono salite a 16 e la vincita complessiva per Euro2025 è di 41 milioni di euro, il più alto compenso mai raggiunto per le donne. Due volte e mezzo in più rispetto a quanto offerto dalla rassegna inglese del 2022. Per le compensazioni riservate ai club che hanno lasciato partire per la Svizzera le loro pupille, invece, l’aumento è del 100%, raggiungendo quota 90 milioni. «L’attenzione e l’interesse per il calcio femminile è cresciuto esponenzialmente in poco tempo. Da qui l’incremento delle cifre. Siamo riusciti a creare una solidissima fan base che segue questo sport ovunque e al di là di chi giochi. Tradotto in dati concreti. Il 35% del pubblico di Euro2025 arriverà dall’estero: 61 mila tedeschi, 41 mila inglesi, 70 mila francesi, 50 mila olandesi, 5 mila americani. Numeri mai visti. E tutto andrà benissimo, perché la Svizzera lavora splendidamente».

Le fa eco Dickenmann. «La nostra Nazionale si è qualificata per la prima volta per un Europeo nel 2017. Io c’ero. Ho vissuto il calcio femminile di otto anni fa. Da allora il progresso di questo sport in terra rossocrociata è stato pazzesco. E il futuro è sempre più roseo: le giocatrici aumenteranno, portandosi dietro ancor più interesse. Ma secondo me con questo torneo abbiamo già vinto, perché è sulla bocca di tutti». Per l’ex star della Nazionale, non ci sono dubbi. La manifestazione impatterà in modo evidente sull’attuale sistema calcistico svizzero. «Data la grande visibilità dell’evento, tantissime bambine guarderanno le giovani elvetiche e vorranno diventare come loro. Indosseranno le loro maglie e conosceranno il loro nome. La società si basa sulle nuove generazioni: nelle menti delle svizzere e degli svizzeri avverrà un mutamento profondo. Per forza».

Una crescita inimitabile

Sui temi esposti da Kessler, dal pubblico è poi arrivata, puntuale come previsto, la domanda che forse tutti si aspettavano che qualcuno prima o poi avrebbe fatto emergere. «Restiamo sulla questione montepremi. La crescita del movimento femminile si può definire sana e costante rispetto ai numeri che fa registrare la controparte maschile?». Nadine non si è scomposta più di tanto, nonostante fosse piuttosto evidente che avrebbe preferito lasciare i paragoni con il calcio maschile fuori dalla porta. Con l’aplomb che la caratterizza ha semplicemente replicato che «francamente considero piuttosto vetusto l’accostamento tra questi due mondi. La realtà femminile è ormai a sé stante e non ha bisogno di confronti per sentirsi valorizzata». A sostegno della sua tesi, Kessler ha tirato fuori un asso dalla manica. «Vi porto qualche dato solo perché è stata sollevata la questione. Se prendiamo in analisi gli ultimi tre europei maschili, notiamo che l’introito complessivo è stato di 2.5 miliardi di euro. Significa che è cresciuto del 10%. In campo femminile, nello stesso arco di tempo, l’aumento è stato del 156%. Al momento, non esiste nessun altro sport al mondo che possa competere con questa progressione. Quando io giocavo, e Lara potrà confermarlo, queste cifre erano semplicemente inimmaginabili. Si scendeva in campo solo per puro divertimento, consapevoli che non avremmo portato a casa neanche un centesimo. Ecco perché ritengo che i paragoni con il passato non abbiano più senso d’esistere. Le cose sono profondamente cambiate. L’unico aspetto rimasto invariato nel tempo è la voglia di vincere. Ed è bello che sia così».

Un cambiamento profondo

Un bottino importante quello riservato alla vincitrice del torneo. Un’opportunità unica, invece, per la Nazione ospitante. «Sì, per la Svizzera Euro2025 rappresenterà una vetrina da capogiro. In realtà già ora possiamo in parte misurare l’impatto di questo evento sul nostro Paese - chiarisce Blanc -. Nella sola giornata di oggi, i media elvetici hanno prodotto 122 articoli sull’evento. Pazzesco. 500 milioni di persone ci seguiranno in televisione. Per noi sarà un’occasione unica. Il turismo risentirà del torneo in modo incredibile. Potremo mostrare al mondo che siamo perfettamente in grado di ospitare grandi manifestazioni».

Le conseguenze della rassegna si vedono però anche ad altri livelli. Uno di questi è rappresentato dai corsi organizzati sul territorio elvetico. Sempre il presidente dell’ASF: «Si tratta di formazioni per arbitre, allenatrici, membri dei club femminili. Corsi presi letteralmente d’assalto da più di un anno a questa parte. Le cose si stanno muovendo e lo stanno facendo in fretta».

La Svizzera, insomma, è ormai percepita come una nazione di calcio di tutto rispetto. Le basi sono dunque gettate e sembrano solide. Dalla Casa del calcio europeo di Nyon non resta che spostarsi negli otto stadi ospitanti. L’occasione sarà d’altronde unica, come sottolinea un arrembante Dominque Blanc. «C’è ancora qualche biglietto disponibile: compratelo! Se non lo fate potreste dover aspettare decenni prima di riassaporare queste emozioni travolgenti».