Il caso

L'imbarazzo di David Beckham circa il suo impegno in Qatar

L'ex calciatore aveva firmato un contratto come ambasciatore della competizione ma, secondo il New York Times, si sarebbe defilato evitando apparizioni in pubblico – Dopo le critiche della comunità LGBTQ+ è arrivata una dichiarazione quantomeno criptica
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Red. Online
17.12.2022 18:30

Finalmente, ha parlato. Pur non dicendo granché, invero. David Beckham ha rilasciato la sua prima dichiarazione pubblica in merito al suo discusso ruolo di «ambasciatore» di Qatar 2022. Tramite un portavoce, l'ex stella – fra le altre – del Manchester United, del Real Madrid e del Milan ha dichiarato al New York Times di aver sempre creduto nel potere dello sport quale forza benefica per il mondo.

Pur comprendendo le critiche, Beckham nella dichiarazione si è detto convinto che il dibattito su temi importanti, come i diritti dei lavoratori migranti o quelli della comunità LGBTQ+, siano stati stimolati proprio dalla Coppa del Mondo. E dal fatto che fosse organizzata nel Golfo. «Ci auguriamo che queste conversazioni portino a una maggiore comprensione ed empatia verso tutti i popoli e che si possa arrivare a dei progressi».

La dichiarazione, rilasciata al New York Times appunto, è arrivata in risposta alle forti critiche per il fatto che Beckham, 47 anni, avesse accettato milioni e milioni di sterline dal Qatar per fare da «ambasciatore» della competizione. Un endorsement quantomeno particolare, quello dell'ex calciatore, considerando le posizioni oltremodo repressive del Qatar sui diritti LGBTQ+, la situazione dei diritti umani nel Paese e le accuse di maltrattamento dei lavoratori impiegati nella costruzione degli stadi.

L'ex capitano dell'Inghilterra, fra le altre cose, ha prestato il suo volto e il suo talento per un filmato promozionale di Visit Qatar. «Il moderno e il tradizionale si fondono per creare qualcosa di veramente speciale», le sue parole. In un successivo videomessaggio, aveva affermato che la Coppa del Mondo sarebbe stata una piattaforma per il progresso, l'inclusività e la tolleranza. Mica tanto.

L'appoggio di Beckham è stato oggetto di aspre critiche, dicevamo, in particolare da parte di membri della comunità LGBTQ+, secondo cui il sostegno di Beckham al Qatar era ed è in contrasto con la sua immagine di sostenitore dei diritti degli omosessuali.

«Alcune delle cose che persone come David Beckham stanno imparando è che i diritti umani sono universali e non negoziabili», aveva detto il mese scorso Piara Powar, direttore di FARE, un gruppo antidiscriminazione. «Non ho dubbi che la comunità LGBTQ+ dell'Europa occidentale lo vedrà in qualche modo come un traditore o come qualcuno che era un alleato ma non lo è più».

La dichiarazione di Beckham figura in un articolo del New York Times incentrato sull'apparente assenza dell'ex fenomeno inglese durante il Mondiale, nonostante la sua immagine fosse affissa in tutta Doha a livello di cartelloni e gigantografie.

Il quotidiano statunitense a tal proposito sostiene che Beckham avesse posto delle condizioni circa le sue apparizioni pubbliche in Qatar, tra cui il fatto che la sua presenza non sarebbe stata annunciata in anticipo e che non sarebbero stati inviati avvisi ai giornalisti. Un modo, evidentemente, per fuggire le domande più pesanti.

Esternazioni, quelle del New York Times, smentite dal portavoce di Beckham. Di nuovo il comunicato: «David ha partecipato a numerosi Campionati del Mondo e ad altri importanti tornei internazionali come giocatore prima e come ambasciatore poi. Ha sempre creduto nello sport quale forza benefica per il mondo».

La dichiarazione, ha riferito dal canto suo il Guardian, è notevole poiché non viene mai menzionato il Qatar. Il che potrebbe fare arrabbiare ulteriormente i funzionari del Qatar, indubbiamente frustrati per il fatto che Beckham in queste settimane non ha mai parlato a favore del Paese che, come recita il profumato contratto firmato dalle parti, avrebbe dovuto promuovere. Una situazione, insomma, divenuta vieppiù imbarazzante per Beckham e controproducente per lo stesso Qatar. 

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